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Tragedia nel Vicentino

Mette a letto i bambini e si stende sul divano: al rientro la moglie lo trova senza vita

Dario Segafredo, 40 anni; insieme al fratello era titolare di una ditta di arredamento
Dario Segafredo, 40 anni; insieme al fratello era titolare di una ditta di arredamento
Dario Segafredo, 40 anni; insieme al fratello era titolare di una ditta di arredamento
Dario Segafredo, 40 anni; insieme al fratello era titolare di una ditta di arredamento

È morto all’improvviso, sul divano di casa, dove si era steso a riposare dopo aver messo a letto i suoi due bimbi piccoli. L’arrivo della moglie, e l’immediato all’allarme al 118 con l’intervento dei sanitari che hanno praticato tutte le manovre di emergenza per circa un’ora, non sono purtroppo bastati a salvare la vita a Dario Segafredo, artigiano di 40 anni, di Tezze (Vicenza). Sulla morte improvvisa del papà, titolare insieme al fratello Devis della ditta Segafredo Mobili, di Rosà, l’Ulss, di sua iniziativa, ha deciso di fare maggiore chiarezza, disponendo l’autopsia che verrà eseguita nelle prossime ore. La famiglia è travolta dal dolore: «La stessa sera ci aveva chiesto di passare da casa sua, perché voleva farci vedere un campo di grano pieno di papaveri - spiega affranto il padre Renzo - poi è venuto il temporale e non siamo più andati. Alle 23 ci hanno chiamato dicendoci che Dario non c’era più. Era un figlio meraviglioso, un uomo e un papà esemplare».

Intorno alle 20.30 di lunedì Giulia, la moglie di Dario, era uscita dalla casa di contrà Sacro Cuore per andare a un riunione all’asilo del figlioletto. Il marito è rimasto a casa con i bimbi, di 5 anni e di appena 8 mesi. Li ha messi a letto poi si è steso sul divano per riposare. «Mia nuora è rientrata verso le 22 - spiega Renzo Segafredo, fondatore della ditta specializzata nella fabbricazione di mobili su misura di alta qualità - Ha trovato Dario sul divano, con gli occhi socchiusi. Non rispondeva, l’ha scosso ma non dava segni di reazione. Allora ha chiamato una vicina, insieme hanno dato l’allarme al 118, gli operatori sanitari gli hanno indicato cosa fare in attesa che arrivasse l’ambulanza. Mio figlio era sempre inerte. I medici gli hanno praticato il massaggio cardiaco, hanno attivato tutte le misure salvavita, ma Dario non si è più ripreso. Erano le 23 quando hanno chiamato me e mia moglie Graziella per dirci di correre a casa loro, perché nostro figlio non c’era più».

«Mio figlio stava benissimo - spiega ancora papà Renzo - Lunedì era rimasto in ditta tutto il giorno, e ha sempre lavorato come al solito. Prima di tornare a casa, verso le 18.30, ci aveva chiesto di passare da lui dopo cena perché voleva farci vedere un campo di grano che lo aveva colpito per la sua bellezza, domenica ci aveva anche portato il figlio più grande a scattare delle foto. Poi è arrivato il brutto tempo e non siamo più andati, mai avremmo pensato di ricevere quella devastante telefonata che ci diceva che Dario era morto. Non riusciamo ancora a renderci conto, il dolore è troppo forte». L’imprenditore era in buona salute. «Aveva fatto la visita col medico del lavoro pochi mesi fa, ed era andato tutto bene - spiega il padre - anche quando è nata la piccola Elisa, aveva fatto altri accertamenti medici e tutto era in regola. Dicono che sia stato un infarto a portarcelo via, ma non aveva mai manifestato malesseri. Adesso vorremmo solo capire cosa è successo».

Padre e tifoso, Dario Segafredo ha sempre vissuto per la famiglia, per il lavoro e per il Vicenza: «Era un papà, un marito e un figlio meraviglioso - spiega Renzo - Molto pignolo nel lavoro, ma anche estremamente generoso con le persone che aveva accanto. Ero molto orgoglioso di lui, e del fatto che insieme al fratello Devis avesse rilevato l’attività che avevo fatto nascere. Dario era anche un grande tifoso del Vicenza. Quando si è sposato con Giulia, dieci anni fa, hanno fatto tutto il matrimonio in tema bianco-rosso, anche la torta».  

Francesca Cavedagna

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