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Suicidio di coppia a Spinello. Dietro la morte dei coniugi l'ombra di una setta

Il portone di ingresso dell'abitazione a Spinello della coppia suicida
Il portone di ingresso dell'abitazione a Spinello della coppia suicida
Il portone di ingresso dell'abitazione a Spinello della coppia suicida
Il portone di ingresso dell'abitazione a Spinello della coppia suicida

Un post-it ai figli con poche parole, sul bisogno di trovare serenità e un luogo in cui «vivere in pace», poi un colpo secco di pistola, ognuno verso di sé, per farla finita. È così che una coppia di coniugi pensionati ultrasessantenni residente a Roma si sarebbe tolta la vita sull’Appennino forlivese, dove aveva una seconda casa.

Sulla tragedia l’ombra di una setta, o più propriamente di una comunità legata a credenze sull’apocalisse, in auge con la fantomatica profezia dei Maya del 2012 e tornate a circolare negli ultimi tempi anche a causa della guerra in Ucraina. Sul caso indagano i carabinieri di Meldola coordinati dalla Procura di Forlì-Cesena, pm Francesca Rago.

Nella casa di Spinello di Santa Sofia, frazione di poche decine di ville e circa duecento anime, i corpi dei due anziani sono stati trovati ieri sera, da carabinieri e vigili del fuoco che hanno dovuto forzare una finestra dopo l’allarme dei figli che non avevano notizie dei genitori da almeno un paio di giorni. Le vittime si chiamavano Paolo Neri e Stefania Platania, avevano 67 e 65 anni ed erano ex dipendenti del Senato.

«All’inizio l’ipotesi era omicidio-suicidio - dice all’ANSA Rossella Capuano, comandante dei carabinieri di Meldola - perché all’arrivo i militari hanno intravisto una sola pistola, poi durante i rilievi è stata trovata una seconda pistola, nascosta sotto il corpo di lui». Erano regolarmente detenute e risulta sparato un solo colpo da ognuna. Per il medico legale non ci sono dubbi. «Dal foro di uscita la dinamica è quella del suicidio».

I cadaveri sono stati trovati nella camera da letto al secondo piano, riversi a terra. La casa al momento non è sotto sequestro. A corroborare questa tesi anche uno scarno biglietto, un post it lasciato sul comodino, con un addio al plurale, come se l’intenzione fosse appunto condivisa da entrambi. Quanto al legame della coppia con la comunità dei "Ramtha", è quello che si evince da testimonianze sui due coniugi.

«Riguarda un loro spaccato di storia - precisa la comandante - Nel 2012 quando hanno acquistato casa a Spinello ci è stato riferito che effettivamente i signori erano pronti con bunker e provviste accumulate». Se qualcosa sia cambiato in questi dieci anni non è al momento noto. Né se ci sia un nesso diretto col tragico gesto. La comunità dei "Ramtha" aveva fatto parlare di sé soprattutto nel 2012, a ridosso della profezia apocalittica dei Maya tanto celebre quanto incompiuta, coinvolgendo da vicino proprio Spinello.

Il piccolo borgo a 800 metri in Appennino, di nemmeno duecento anime, è famoso per il centro sportivo che ospitò negli anni ’90 la nazionale e ogni anno gli arbitri di serie A. Tuttavia per i seguaci Ramtha avrebbe soprattutto un’altra peculiarità. Sarebbe «benedetto» e quindi in grado di sopravvivere a una eventuale fine del mondo. Tanto che una decina d’anni fa diverse persone, in balia di questa convinzione, avrebbero comprato case e ville a Spinello, costruendo bunker.

Poi, con lo scavallamento del 2012, questi riflettori sembravano essersi spenti e la maggior parte delle villette dopo qualche anno è stata persino svenduta. «A fatti così tragici non siamo abituati», dice Daniele Valbonesi, sindaco di Santa Sofia. «Sì, è vero - aggiunge - a Spinello c’era un gruppo di persone, e qualcuna credo ci sia ancora, che si riferiva a questa setta o gruppo. Ci sono stati dei raduni in passato, dei ritrovi, ma niente che abbia creato problemi. Le case col bunker? Forse prima del 2012. Ma ora è solo colore».

Sconvolto uno dei due figli della coppia, raggiunto telefonicamente dai carabinieri: «Non si aspettava quello che è successo. Avrebbe dovuto vedere i genitori tra qualche giorno, avevano dei programmi».

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