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Il Veneto si adegua al Dpcm

Zaia: «Non ho scelta, scuole al 75% a distanza, volevo il 50». Firmata l'ordinanza

Luca Zaia in consiglio regionale
Luca Zaia in consiglio regionale
Zaia - conferenza 26 ottobre

Dall'Unità di Crisi della Protezione civile di Marghera, parla il presidente della regione Veneto, Luca Zaia. 

 

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BOLLETTINO

«Da inizio pandemia sono 45.466 i positivi, nelle ultime 24 ore sono 1.129 contagiati (Il report). Positivi di oggi sono 18.147. A domicilio abbiamo 164 sintomatici su 17.359 positivi. I ricoverati sono 695 in area non critica e 81 in intensiva. Si vede subito che il virus c'è e va affrontato per quello che è, ovvero senza emergenza sanitaria: ovvio che la pressione negli ospedali cominciamo a sentirla con quasi 700 persone ricoverate per Covid. L'idea è quella di avere un coordinamento a 360 gradi con le Ulss rispetto alle attivazioni dei nuovi posti letto da fare che sono una dimostrazione che è una emergenza ospedaliera. Se gli ospedali vengono intasati dai pazienti covid, non possiamo più garantire le altre prestazioni». 

 

MEDICI DI BASE

«Già 650 medici di base hanno aderito a fare i tamponi nei propri ambulatori, capite che se tutti i medici di base aderiranno a questa fase di sorveglianza, non avremo più code per i tamponi. E' una cosa che ho chiesto di inserire nel Dpcm in modo che non sia più su base volontaria ma sulla base di un contratto nazionale» 

 

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DPCM

«Abbiamo discusso per 5 ore sabato e ho portato subito le ragioni di una comunità che ha gestito e sta tentando di gestire per bene l'aspetto sanitario. Non è facile anche perché c'è una piccola impennata degli infettati tra i nostri operatori sanitari, già sono pochi, quindi mi preoccupo. Chi è in prima linea viene testato ogni 7 giorni e gli altri dipendenti ogni 20. Io ho posto la questione di insistere molto di più sugli assembramenti che nulla centrano con le partite iva e insistendo sull'uso della mascherina. E poi il tema delle scuole su cui avrei voluto porre il tema di diminuire la pressione demografica e tamponi ai medici di base. Io non credo che questo Dpcm porterà a una diminuzione della curva dei contagi.» 

 

RISTORANTI E PALESTRE

«Sono stato criticato per aver aperto per primo i ristoranti ora questo dpcm va a punire una categoria che ha rispettato alla lettera le norme. Non ho mai fatto polemica, ma questo provvedimento non ci voleva, e facciamo fatica a farlo accettare. Faccio appello al Governo perché lo riveda. Non ci sono dati di sanità pubblica che dimostrino che ristoranti o palestre siano responsabili dell’infezione. Avevo chiesto la chiusura alle 24, poi il punto caduta era stato fissato alle 23, ma neanche questo; chiudere alle 18 vuol dire farli chiudere per sempre. Sono realtà che hanno rispettato in maniera ossequiosa le linee guida, senza focolai o comportamenti delinquenziali da parte degli imprenditori. Non ne faccio un discorso paternalistico, hanno avuto coraggio di investire e di adeguarsi alle linee guida. Se io potessi metterei la chiusura alle 24».

 

APPELLO A MODIFICARE IL DPCM

«A me non risulta che ci siano stati azioni da untori in palestre e ristoranti. Faccio appello al Governo perché riveda questo provvedimento. Si chiudono le realtà controllate che hanno le linee guida, serviva un segnale di fiducia dopo i sacrifici fatti. Non c'è stato un minimo di buon senso applicato, si è fatta una scelta radicale e fondamentalista di applicare le indicazioni del comitato tecnico scientifico. Ma mettiamoci nei panni degli esperti, ma quando mai l'hanno vista una simile pandemia? L'hanno studiata, ma non l'hanno mai vista prima. L'abito va fatto su misura, qua su misura non vedo proprio niente».

 

SCUOLE

«Oggi ci troviamo obbligati ad applicare un Dpcm che prevede, in modo incomprensibile, che mi faccia decidere per le scuole e se decide di farla c'è solo una soluzione: chiudere al 75 per cento. Io avevo proposto: 50 per cento a casa a turno. Allora oggi vi annuncio che ho firmato, senza alternative, la chiusura al 75 per cento delle scuole superiori dal 28 ottobre. Vale a dire circa 200mila ragazzi che - a turno - saranno a casa. Suggeriamo che in presenza rimangano le prime classi. E' comunque sempre garantita la didattica in presenza agli alunni con disabilità certificata mentre quella a distanza per quelli con patologie e immunodepressi» 

 

ASSEMBRAMENTI

«Il problema sono gli assembramenti, non i ristoranti, i bar e le palestre. Le attività non possono pagare il conto per colpa del comportamento irresponsabile di qualcuno che si è assembrato nelle piazze» 

 

TAMPONI

«Guardiamo in faccia la realtà, se non arriva un aiuto dal territorio, e mi riferisco ai medici di base, noi saremo costretti a fare i contatti stretti perdendo per strada gli asintomatici. Ma è ovvio che è strategico fare il tampone anche gli asintomatici » 

 

AUTONOMIA

«Non possiamo con una ordinanza superare il Dpcm e aprire i ristoranti fino a mezzanotte, magari. Lo capite a cosa serve l'autonomia? Trento e Bolzano possono, noi no. Non si capisce la base di scrittura di questo Dpcm, perché ristoranti no e musei sì? E poi la cosa non è politica perché tutte le Regioni si sono schierate nello stesso modo» 

 

MANIFESTAZIONI

«Qui la motivazione delle proteste pacifiche sono sacrosante, sono persone che non vogliono aiuti, vogliono poter lavorare. Mi chiedono come mai gli assembramenti nei centri commerciali non siano state prese in considerazione così» 

 

CASE PER ANZIANI

«Molte strutture per anziani stanno chiudendo anche con pochissimi contagi in maniera precauzionale. Comprensibile all'atteggiamento che stanno assumendo. Il Dpcm però prevede che venga deciso dai direttori sanitari delle strutture questo è quindi l'alveo in cui stiamo muovendo» 

 

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