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Il capolavoro inaugura la stagione lirica 2021

Sulle note di Verdi, Muti incanta l’Arena: un’Aida da applausi

Ottima prova di coro e orchestra
La direzione di Riccardo Muti ha incantato l’Arena, grande prova di orchestra e coro
La direzione di Riccardo Muti ha incantato l’Arena, grande prova di orchestra e coro
Prima in Arena, Muti (Dal Ben)

Ta-taa.... una prima nota breve e la seconda lunga. Il gesto impresso ieri sera da Riccardo Muti alle prime due note del tema di Aida nel preludio Andante mosso dell’opera con cui ha inaugurato la novantottesima stagione lirica a Verona, ha sprigionato da subito un impulso irresistibile a seguirlo, nei seimila spettatori presenti nel monumento romano. Ci sono esperienze che incidono sulla nostra comprensione della vita.

 

Il cuore e il pensiero. Lasciarsi condurre dal pensiero e dal cuore del grande concertatore nello scavo della partitura prediletta è stato paragonabile alla conoscenza di un libro di psicologia come «Pensieri lenti e veloci», del premio Nobel Daniel Kahneman. Due note che hanno dato avvio al tema di Aida con i violini divisi, reso ineffabile ed etereo, che è riuscito a raffigurare tutta la delicatezza e dolcezza del personaggio femminile, che con la scansione di quel metro giambo comunica tutta l’impazienza del suo amore per Radamès, cui ieri sera ha voluto imprimere un’ulteriore connotazione di esitazione dolcissima, per poi procedere alla sua intensificazione fino a condurci a provare il tumulto della più travolgente passione, mentre l’opera doveva ancora iniziare.

 

Quello che gli uomini non possono capire, e che invece le donne amano perdutamente, è quando il loro ego, la loro forza irruente, anziché strumento di potere, diviene un’affascinante esplorazione della condizione umana.

 

Emozione e passione La direzione di Riccardo Muti ha incantato l’Arena, grande prova di orchestra e coroUn’opera che diventa concerto  Riccardo Muti ha presentato una versione rivista e corretta di Aida
Emozione e passione La direzione di Riccardo Muti ha incantato l’Arena, grande prova di orchestra e coroUn’opera che diventa concerto Riccardo Muti ha presentato una versione rivista e corretta di Aida

 

Suono e azioni. Il suono, oltre a evocare azioni, le contiene. Tale è stata la visione interpretativa di “Aida” di Riccardo Muti, in linea con quanto lo stesso direttore ha indicato in un’analisi pubblicata sulla più autorevole rivista scientifica dedicata al compositore di Busseto «Studi Verdiani» del 2018. In primo luogo interrogandosi su ciò che Verdi vuol dire tramite le strutture della partitura. Come per «Celeste Aida», forse la più celebre romanza dell’opera.

 

L’abbiamo «vissuta» ieri sera, calati nei panni di Radamès, con l’irrompere irrazionale dell’immagine di Aida nei suoi pensieri, quando la sonorità potente delle trombe (dopo le parole «per te ho vinto») è scivolata senza soluzione di continuità nel suono diafano e lunare dei violini con cui è parsa riapparire a tratti l’idea fissa della giovane donna, tornando irrazionale nella sua mente, avvicendandosi con il suo sogno di potere.

 

Opera senza scene. Muti ha reso evidente l’azione dell’opera pur senza scene, comunicando a chi era presente i percorsi emotivi realizzati da Verdi tramite la strumentazione, scavando i più piccoli dettagli per riempirli di senso. Verdi in “Aida” si confronta con Beethoven, che era una sua ossessione. Continuamente in Aida la sfera pubblica del potere irrompe in quella privata dell’amore e viene realizzata con uso complesso della strumentazione. Grazie alla sua direzione anche l’ascoltatore più ignaro è stato condotto a cogliere chiaramente le transizioni fra i due ambìti, come una vera tecnica cinematografica che trascolorando cambia l’immagine.

 

Muti ci ha guidati negli stati d’animo più intimi e riflessivi, in cui ha prevalso l’intreccio dei sentimenti fra i protagonisti, con configurazioni strumentali più ridotte, e in quelli più irruenti, in cui la piena orchestra ha espresso il conflitto centrale dell’opera offrendo una meravigliosa continuità. Spesso, al picco dei lunghi processi drammatici, ci siamo trovati senza fiato. 

 

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Elena Biggi Parodi

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