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a sarego nel vicentino

Villa del Palladio, rogo doloso. Le immagini delle telecamere inchiodano i piromani / IL VIDEO

Indagini dopo l’incendio che venerdì scorso ha avvolto le barchesse del complesso del ’500 patrimonio Unesco. Le telecamere di sorveglianza hanno ripreso due persone
Un frame del video in esclusiva del GdV che indica uno dei piromani in azione
Un frame del video in esclusiva del GdV che indica uno dei piromani in azione
Il video, esclusiva GdV, con il presunto piromane

È di origine dolosa il rogo che nel tardo pomeriggio di venerdì ha avvolto la barchessa di villa Trissino, in centro a Meledo, frazione di Sarego nel Vicentino, causando gravi danni al tetto dell’edificio palladiano. I filmati della videosorveglianza (come è possibile vedere sul sito del nostro Giornale) inchiodano due presunti piromani presenti poco prima che il rogo divampasse, intorno alle 17.
I video delle telecamere che, con il loro raggio d’azione visivo, coprono il perimetro in cui sorge lo storico complesso del Cinquecento, che fu progettato da Andrea Palladio e che oggi fa parte della lista dei beni patrimonio mondiale dell’umanità dell’Unesco, sono stati subito messi a disposizione delle forze dell’ordine da parte dei proprietari dell’antico edificio.

Videosorveglianza

«Le riprese delle telecamere - spiega l’avvocato Fabrizio Pertile per conto della madre, la pittrice Marta Rossi, proprietaria di villa Trissino - immortalano due individui che si aggirano a volto scoperto nelle vicinanze della barchessa, proprio nei momenti immediatamente precedenti al propagarsi delle fiamme. In uno spezzone uno dei due si copre immediatamente il volto nel momento in cui si accorge di essere inquadrato. In un altro istante, invece, si guarda attorno per sincerarsi, con tutta probabilità, di non essere scorto da testimoni. In un altro ancora traffica in un punto tra i cespugli e la barchessa». Alle forze dell’ordine sono stati consegnati anche i filmati dei giorni precedenti, in modo da verificare se possano emergere ulteriori elementi in grado di comprovare più accuratamente le ipotesi d’indagine.

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Area sotto sequestro

I carabinieri del nucleo di tutela del patrimonio culturale di Venezia, giunti in sopralluogo nella mattinata di ieri, hanno intanto sottoposto l’area a sequestro probatorio per garantire che eventuali tracce non vadano disperse. Un funzionario della Soprintendenza dei beni architettonici di Verona ha invece svolto i primi rilievi per verificare le conseguenze dell’incendio sullo stato dell’edificio e la portata dei danni, che al momento, nonostante il tempestivo intervento delle squadre dei vigili del fuoco, arrivate da Lonigo e Vicenza con 9 operatori, l’autoscala, l’autopompa e l’autobotte, non si rendono di facile quantificazione e che già si profilano senz’altro ingenti.

Danni incalcolabili

«È stato come ricevere un colpo al cuore - spiega l’avvocato Pertile -. Sono andate a fuoco le travi originali, con le fiamme che hanno creato uno squarcio sul tetto di quasi un metro. Quelli intaccati sono i materiali lignei scelti da Palladio stesso e realizzati sotto la sua direzione. I danni sono incalcolabili. Spero davvero che l’incendio non abbia compromesso la staticità complessiva della copertura che purtroppo si presenta ora in parte collassata, a onde, specialmente dove è stata lambita dal fuoco». Nell’immediatezza dell’accaduto era stato lo stesso Pertile a confermare che i suoi genitori abitano nel complesso dell’antico committente, del ’400, e che la villa è composta di due parti e di due barchesse; una è stata già ristrutturata, quella in cui sono divampate le fiamme era in attesa dei lavori. Oltre al rogo e ai danni provocati, ad amareggiare i proprietari c’è anche un’altra questione, che riguarda la recinzione dei rustici di villa Trissino, aperta con il Comune di Sarego.

La sicurezza

«Più volte - spiega Pertile - abbiamo chiesto, e anche di recente, un incontro con il sindaco per chiarire la questione della recinzione mancante della scuola media, che confina con la villa e da dove sono entrati i malintenzionati. Ma niente. La scuola la sera dell’incendio aveva i cancelli spalancati. Sono stati chiusi solo il giorno dopo, a “buoi scappati”, come si dice. Riteniamo che un bene palladiano patrimonio mondiale dell’umanità meriti più attenzione e tutela, anche dal punto di vista della sicurezza. Dal Comune invece finora solo disinteresse e nemmeno una risposta. Lo ritengo un silenzio ingiustificabile». Da noi contattata più volte ieri, il sindaco Jessica Giacomello non è stata raggiungibile.

 

Matteo Guarda

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