Verona a letto con l'influenza. Anche in riva all'Adige, come nel resto d'Italia, l'epidemia è in anticipo rispetto alle attese, con un boom di casi che riempiono gli studi di medici e pediatri.
In Veneto, per l’influenza stagionale, si registra un’incidenza di circa 13 ammalati su 1.000 abitanti. Il dato emerge dalla sorveglianza epidemiologica e virologica, coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità a livello nazionale. La sorveglianza, a cui stanno aderendo circa 170 tra medici e pediatri, è in fase di implementazione in termini di rilevazione.
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I più colpiti
La fascia di popolazione maggiormente colpita è quella pediatrica, con 28,7 casi ogni 1.000 residenti per i bambini 0-4 anni, e di 22,8 per quelli 5-14 anni.
L’incidenza per adulti è inferiore, e quella per gli anziani si attesta al momento sui 2,8 casi per 1.000 residenti per i bambini 0-4 anni, e di 22,8 per quelli 5-14 anni. L’incidenza per adulti è inferiore, e quella per gli anziani si attesta al momento sui 2,8 casi per 1.000 residenti, con possibili fenomeni di sottonotifica.
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«Oggi siamo a un livello di incidenza che solitamente si riscontra intorno alla prima settimana di gennaio, quindi siamo in anticipo di quasi due mesi», evidenzia Paolo Bonanni, componente del gruppo "Vaccini e Politiche Vaccinali" della Società italiana di Igiene (Siti), che ha partecipato a una sessione del congresso Simg in corso a Firenze. Questo, aggiunge, «è un motivo di allarme e rappresenta un invito a vaccinare quanto prima. Mentre finora abbiamo riscontrato una lentezza nelle adesioni alla campagna».
Inoltre a causa della limitata circolazione negli ultimi due anni, aggiunge, «la diffusione potrebbe essere superiore rispetto agli anni pre-pandemici, mentre l'abbandono delle misure di distanziamento potrebbe favorire la diffusione di tutte le infezioni alle vie respiratorie, incluso Covid, virus respiratorio sinciziale».
L'invito alla vaccinazione, anche in co-somministrazione
Vista la situazione, spiega Alessandro Rossi, Responsabile Area Malattie Infettive Simg, «dobbiamo proteggere dall'influenza la popolazione fragile ovvero over 65, malati cronici e ai soggetti immunocompromessi, che possono andare incontro a ricoveri e decessi».
Vaccinandoli, conclude, dobbiamo anche «cogliere l'occasione per proporre le co-somministrazioni: il vaccino antinfluenzale, infatti, può fare da driver per la dose booster Covid ma anche per la copertura contro altre infezioni pericolose, come quella da pneumococco o herpes Zoster».