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La riunione a Venezia

Questione Prosek, Zaia: «Partita per noi cruciale». Centinaio: «C'è una task force, è una questione di tutela nazionale»

Il sottosegretario a Palazzo Balbi dopo l'ultimo incontro del gruppo di lavoro per la difesa della denominazione Prosecco
Il sottosegretario Gian Marco Centinaio a Palazzo Balbi con il presidente Zaia
Il sottosegretario Gian Marco Centinaio a Palazzo Balbi con il presidente Zaia
Centinaio e Zaia sul caso Prosek

Nel corso della conferenza stampa da Palazzo Barbi, il presidente Luca Zaia, oltre alla situazione Covid,  ha affrontato la questione Prosek dopo l'ultima riunione della task force nazionale che si è svolta proprio questa mattina a Venezia insieme al sottosegretario alle Politiche agricole, forestali e alimentari e del Turismo, Gian Marco Centinaio.

«La partita Prosek per noi è cruciale», ha detto Zaia, «perché stiamo parlando di una denominazione che ha avuto la "riserva del nome" nel 2009. Siamo il quarto esportatore mondiale con 2 miliardi e 400 milioni di euro. Se passa il principio che chiunque può utilizzare nomi simili per aggredire mercati simili significa che l'Europa si trasforma in una Babele. C'è una istruttoria e un buon dossier, i nostri legali faranno sintesi con il Ministero. Ci sono mappe ufficiali che partono dal 1300, che abbiamo consegnato, che fanno vedere che prima di Trieste c’è una città che da allora si chiamava Prosek. È la dimostrazione, la prova provata, che il toponimo che ha dato la riserva del nome al Prosecco nel 2009 è lo stesso. Quindi - ha aggiunto Zaia - non è possibile che altri possano utilizzare lo stesso toponimo», ha detto il presidente prima di passare la parola al sottosegretario.

«Quella di oggi è stata l'ultima riunione della task force sulla questione», ha spiegato il sottosegretario. «Parlare della questione la ritenevamo inutile perché l'Europa è deputata a tutelare le denominazioni e dal momento che l'Europa inizia una azione giudiziale sul Prosecco non rende onore al nostro lavoro e alle nostre denominazioni, si potrebbe aprire una falla nel sistema. Dal momento che si accetta la denominazione Prosek significa che si mette a rischio tutte le altre denominazioni. Quindi l'obiettivo ora è tutelare tutti e il nostro Paese».

E ha proseguito: «La riteniamo una questione nazionale. Il presidente del Consiglio in questo caso deve diventare il nostro portavoce in Europa, quindi il lavoro che stiamo facendo è creare un gruppo di lavoro e andremo a dare una doppia lettura: una storica e una parte giuridica-burocratica dove andremo a smontare le indicazioni della Croazia. Abbiamo tempo entro il 20 novembre per presentare il nostro dossier. Non possiamo pensare che se l'Unesco riconosca le colline del Prosecco, l'Europa possa poi disconoscerle».

 

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