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la bozza

Autonomia, via libera al disegno di legge. Zaia: «Giornata storica». Calderoli: «Equilibrio raggiunto»

Il Consiglio dei Ministri ha approvato la prima bozza del disegno di legge sull'Autonomia differenziale, presentato dal ministro per gli Affari Regionali, Roberto Calderoli.
Il ministro Calderoli e il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia
Il ministro Calderoli e il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia
Il ministro Calderoli e il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia
Il ministro Calderoli e il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia

«È una bellissima notizia che fa di oggi una giornata storica. Oggi diamo corso alla volontà dei Padri costituenti che scrissero la Carta costituzionale in vigore dal ’48 e ai dettami della modifica del titolo quinto. Ma non è il traguardo di un percorso; è l’inizio. Si apre una grande sfida per questo Paese perché stiamo scrivendo una vera e propria pagina di storia». Sono queste le parole di Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, al via libera in Consiglio dei Ministri della prima bozza del disegno di legge sull'Autonomia differenziale, presentato dal ministro per gli Affari Regionali, Roberto Calderoli.

E ha aggiunto: «Va riconosciuto a questo Governo che con molta coerenza e rispetto per gli elettori ha mantenuto gli impegni, avviando il percorso dell’autonomia. Un vero nuovo cammino che viene avviato dopo solo un centinaio di giorni dall’insediamento. Ringrazio il Presidente Meloni e tutto il Consiglio dei Ministri, in particolare il ministro Calderoli che ha seguito in prima persona questa partita, svolgendo un grande lavoro con tanto buon senso e capacità d’ascolto, a cominciare dal dialogo con le Regioni fin dalla stesura della prima bozza».

«Assunzione di responsabilità»

Per Zaia, «con oggi questo Paese sceglie l’assunzione di responsabilità, l’efficienza e la modernità. Ora ci è richiesto, soprattutto, di lavorare in modo che questa pagina di storia prosegua nel modo migliore. Non è il momento di polemiche; dimostreremo con i fatti che autonomia non è la secessione dei ricchi, che non è una trovata per affossare o lasciare indietro qualcuno, tantomeno il Sud. Autonomia differenziata non significa minare l’Unità nazionale perché come ho detto in molte occasioni, i paesi che hanno da decenni o da anche da secoli un’organizzazione basata su l’autonomia come la Germania o gli Stati Uniti non sarebbero così solidi e visti come nazioni compatte ma fondate sul federalismo più vero».

E precisa: «L’autonomia sarà una grande opportunità anche per il Sud del Paese; non sarà una nemica ma un’opportunità di crescita insieme e l’occasione di valutare fino in fondo gli amministratori. Come dico sempre, Nord e Sud sono legati a doppio filo come gemelli siamesi: la vita o la morte di uno lo sono anche per l’altro. Ora dobbiamo mantenere ancora più vivo l’impegno con i cittadini visto e considerato che la grande aspettativa, ora che c’è il DDL, dovrà concretizzarsi con tutti provvedimenti che ne conseguono».

Prosegue poi: «Ben venga la definizione dei Lep che sono un elemento di civiltà in un Paese in cui su questo tema non si è mai voluto fare chiarezza fino ad oggi. Se esiste un paese a due velocità non è colpa dell’autonomia, ma del centralismo tanto decantato anche in queste ore da alcuni si ostinano a contrapporlo al percorso dell’autonomia. Spiace, infatti, vedere commenti negativi, anche poco informati e offensivi, che definiscono un’azione quasi sovversiva il percorso legale per autonomia».

Infine Zaia conclude: «Vorrei ricordare che l’autonomia è prevista dalla Costituzione quindi è chi è contro l’autonomia a essere contro la Costituzione. Ci sono state più conferme sulla correttezza giuridica e istituzionale del percorso. Una per tutte il referendum del Veneto che si è celebrato grazie ad una sentenza della Corte costituzionale ma aggiungo anche che lo stesso Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha mai negato questa opportunità».

Salvini: «Altra promessa mantenuta»

Anche il ministro Salvini è intervenuto scrivendo direttamente ai parlamentari leghisti. «Efficienza, merito, innovazione, lavoro, più diritti per tutti i cittadini in tutta Italia, meno scuse per i politici ladri o incapaci. Autonomia approvata in Consiglio dei Ministri, altra promessa mantenuta». È il testo del messaggio che secondo quanto si apprende il vicepremier e ministro Matteo Salvini ha inviato nelle chat dei parlamentari e dei consiglieri regionali della Lega, dopo l’approvazione del ddl sull’Autonomia.

Calderoli: «Raggiunto l'equilibrio politico e geografico»

«Grazie ai suggerimenti di tutti i ministri è stato raggiunto un equilibrio complessivo non solo di natura politica ma anche geografica. Abbiamo un treno che è l’Italia e se rallenta un vagone, rallenta tutto il treno e con l’Autonomia avremo un treno ad alta velocità». Lo ha detto il ministro Roberto Calderoli nella conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri che ha approvato il ddl sull’autonomia differenziata.

«Entro 12-13 mesi» il Parlamento dovrebbe approvare il ddl Calderoli mentre nello stesso arco di tempo la Cabina di regia dovrebbe varare i Lep, così da permettere «a inizio 2024» iniziare a esaminare «le proposte» di autonomia differenziata da parte del governo, ha aggiunto. 

«Le 23 materie (che possono essere devolute alle Regioni ndr) possono piacere o non piacere ma sono nel testo costituzionale approvate 22 anni fa e confermato da un referendum popolare. Io sono autore di una riforma che modificava il Titolo V che purtroppo è stato bocciato da un referendum popolare. Dieci anni dopo lo stesso tentativo fu fatto dal governo Renzi e anch’esso fu bocciato. Quando c’è una Costituzione la si rispetta». 

Governatori del Pd in trincea

Saranno loro a dover «negoziare» i poteri con lo Stato, più o meno tra un anno secondo il timing ipotizzato dal ministro Roberto Calderoli, ma il progetto di Autonomia divide i governatori: protestano quelli del Pd, pronti a mobilitarsi; «è una giornata storica» per quelli della Lega.

A mezzogiorno, ore prima del via libera del disegno al legge sull’Autonomia in Consiglio dei ministri, Stefano Bonaccini è ancora fiducioso che alla fine non se ne farà nulla, «c’è freddezza nel governo» e «Fratelli d’Italia è centralista», ma è pronto al muro contro muro: «se vogliono andare avanti faremo una mobilitazione con tanta gente nel Paese». Il presidente dell’Emilia Romagna e candidato alla guida del Pd era tra i primi sostenitori del progetto di autonomia differenziata, ma «la bozza Calderoli è sbagliata», nel merito perché non vanno toccate «materie divisive come la sanità e la scuola», e nel metodo: «non pensi il ministro di applicare un’autonomia non discussa in Conferenza delle regioni», dice.

E in serata rincara la dose e giudica «irricevibile» la bozza di Calderoli, anche perché «non è stata condivisa con la Conferenza delle Regioni, cosa clamorosa e incredibile».

«Assist elettorale» e «proposta spaccaItalia»

Il suo collega pugliese Michele Emiliano legge nel sì del Consiglio dei ministri ora un assist elettorale alla Lega: «Ci indigna profondamente questa cosa di voler fare l’autonomia differenziata prima delle elezioni in Lombardia». Stessa accusa rivolta alla premier dal presidente del M5s, Giuseppe Conte: «La patriota Meloni paga il dazio a Salvini per tenerlo in maggioranza. Svende l’Unità d’Italia per qualche voto in più».

«È una proposta propagandistica che spacca l’Italia», è perentorio il presidente della Campania, Vincenzo De Luca: «Non consentiremo lo smantellamento della sanità pubblica e della scuola pubblica statale». Il testo approvato prevede un passaggio per il parere in Conferenza unificata prima di approvare alle Camere, ma per il Pd è stato scavalcato il confronto. Protesta Elly Schlein per la quale «il disegno di Autonomia differenziata è una sberla di Meloni al Sud del Paese», e chiede di convocare subito le Regioni.

Non tutte le anime del centrodestra vivono la riforma con lo stesso entusiasmo. Come il governatore della Sicilia Renato Schifani: «I miei colleghi governatori del Nord - dice l’ex presidente del Senato, di Forza Italia - conducono battaglie a difesa dei loro territori sostenendo anche una maggiore capacità nel versamento dei tributi, ma su servizi essenziali come sanità e scuola resto convinto che non possono esserci medici o professori più pagati al Nord e meno al Sud».

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