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Berlino, italiana dispersa
Il killer è ancora in fuga

Fabrizia Di Lorenzo in una foto tratta dal suo profilo Facebook
Fabrizia Di Lorenzo in una foto tratta dal suo profilo Facebook
Fabrizia Di Lorenzo in una foto tratta dal suo profilo Facebook
Fabrizia Di Lorenzo in una foto tratta dal suo profilo Facebook

Rodolfo Calò

BERLINO

L’Isis ha rivendicato l’attacco con un tir al mercatino di Natale della ex-Berlino ovest che lunedì sera ha causato 12 morti e quasi 50 feriti. E c’è angoscia per la sorte di una ragazza abruzzese considerata ufficialmente dispersa anche se i parenti nutrono poche speranze.

La certezza per ora è la nazionalità tedesca di sei delle 11 vittime (tutte adulte) falciate dal mezzo, cui va aggiunto l’autista polacco ucciso dal killer. Un calcolo che lascia temere che fra le cinque vittime da riconoscere ci sia Fabrizia Di Lorenzo, la donna di 31 anni di Sulmona che lavora in una azienda di trasporti a Berlino ed è scomparsa la notte dell’attacco. In Germania dal 2013, aveva anche fatto l’Erasmus lì. Si era laureata a Roma in Mediazione linguistico-culturale e dopo si era spostata a Bologna per finire gli studi in Relazioni internazionali e diplomatiche. Il suo cellulare è stato ritrovato vicino al luogo dell’attentato: un ragazzo l’ha consegnato alla polizia. Ieri non si è vista al lavoro.

La famiglia vive ore di angoscia: «Abbiamo capito», dice affranto il padre di Fabrizia, Gaetano, «che era finita all’una e mezza: siamo stati noi a chiamare la Farnesina, ma l’aiuto più grande ce lo hanno dato i carabinieri di Sulmona. Ci siamo mossi con i nostri canali, ma da quanto mi dice mio figlio da Berlino, non dovrebbero esserci più dubbi», afferma trattenendo a stento i singhiozzi: «È lì con mia moglie in attesa dell’esame del Dna, aspettiamo conferme, ma non mi illudo», conclude.

Ad assisterli nelle strazianti procedure è l’ambasciatore d’Italia a Berlino, Pietro Benassi. Inoltre, secondo fonti investigative, c’è un altro italiano rimasto ferito in maniera non grave. Ma, stando ad altre fonti, potrebbe esserci un terzo italiano coinvolto, di cui non si ha conferma.

Per le vittime è stata celebrata una messa ecumenica proprio nella «chiesa del ricordo», davanti alla quale il tir si è fermato travolgendo stand natalizi e persone per un’ottantina di metri. Vi hanno partecipato i vertici dello Stato tedesco e la cancelliera Merkel, che in una dichiarazione ha esortato a trovare «la forza per vivere come desideriamo in Germania, liberi, insieme e aperti». Quando ancora era sospettato il pachistano, la cancelliera ha avvertito che sarebbe «particolarmente difficile da tollerare» e «disgustoso» se il terrorista fosse un profugo. Il dibattito politico in Germania nei prossimi mesi dipenderà dal profilo che il presunto «soldato» dell’Isis risulterà avere.

Intanto l’agenzia di stampa dello stato islamico, la Amaq news agency, ha sostenuto che il «soldato» ha compiuto «una vendetta per gli attacchi in Siria». L’annuncio è venuto ieri sera, dopo che era stato rilasciato il principale sospettato di essere il guidatore-killer, che ha utilizzato a Berlino una tecnica terroristica rivendicata dall’Isis che fece quasi 90 morti lo scorso 14 luglio a Nizza. Si trattava di un profugo pachistano e la sua origine, assieme al suo status, peraltro di semi-clandestino, ha innescato un dibattito politico a tutto svantaggio della cancelliera e della sua politica di apertura ai migranti dell’anno scorso.

IL KILLER IN FUGA. Il profugo, di 23 anni, per motivi non chiari si era dato alla fuga dal luogo dell’attacco attraverso il grande parco cittadino del Tiergarten ma era stato fermato dalla polizia dopo circa un chilometro grazie alla indicazioni di persone che lo avevano notato. Esami del Dna e altri accertamenti non sono stati sufficienti a confermare l’arresto del giovane indicato col nome di Naved B.

Il procuratore generale Peter Frank ha ammesso di non poter escludere che in fuga ci sia anche più di una persona. Di certo, anche se si tratta di uno solo, l’attentatore dovrebbe essere ancora armato e pericoloso, e potrebbe tentare di uccidere ancora prima di essere arrestato.

Fra i pochi dati oggettivi ci sono l’uccisione a colpi d’arma da fuoco dell’autista, polacco, il cui corpo è stato rinvenuto al posto del passeggero. Tutto lascia pensare che il vero terrorista lo abbia ucciso dopo essersi fatto spiegare come accendere e condurre il mezzo verso il suo tragico destino.

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