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La crisi

Caro vita. Ingegno e sacrifici: così si combatte la guerra alle bollette

Il caro-energia costringe tutti a cambiare abitudini. E così rispuntano anche borse dell’acqua calda e “moneghe”, gli antichi scaldaletto

A memoria non si ricorda un periodo talmente disgraziato come quello che stiamo vivendo, dopo le guerre mondiali. Perché è vero che abbiamo avuto la crisi di Cuba, il muro di Berlino, i carri armati a Budapest e la Primavera di Praga. È vero anche che c’è un precedente illustre nella crisi energetica: correva il 1973 e l’austerity impose il blocco dei veicoli la domenica, la chiusura dei ristoranti a mezzanotte e l’abbassamento della pubblica illuminazione.

Pandemia, guerra e crisi energetica affondano le famiglie

Ma si tratta pur sempre di avvenimenti diluiti nel tempo. Dalle conseguenze a volte tragiche, non c’è dubbio, ma serviti a rate. Quello che negli ultimi due anni si è scatenato, quasi contemporaneamente, non ha precedenti in tempi recenti. Una pandemia dagli effetti devastanti, una guerra nel cuore del vecchio continente e una crisi energetica che sta mettendo in ginocchio l’economia dell’Europa, anche quella dei Paesi che guardavamo con invidia.
Un mix di sciagure che toccano i grandi interessi senza distinzioni, ma che hanno ricadute pesantissime anche sulle tasche del cittadino medio. Che dovrà affrontare un inverno gelido in tutti i sensi.

Le soluzioni al caro energia

E allora ecco le soluzioni che ognuno cerca di adottare per mitigare i consumi e ridurre le bollette o per risparmiare da qualche parte per poter affrontare i rincari energetici. Cittadini che lasciano l’auto in garage e riprendono in mano la bicicletta per andare al lavoro, un modo per tagliare i costi della benzina e accantonare qualcosa in vista delle fatture di gas ed energia elettrica. Pensionati che spengono il freezer dove mettevano accuratamente da parte le verdure coltivate negli orti sociali e quelli che prevedendo mesi difficilissimi ridurranno anche il numero delle docce.

Si abbassano i termosifoni e si cambiano le lampadine

Si abbassano i termosifoni, addirittura si spengono completamente in certe ore, si cuoce la pasta con il metodo “inerziale”: gas spento dopo due minuti dal bollore e cottura senza fuoco acceso. E poi l’illuminazione. Il cambio delle lampade è il minimo che ci si può aspettare, se non fosse che l’acquisto di led per tutta la casa non è un’operazione indolore dal punto di vista economico, specie per un pensionato. Allora si spengono prima le luci, si accendono candelabri, si va a letto prima la sera, così si risparmia anche sul riscaldamento.

Le "moneghe" escono dalle soffitte

Qualcuno addirittura ha ripescato le borse dell’acqua calda da mettere nei piedi o le vecchie “moneghe”, gli scaldini usati un tempo per creare tepore sotto alle lenzuola, anche se quelle elettriche sono improponibili per i consumi.
Chi aveva acquistato la stufa a pellet si è ritrovato a fare i conti con gli aumenti incontrollati anche di questo materiale. E poi i cibi: qualcuno pensa già ad acquistare meno verdura al supermercato e rispolvera il coltellino da “pissacan”, il dente di leone, da trovare nei campi. Altri hanno già deciso che i prodotti da forno saranno solo un ricordo. Tacciono anche i forni a microonde, succhia energia come le stufette elettriche.

Tutti si ingegnano, ma pochi credono che le soluzioni adottate saranno sufficienti a contenere bollette che nessuno avrebbe mai messo in preventivo. 

Dennis Dellai

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