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I dati dell'Istituto zooprofilattico

Coronavirus, in Veneto sequenziate dieci varianti: una è dribbla-anticorpi

Pur rimanendo sempre la regione che effettua nettamente più tamponi (molecolari e rapidi) delle altre - eccetto la Lombardia che però ha il doppio di abitanti - il Veneto non è più la regione che registra il numero di nuovi casi di positivi al SarsCov2. Ieri infatti il bollettino del Ministero della salute, basato come sempre sui dati inviato in mattinata dalle Regioni, ha registrato che la nostra Regione aveva trovato poco più di mille nuovi casi (ieri sera erano +1007 rispetto a mercoledì) a fronte di quasi 36 mila tamponi fatti: indicativamente si tratta del 2,8% di tamponi positivi rispetto al totale, che è in pratica la metà della percentuale calcolata a livello nazionale.

 

MOLTE REGIONI SONO PIÙ IN DIFFICOLTÀ. E infatti la Lombardia di tamponi ne ha fatti pochi in più, 37 mila, ma ne sono usciti 2.234 nuovi positivi: è il 6%, rispetto al 2,8% veneto. La Puglia, con appena 11 mila tamponi, ha trovato ben 1.275 nuovi positivi: è addirittura l'11%. E la Sicilia, con 21 mila test fatti, ne ha trovati 1.230 (in questo caso è il 5,6%). Con 26 mila tamponi sono usciti poi oltre 1.300 nuovi infetti nel Lazio (5%), così come in Emilia Romagna con 22 mila tamponi ne sono stati trovati 1.320 (anche qui la percentuale è del 6%). E la Campania, con 15 mila tamponi, ha trovato 1.200 nuovi casi: è una percentuale del 7,8%.

 

I TIMORI DELLE VARIANTI DEL VIRUS. I dati veneti insomma vanno bene, ma quello che preoccupa è il fronte delle varianti del virus. L'Istituto superiore zooprofilattico delle Venezie Iszve ha rivelato di essere giunto adesso a individuare, con 53 campioni sequenziati (pochi, ma cresceranno) ben 10 varianti del SarsCov2. E la prima buona notizia è che se da una parte é confermata la presenza della famosa variante inglese del virus che era stata data subito dopo Natale dall'Iszve con il direttore generale Antonia Ricci - è la variante emersa in Gran Bretagna a settembre che pare avere una capacità di contagio molto superiore rispetto a quanto accadeva in primavera - dall'altra «nessuno dei 53 campioni analizzati finora» appartiene alla pericolosa variante identificata in Sud Africa. Ma qui è emersa anche una variante del virus che pare avere un pericolo in più: la «capacità di eludere l'attività neutralizzante di alcuni anticorpi monoclonali e di anticorpi presenti nel siero di una parte di individui guariti dall'infezione». E c'è anche un'altra variante che ha una mutazione per cui pare essere in grado di «evadere l'attività neutralizzante di alcuni anticorpi monoclonali». Ed è una delle varianti (come si vede nel grafico) che pare in crescita proprio in Veneto.

 

 

Piero Erle

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