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Biden in Giappone per il nuovo piano di investimenti: «Benefici concreti per tutti». Ma la Cina replica: «Strategia destinata a fallire»

Il presidente Usa incontra il primo ministro giapponese Fumio Kishida
Il presidente Usa incontra il primo ministro giapponese Fumio Kishida
Biden: "Lanciamo il piano Indo-Pacifico, convolti 13 Paesi"

Biden alza oggi dal Giappone il velo sull’Indo-Pacific Economic Framework (Ipef), l’ambizioso piano di investimenti e rafforzamento dei rapporti commerciali che farà aumentare la presenza Usa nell’area e getterà le basi del collegamento "tra simili" nell’ottica del contenimento della Cina.

«Ci saranno benefici economici concreti per i Paesi che vorranno partecipare», assicura Biden.  «La nuova piattaforma economica, sarà introdotta per ostacolare l’espansionismo della Cina, e porterà numerosi vantaggi per l’intera regione», ha aggiunto il presidente Usa a margine dell’incontro con il primo ministro giapponese Fumio Kishida. All’inizio della riunione aperta alla stampa, Biden ha anche ringraziato il Giappone per essersi schierato con l’Occidente per preservare i valori democratici, assicurando l’applicazione di sanzioni a seguito dell’invasione della Russia in Ucraina.

Il premier Kishida ha auspicato una maggiore collaborazione tra i due Paesi per garantire la pace e la stabilità della regione Indo-Pacifico. «Ogni uso della forza per alterare l’ordine mondiale - ha continuato Kishida, non verrà tollerato».

La reazione.  La strategia Indo-Pacifica degli Stati Uniti sulla formazione delle «piccole cricche in nome della libertà e dell’apertura» ha il solo scopo di contenere la Cina ed è destinata a fallire. Lo dice il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, aggiungendo che se l’Indo-Pacific Economic Framework (Ipef), l’ambizioso piano d’investimenti e rafforzamento dei rapporti commerciali nell’area che il presidente americano Joe Biden si appresta a lanciare oggi a Tokyo, «diventa uno strumento politico per gli Usa per salvaguardare la propria egemonia economica regionale ed escludere deliberatamente Paesi specifici, sarebbe su una strada sbagliata».

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