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La storia

Il diploma di maturità per Giada strappata alla vita prima degli esami

di Anna Madron
Giada Martini, studentessa del liceo Quadri di Vicenza morta a causa di un tumore il 2 luglio, avrà il diploma di maturità come i suoi compagni di classe
Giada Martini, studentessa del liceo Quadri morta a causa di un tumore il 2 luglio
Giada Martini, studentessa del liceo Quadri morta a causa di un tumore il 2 luglio
Giada Martini, studentessa del liceo Quadri morta a causa di un tumore il 2 luglio
Giada Martini, studentessa del liceo Quadri morta a causa di un tumore il 2 luglio

Avrà il diploma di maturità come i suoi compagni di classe. Nemmeno il tempo di avanzare la richiesta, che dal Ministero è arrivata l’autorizzazione a consegnare ai genitori e alla sorella di Giada Martini quel pezzo di carta che sintetizza 5 anni di studio.

Un diploma per Giada Martini, morta prima della maturità

Un percorso che per la studentessa del liceo scientifico Quadri si è interrotto a pochi metri dal traguardo, poco prima di affrontare la sessione suppletiva dell’esame di Stato fissata il 5 luglio scorso per agevolare la ragazza che, in primavera, era stata sottoposta a due interventi chirurgici al cervello per rimuovere una forma tumorale.

Ma proprio quando la strada in salita sembrava farsi meno ripida, una complicazione ha messo fine alla vita della diciottenne che, nonostante le difficoltà, si era impegnata fino all’ultimo per superare la maturità.

«Giada era molto preoccupata di non poter affrontare l’esame a causa dei ricoveri e con la commissione le avevamo calendarizzato una sessione straordinaria più in là nel tempo, ma il 2 luglio la situazione è precipitata e la malattia ha preso il sopravvento», dice Nicoletta Morbioli, dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale, che attraverso la scuola ha chiesto ai genitori della giovane se fossero contenti di avere il diploma alla memoria. «Appena ho avuto il consenso - prosegue -, mi sono attivata presentando richiesta al Ministero dell’istruzione. Non so di preciso quando arriverà il documento, ma spero di poterlo consegnare personalmente alla famiglia in presenza dei compagni e degli insegnanti di classe. Se il gesto non lenirà il dolore infinito dei genitori per la perdita della figlia, sarà almeno un modo per stringerci a loro, ricordando il percorso di questa studentessa la cui vita è stata così bruscamente interrotta».

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Il diploma cartaceo di Giada dovrebbe essere inviato al Quadri a breve, diversamente da quelli degli altri maturati che arrivano alla scuola attraverso un altro canale e a distanza di un anno dall’esame. «Spero non si verifichino ritardi, mi farebbe piacere essere ancora in servizio quando la scuola renderà omaggio alla memoria di Giada. Avevamo fatto il possibile registrando le lezioni e facilitandole in tutti i modi l’apprendimento in vista dell’esame», sottolinea Paolo Jacolino, preside del liceo di via Carducci, ricordando che per l’istituto l’anno scolastico che si è appena concluso è stato segnato pesantemente anche dalla perdita di Roberto Miron, il sedicenne che a fine marzo ha perso la vita precipitando dal settimo piano del palazzo dove abitava la nonna.

Conosceva bene entrambi il vicepreside del Quadri, Diego Peron, che di Giada e dei suoi compagni era stato anche docente di religione per l’intero quinquennio. «Li avevo accompagnati in gita a Palermo l’anno scorso con il progetto viaggi della legalità, erano tutti ragazzi molto affiatati e Giada era bene inserita nel gruppo che nell’ultimo periodo, quando la loro compagna era assente da scuola per i ricoveri e le cure, si era mobilitato per tenerla aggiornata su quanto veniva svolto in classe», ricorda Peron.

Due lettere di cordoglio per i genitori di Giada spedite da altre Regioni

Che ha fatto avere ai genitori due lettere recapitate nei giorni scorsi al Quadri. «Sono testimonianze toccanti di persone che risiedono in altre regioni, uno in Valle d’Aosta - dice -. Evidentemente hanno letto nei giornali la storia di Giada e hanno sentito il bisogno di esprimere la loro vicinanza alla famiglia. Sono segni tangibili di come il dolore unisce e crea legami profondi anche tra estranei».

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