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Con una raccolta fondi

Il Veneto si «riprende» per 36mila euro il busto del doge Giovanni II Corner

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La consegna del busto del Doge Giovanni II Corner
La consegna del busto del Doge Giovanni II Corner
La consegna del busto del Doge Giovanni II Corner
La consegna del busto del Doge Giovanni II Corner

Il Veneto si «riprende», pagandolo 36mila euro, il busto del doge Giovanni II Corner, che era stato razziato in epoca napoleonica e lo colloca nell’atrio di Palazzo Balbi, sede della Regione.

«È una giornata storica, viene donato al Veneto un maltolto» ha detto il governatore Luca Zaia, prima dello svelamento del busto.

A farsi promotrice della raccolta fondi, che ha permesso di aggiudicarsi il cimelio all’asta al prezzo di 36mila euro, è stata l’associazione VenetiNet, impegnata nella diffusione e salvaguardia della cultura veneta. «Siamo riusciti a mobilitare molte persone e associazioni per evitare che il busto prendesse la strada di un museo estero o di una abitazione privata», ha sottolineato il comitato promotore dell’acquisizione. Per Zaia questo può essere il punto di partenza per «riportare in Veneto numerose altre opere che si trovano in giro per il mondo. Non posso che esprimere il mio ringraziamento per questo atto d’amore, - ha concluso - ora faremo in modo che non esca più di qui».

 

Il busto che ritrae Giovanni II Cornaro (Corner), centoundicesimo doge della repubblica del Leone alato, è in marmo, di notevole pregio artistico: era scomparsa nell’Ottocento da Ca’ Corner a San Polo e se ne erano perse le tracce. Riapparsa sul mercato antiquario, è stata consegnata alla Regione dal dottor Marco Michielli, presidente di Federalberghi Veneto, dall’Associazione Veneziana Albergatori, attraverso il presidente Vittorio Bonacini, e dal Comitato per il recupero del busto, rappresentato dal professor Antonio Scipioni, dopo l’acquisizione in seguito ad un’asta, battuta a Viterbo lo scorso 24 giugno.

Alla consegna erano presenti, inoltre, il presidente del Consiglio Regionale, gli assessori al Patrimonio e al Turismo e diversi rappresentanti dell’associazione VenetiNet che ha lo scopo di diffondere la storia veneta e si è impegnata per il salvataggio della prestigiosa scultura. «In questo gesto – ha aggiunto il governatore – c’è tutto quello spirito veneto che in passato ha fatto grande proprio il modello della Serenissima. Uomini e donne del fare, che si sentono parte di una comunità e scelgono di attivarsi per essa in prima persona. Qui, nessuno ha pensato di creare un movimento di opinione o protesta per far recuperare alle istituzioni l’opera. C’è, invece, una cordata in cui ognuno volontariamente e responsabilmente ha messo mano al portafoglio perché tutti possano riappropriarsi di un pezzo storico della loro vita di popolo. Così, il busto testimonia un passato illustre ma anche un presente di alto senso civico».

 

CHI ERA:

Il doge Giovanni II Corner, nato nel 1647, governò la Serenissima dal 22 maggio 1709 al 12 agosto 1722. Fu protagonista della vittoriosa guerra di Corfù contro i Turchi, nel 1716, ultima grande vittoria della Repubblica secolare per celebrare la quale Antonio Vivaldi compose la celeberrima Juditha Triumphans, per molti unico vero inno della Serenissima. Il suo dogado, inoltre, viene anche ricordato per l’ufficializzazione dell’utilizzo della parrucca nell’abbigliamento da parata, usato anche da tutti i suoi successori.

 

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