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Conferenza stampa

Zaia: «In Veneto tre persone con la mutazione inglese. La conferma che il virus della prima ondata era diverso». Ora i primi vaccinati

Punto stampa del 26 dicembre 2020
Punto stampa del 26 dicembre 2020
Luca Zaia, punto stampa 26 dicembre 2020

Luca Zaia in diretta oggi, dalla sede della Protezione civile di Marghera ha dato gli ultimi aggiornamenti sulla situazione coronavirus nel Veneto, in particolare ha annunciato che in Veneto è stata rintracciata la mutazione inglese del virus. 

 

IL BOLLETTINO REGIONALE 

«In Veneto, nelle ultime 24 ore, ci sono 2.523 nuovi positivi al Coronavirus. Il totale dei ricoverati è di 3.275, di cui 389 (+5) terapia intensiva. I morti sono stati 33, 5.986 in totale» 

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LA DIRETTA

Zaia: «I nostri laboratori hanno trovato i virus inglese tra i nostri contagiati. La vigilia di Natale gli studiosi e i ricercatori hanno lavorato e scoperto che la variante inglese è presente anche nella nostra regione. Abbiamo scientificamente dimostrato che il virus estivo non c’entrava niente con quello della prima ondata e nemmeno con quello che circola adesso. Si diceva che le feste e la libertà estiva avevano diffuso il contagio. Il contagio di oggi, dai dati in nostro possesso, non avviene con la mutazione che avevamo questa estate».

 

Interviene la dottoressa Ricci, direttore Istituto zooprofilattico delle Venezie: «Da inizio  pandemia abbiamo isolato in Veneto 37 virus e 8 varianti del Covid (due di questi sono genotipi veneti), la maggior parte di questi virus appartengono a una variante della mutazione che la rendono più contagiosa. In questi ultimissimi giorni abbiamo invece ricevuto cinque campioni con contatti inglesi e tre sono risultati positivi alla variante inglese, due provincia di Treviso e uno della provincia di Vicenza. Un virus non è un singolo individuo, è una popolazione, la cosa evidente è che i virus della prima ondata sono diversi da quelli della seconda ondata, la mutazione che li rende più contagiosi. In Veneto poi abbiamo trovato singole varianti anche queste caratterizzate da alta contagiosità che potrebbero spiegare il numero dei contagi del Veneto. E' importante caratterizzare questi virus per comprenderne l'andamento dell'epidemia per poter mettere azioni di controllo mirate, se si conosce il nemico è più facile combatterlo. Gli inglesi depositano tutte le sequenze che hanno in database pubblico e noi facciamo  lo stesso, sono 10 gli istituti zooprofilattici in Italia, e questo è fondamentale in un evento così drammatico. Tre casi della variante inglese, e molto recenti, non possono spiegare la contagiosità delle ultime settimane, ma sicuramente siamo di fronte a un virus, questo della seconda ondata, oltre alla variante inglese caratterizzato da una grande contagiosità. Ad esempio i campioni di Verona sono tutti di una delle 8 varianti a grande diffusione. Le mutazioni sono normali in un virus, come ad esempio quello influenzale. Non c'è niente di drammatico nella mutazione, va solo conosciuto, ma al momento risponde al vaccino» 

 

Dottor Rigoli: «Quello che dicevamo questa estate rispetto al virus, trova ora una nuova conferma. Quello che abbiamo messo in piedi servirà moltissimo a livello italiano e a livello internazionale perché metteremo sempre i dati in trasparenza. Tutti i pazienti identificati dalla dottoressa Ricci per la variante inglese hanno fatto l'antigenico rapido ed è risultato positivo, quindi anche per la variante i test funzionano» 

 

Dottoressa Russo: «Ho preparato una nota che ho fatto partire per il ministero in cui spieghiamo che abbiamo trovato in veneto la variante inglese, due donne e un uomo (due giovani e un quarantenne) di rientro dalla Gran Bretagna, e abbiamo un quarto contatto stretto di questi tre pazienti che stiamo verificando. Stanno bene, a parte uno che ha un po' di febbre. Tutti i contatti stretti sono in quarantena. Abbiamo poi allegato  alla nota al Ministero anche le 37 sequenziazioni, mutazioni che potrebbero essere alla base dell'elevato numero di contagi in Veneto» 

 

Dottor Flor: «Quello che emerge oggi è che noi non ci preoccupiamo solo di essere puntuali e tempestivi nelle risposte ai nostri malati negli ospedali, dove abbiamo un numero molto elevato in zona non critica rispetto alle terapie intensive. Oggi abbiamo la spiegazione: è un virus diverso. La frequenza degli ammalati nel personale sanitario che assiste i malati covid è più bassa che nella popolazione, quindi fare attenzione è fondamentale perché significa che nei comportamenti personali molte persone ancora non sono abbastanza rigorose. Una pandemia globale si combatte con l'aiuto di tutti» 

 

VACCINI

Zaia: «Domani alle 8 arrivano a Padova gli 875 vaccini. Alle 12 cominciamo le prime vaccinazioni. Poi mi auguro che arrivino le fiale per la vaccinazione di massa che, confermo, sarà volontaria. Da noi c'è l'anagrafe vaccinale, i cittadini saranno chiamati per priorità poi ognuno fa quello che vuole. Deve essere una scelta responsabile, pacifico che al mondo arriverà il passaporto sanitario» 

 

COSA CAMBIA?

Zaia: «Il virus è il nostro nemico ignoto, le cose che si possono fare le stiamo facendo tutte a pieno regime. I cittadini, come sempre, devono aiutarsi e aiutarci. Le regole restano quelle basilari, per qualsiasi mutazione, anche con la variante inglese. Le indagini nel frattempo andranno avanti. Questa regione prende in carico tutti i pazienti e li cura. Siamo una delle tre regioni d’Italia che non ha chiuso alle prestazioni agli oncologici, agli interventi urgenti.  Oltre ai 3.400 pazienti Covid, abbiamo in carico almeno 7mila pazienti non Covid.»

 

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Giorgia Cozzolino

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