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La conferenza stampa

Zaia: «Un terzo dei veneti ha ricevuto una dose di vaccino. Report? Responsabilità individuali»

Luca Zaia in diretta 27 aprile 2021
Luca Zaia in diretta 27 aprile 2021
Luca Zaia, 27 aprile 2021

Luca Zaia torna in diretta per dare le ultime informazioni sull'emergenza Covid in Veneto e sull'andamento della campagna vaccinazioni ma viene travolto dalle domande dei giornalisti sulle questioni sollevate dall'inchiesta di Report andata in onda ieri sera, questioni sulle quali intervengono anche la dottoressa Francesca Russo e Antonia Ricci.

 

Al centro della "bufera" il direttore generale Luciano Flor che in un fuori onda ha ammesso che lo studio di Crisanti sull'attendibilità dei test rapidi esisteva ma che si era scelto di dire che non c'era per evitare che la ditta che produceva i tamponi facesse causa alla Regione. Su queste dichiarazioni Zaia ha detto che si chiederanno chiarimenti a Flor e ha ribadito di non aver mai visto lo studio in questione, studio che, ha sottolineato, era stato richiesto dalla stessa ditta produttrice di test.

 

Sempre a proposito dello studio, la dottoressa Ricci - nel corso della conferenza stampa - ha svelato il fatto che è pubblico anche se non ancora sottoposto alle verifiche ufficiali e ne ha illustrato i contenuti e quelli che lei ritiene esserne i limiti. 

 

I DETTAGLI DELLA DIRETTA

BOLLETTINO

«Sono 848 i nuovi casi nelle ultime 24 ore, il 2,42% dei tamponi. Sono 1.546 i ricoverati (+6) e 22.844 gli attualmente positivi e 36 i morti»

 

ZONA GIALLA

«Massima attenzione, non abbassare la guardia. Da ieri siamo zona gialla, liberi di muoverci, ma evitare assembramenti. Mascherina e pulizia mani sono come un lockdown»

 

VACCINI

«Stiamo galoppando con la macchina vaccinale, un terzo dei veneti ha ricevuto almeno una dose. Siamo sopra il milione e mezzo di inoculazioni. Ieri c'erano già 80mila 60enni prenotati, andiamo avanti veloci perché da qui al 19 maggio vogliamo spingere su questa fascia per iniziare la successiva il prima possibile»

 

CASO REPORT

«Da come mi è stata raccontata la puntata di Report, credo che ci siano responsabilità personali, non posso parlare per Flor, dovete sentire il diretto interessato. Quando abbiamo avuto sentore di necessità di chiarezza, abbiamo sempre scritto in modo puntuale, più trasparenti di così. Credo che Report abbia comunque evidenziato che l'amministrazione è sempre stata specchiata, noi ci siamo sempre ritenuti tra i più bravi in Italia, non voglio neanche immaginare se fanno la trasmissione in altre regioni. Sui tamponi posso solo dire che quando ti ritrovi a fare 70mila tamponi al giorno sai che tre quarti dei positivi che trovi li trovi con i rapidi. I rapidi non funzionano? Sono la causa di tutti i mali? Non sono un tecnico. Io non vedo negativamente il lavoro fatto da Report, dimostra che l'amministrazione è sempre stata trasparente».

 

«Non avverto necessità di chiedere chiarimenti a Flor? Lo sentirà l'assessore, io sono impegnato su altri fronti. Certamente chiederemo cosa intendeva dire, lo studio c'è o non c'è e cosa intendeva dire. Io non ho mai visto questo studio di Crisanti, ma del resto c'è da dire che io ho informazioni giornalistiche su questo. Flor era direttore azienda ospedaliera non della sanità veneta, mi parlò di uno studio che non era stato validato e so per certo che la ditta Abbot chiese lo studio, però è contabilità e burocrazia dell'azienda ospedaliera. Io credo che rientri nel ruolo del sindacato denunciare pressioni, non mi risultano ripercussioni. La zona gialla? Più di applicare le circolari cosa dovevamo fare?»

 

Interviene la dottoressa Francesca Russo: «Che questo studio sia stato tirato fuori o meno, uno studio che fa un ricercatore universitario o delle nostre aziende ospedaliere se ha l'obiettivo di fornire orientamenti della strategia sanitaria lo invia alla Regione: al mio ufficio non è mai arrivato nulla. Il piano di sanità pubblico che introduceva l'uso dei tamponi è passato dal comitato scientifico, poi il comitato ha chiesto un approfondimento proprio per capire se era il caso di cambiare strategia. Di studi ne abbiamo molti, ma per noi quello che vale sono le direttive nazionali, sono gli enti centrali che devono tenere conto dei vari studi. Il mio organismo di confronto è il Comitato scientifico»

 

Interviene la dottoressa Antonia Ricci: «Io ho avuto modo di leggere lo studio, pubblicato anche se non sottoposto alla Pr review, Un lavoro che confronta i risultati dei tamponi rapidi e molecolari su 1.421 pazienti e vengono riscontrati 18 casi incongruenti, di questi solo 12 vengono poi studiati ulteriormente perché in questi il molecolare era un vero positivo. Otto di questi sottoposti a sequenziamento completo e su 3 è stata trovata una doppia mutazione della proteina N che potrebbe essere la causa del fatto che l'antigenico non è in grado di diagnosticarli» .

 

«Ci sono alcune considerazioni da fare, perché non è certo che le mutazioni siano la causa. La conclusione dello studio dice che il grande aumento di positività nel veneto è dovuto da questa variante "invisibile" al test, ma in realtà da metà dicembre la percentuale di questa variante è crollata. Quindi la supposizione era giusta ma non è stata suffragata dai dati successivi. Stiamo continuando a studiare la cosa perché è importante sapere quali varianti possono sfuggire ai test diagnostici, noi continuiamo a fare questo monitoraggio costantemente e questa variante viaggia in percentuali minime in Veneto» .

 

«Questo studio dice che l'attendibilità del test è di 79,2 con una variabilità statistica molto alta perché i campioni su cui si basava erano pochi. Tra l'altro la Regione non ha sostituito i tamponi molecolari con quelli antigenici, ma sono stati aggiunti. E non esiste al mondo un test con sensibilità del 100 per 100»

 

ASINTOMATICI E MORTALITÀ

Dottoressa Russo: «Mi si dice che Report ha parlato di una situazione poco chiara tra sintomatici e asintomatici. Chiaro che l'aumento dei positivi nella seconda ondata porta a un sovralavoro dei colleghi che devono chiamare le persone in quarantena e ci siamo resi conto che il numero dei non presi in carico stava aumentando. Così abbiamo fatto una riunione con le aziende sanitarie, in particolari quelle più grosse come Verona e Padova, e abbiamo introdotto degli elementi correttivi per completare il monitoraggio delle persone non contattate, contattandole e confermare l'asintomaticità o meno correggendo lo status. Non è che se non sono stati presi in carico e confermati allora vengono considerati asintomatici. Se abbiamo avuto dei momenti di non performance credo sia normale visto il carico del momento, ma abbiamo valutato la situazione e recuperato in corsa, con un grandissimo sforzo. La soglia era il 60 per cento dei tracciati, noi abbiamo recuperato raggiungendo l'80 e poi il 90 per cento» 

 

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VARIANTE INDIANA

Dottoressa Ricci: «Variante indiana trovata in due cittadini dell'ulss7 che erano di ritorno dall'India. Questa è una buona notizia, significa che arriva da fuori e che è stata subito individuata. Queste due persone subito messe in quarantena e non hanno trasmesso il virus fuori della propria famiglia. Questa variante ci preoccupa relativamente perché al momento non ci sono certezze sulla particolare pericolosità o resistenze al vaccino, un po' come la variante brasiliana. Insomma niente di diverso a fenomeni che abbiamo già imparato a conoscere. La situazione in India è drammatica ma non c'è prova che sia dovuto alla variante. Nei Paesi in cui la vaccinazione è più avanti ci dimostrano che i vaccini hanno un'efficacia importante comunque per tenere sotto controllo l'epidemia»

 

 

Giorgia Cozzolino

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