<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
«Penalizzare gli inadempienti»

Vaccini, Draghi punta piedi in Europa. E intanto si lavora al nuovo Dpcm

Il vertice europeo
Il vertice europeo
Il vertice europeo
Il vertice europeo

Il premier Mario Draghi punta i piedi sui vaccini. Al summit europeo i 26 sposano la linea di Mario Draghi: bisogna accelerare sui vaccini penalizzando le Big Pharma inadempienti sulle forniture. E, con l’apertura di Angela Merkel, trovano un primo accordo per il via libera ai passaporti vaccinali, quei certificati che potranno consentire a chi ha ricevuto le dosi di muoversi e viaggiare. Vanno fatti entro tre mesi, è stato l’impegno politico.

 

Con 51,5 milioni di dosi di vaccini distribuiti complessivamente nell’Unione a fine febbraio, e solo l’8% di europei che hanno ricevuto almeno la prima immunizzazione, i capi di Stato e di governo hanno chiesto che la Commissione adotti un approccio più rigido nell’applicazione del controllo dell’export per quelle aziende farmaceutiche che non rispettano i patti. «Non sarà un blocco dell’export», ha detto Emmanuel Macron, «perché questo comporterebbe una frammentazione della produzione mondiale». Ma la strada è quella di penalizzare chi non rispetta le consegne.

 

Un chiaro messaggio per AstraZeneca, che sembra aver favorito Regno Unito e Israele, a discapito dell’Unione, e di cui si narra vi siano svariati milioni di dosi in mano ad intermediari pronti a servire il miglior offerente. D’altra parte le giustificazioni del ceo Pascal Soriot, che sulla graticola del Parlamento europeo ha confermato la distribuzione di solo 40 milioni di dosi entro marzo e la sforbiciata del 60%, hanno inferto un nuovo colpo alla pazienza dei leader.

 

L’obiettivo, come ribadito dalla presidente dell’Esecutivo comunitario Ursula Von der Leyen, resta quello di immunizzare il 70% della popolazione adulta, ovvero 255 milioni di persone entro fine estate, ma i grafici presentati sulle dosi previste in consegna nel secondo e nel terzo trimestre, come rilevato da Draghi, non rassicurano, perchè non offrono certezza.

 

Bisogna correre di più con le immunizzazioni per rallentare il dilagare delle varianti, ha insistito Draghi, e richiamando gli esempi del Regno Unito e degli Stati Uniti, che tengono ben stretti i loro vaccini, ha chiesto perchè l’Europa non faccia altrettanto. Su questa scia, pur dando il suo sostegno al Covax, lo strumento per l’accesso globale ai vaccini anti-Covid, il premier italiano ha messo in rilevo il problema di credibilità nei confronti dei cittadini europei, che non capiscono donazioni in questo momento in cui l’Unione è ancora troppo indietro con le sue immunizzazioni.

 

 

Il governo, intanto,  in accordo con le Regioni, prepara il nuovo dpcm con le misure di contrasto al Covid e per «per rendere più agevole la programmazione delle attività economiche, le chiusure partiranno dal lunedì». Resta il sistema delle fasce, prende corpo l’ipotesi di una graduale riapertura dei siti culturali ad aprile.

Suggerimenti