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A Lonigo

«La Fiera in camicia nera»: il saluto romano è in copertina. Bufera sul libretto distribuito ai cittadini

Polemiche dopo la diffusione di un opuscolo sul paese nel Ventennio. Giacomello: «Mi dissocio, i carabinieri valutino l’apologia di fascismo».
La pubblicazione con il titolo “Lonigo in camicia nera” e una foto d'archivio della fiera di Lonigo
La pubblicazione con il titolo “Lonigo in camicia nera” e una foto d'archivio della fiera di Lonigo
La pubblicazione con il titolo “Lonigo in camicia nera” e una foto d'archivio della fiera di Lonigo
La pubblicazione con il titolo “Lonigo in camicia nera” e una foto d'archivio della fiera di Lonigo

Doveva essere uno dei tanti opuscoli pubblicitari stampati in occasione dell’imminente fiera Campionaria e invece è diventato un caso che sta mettendo in subbuglio la vita politica cittadina. È una pubblicazione uscita a cura dello studio grafico Riccardo Contro con il titolo “Lonigo in camicia nera”, 110 pagine equamente divise tra annunci promozionali di aziende e foto che testimoniano la vita a Lonigo e nei paesi limitrofi durante il Ventennio fascista.

Il saluto romano nella copertina dell'opuscolo della fiera

In copertina, sotto lo stemma della città e l’intestazione “La fiera cavalli di Lonigo”, appare l’immagine, scattata in piazza Garibaldi nel 1939, di un’adunata di militari in assetto di guerra guidati da un capo manipolo irrigidito nel saluto romano. All’interno, una sessantina di foto dello stesso periodo mostrano riunioni dei fasci di combattimento, esibizioni ginniche, raduni di balilla e giovani italiane, visite dei gerarchi fascisti in occasione della fiera e di altri eventi. Il libretto è stato messo a disposizione nei locali pubblici e distribuito in forma capillare nelle abitazioni del centro. 

Le reazioni

La prima reazione è venuta dalla sezione Pd di Lonigo e Alonte con una nota nella quale, sotto il titolo “Il fez sulla fiera”, si legge tra l’altro: «Tira aria buona per riportare allo scoperto le scorie del passato fascista e liberarlo un po’ dalla muffa in cui è stato da tempo confinato. Basta non avere troppi scrupoli, farne una cartolina da “nostalgia canaglia”, ma soprattutto saper fiutare il colpaccio: mettere il fez sulla Fiera di Lonigo».

Prende posizione anche la sede provinciale dell’Anpi, che scrive: «Non si tratta di un tentativo mal riuscito di ricostruzione di un periodo storico, il peggiore e più nefasto vissuto dall’Italia nel secolo scorso, ma di un’esposizione di immagini e racconti che, per la provenienza e per come sono presentati, assumono inevitabilmente un carattere apologetico del fascismo».

Il segretario cittadino del Pd Fausto Vigolo si rivolge direttamente al sindaco Pierluigi Giacomello per chiedere «se il Comune di Lonigo abbia avuto parte come sponsor economico della pubblicazione e comunque se in qualche modo abbia promosso detto libretto in occasione della fiera». 

Il sindaco di Lonigo si smarca

Netto lo smarcamento da parte del sindaco Pier luigi Giacomello: «Il Comune non ha autorizzato l’utilizzo del logo che richiama chiaramente quello della città, né tanto meno ha in alcun modo patrocinato la pubblicazione del libretto, né ha autorizzato l’accostamento del nome “La fiera dei cavalli di Lonigo” alla pubblicazione. Ho dato mandato ai carabinieri di ravvisare se nella pubblicazione ci sono elementi correlati all’apologia del fascismo, un reato che è riconosciuto nella nostra Costituzione”. 

Lo stupore dell'editore

Riccardo Contro è noto in città per le sue ricerche storiche, pubblicate frequentemente sia in forma cartacea che sul web. «Sono vent’anni che commento la fiera con rievocazioni di diversi generi - assicura - e anche in questo caso ho agito in perfetta buona fede, senza nessun intento apologetico nei confronti del fascismo. Mi dispiace che la mia iniziativa sia stata interpretata male e me ne assumo comunque la responsabilità. Lo stemma di Lonigo riportato in copertina non è quello ufficiale, ma bensì un facsimile ricavato da una pubblicazione araldica di tanti anni fa; anche il nome “Fiera cavalli” fa parte del passato storico della manifestazione e non ha agganci con l’attualità. Ho comunque sospeso la diffusione dell’opuscolo per far cessare le polemiche». 

 

Lino Zonin

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