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Vicenza

La Tesla riprende l’agguato. Inflitti sei anni al rapinatore

Prima di essere ripreso dalle telecamere dell'auto, il 27enne aveva rapinato e ferito una donna puntandole alla tempia una scacciacani.
L'abitacolo con telecamera di un'auto Tesla (Foto Archivio)
L'abitacolo con telecamera di un'auto Tesla (Foto Archivio)
L'abitacolo con telecamera di un'auto Tesla (Foto Archivio)
L'abitacolo con telecamera di un'auto Tesla (Foto Archivio)

Era stato riconosciuto e incastrato dalle immagini girate dalla telecamera di una Tesla che lo aveva ripreso mentre si allontanava dal luogo in cui aveva appena rapinato e ferito una cittadina ucraina di 65 anni nel luglio dello scorso anno. L’agguato era avvenuto in via Meschinelli, all’incrocio con corso Padova. Per quell’aggressione, l’altro giorno, Luca Gabriel, cittadino romeno di 27 anni, noto alle forze dell’ordine, è stato condannato dal giudice per l’udienza preliminare, Roberto Venditti, a cinque anni e otto mesi di reclusione e a una multa di 2.400 euro. Il gup ha inoltre dichiarato l’imputato, difeso dall’avvocato Chiara Bellini, interdetto in perpetuo dai pubblici uffici e in stato di interdizione legale per la durata della pena. 

La rapina con ferimento di una donna in via Meschinelli

Il colpo era stato messo a segno alle prime luci dell’alba del primo luglio dell’anno scorso. Gabriel quella mattina aveva pedinato la vittima ed era poi sbucato fuori dal nulla all’improvviso. Nel momento dell’aggressione il 27enne, col volto travisato dal casco, impugnava la replica di una pistola semiautomatica, alla quale aveva tolto il tappo rosso per farla sembrare vera. La vittima era stata colta di sorpresa senza avere la possibilità di fuggire. Il giovane l’aveva quindi aggredita scappando poi con la sua borsa che conteneva denaro, documenti ed effetti personali. Nonostante lo choc, la donna era riuscita a contattare immediatamente il 113. Ricevuta la segnalazione, la centrale operativa della questura aveva subito dirottato in via Meschinelli un equipaggio delle volanti che aveva raggiunto la zona in una manciata di minuti.

La vittima e le ricerche del rapinatore

Gli agenti avevano soccorso la vittima, che aveva riportato una ferita in testa. Poi si erano messi sulle tracce del fuggitivo, recuperando la borsa che il malvivente aveva abbandonato poco distante e l’avevano quindi riconsegnata alla proprietaria. Soldi e documenti, però, erano spariti. Durante le ricerche del bandito i poliziotti erano stati avvicinati da un automobilista. Che aveva raccontato loro di aver incrociato un giovane che correva tenendo in mano una pistola e che la telecamera posizionata sulla sua vettura, un modello Tesla, puntata verso la strada lo aveva immortalato.

Il bandito immortalato dalla telecamera di una Tesla

La pattuglia ha quindi esaminato il filmato e aveva riconosciuto all’istante Gabriel, che ha alle spalle un curriculum criminale di tutto rispetto per aver collezionato diversi guai con la legge. Il passo successivo degli agenti era stato quello di contattare gli investigatori della Squadra mobile per trovare un riscontro alle prove fornite dal video. I detective, coordinati dal vice questore Lorenzo Ortensi, si erano quindi presentati a casa del cittadino romeno e avevano perquisito minuziosamente tutte le stanze.

Le indagini e la condanna

Nel corso dell’ispezione erano stati trovati la pistola semiautomatica finta, ma identica a un’arma autentica, i documenti rubati alla vittima, i vestiti indossati dal sospettato durante la rapina e altri oggetti ed effetti personali che sono poi finiti nel fascicolo d’inchiesta nel frattempo aperto dalla procura. Al termine delle indagini Luca Gabriel era quindi finito a processo. L’altro giorno, davanti al gup Venditti, aveva chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato (che in caso di condanna consente lo sconto di un terzo della pena).

Dopo la preliminare e la camera di consiglio, il giudice ha quindi inflitto al rapinatore la pesante condanna a cinque anni e otto mesi di reclusione a cui è stata aggiunta la multa di 2.400 euro. Il gup ha indicato in sessanta giorni il termine per il deposito delle motivazioni della sentenza, trascorso il quale l’imputato potrà decidere se appellare o meno il pronunciamento. 

 

Matteo Bernardini

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