<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Il vertice

Non risolutivo l'incontro con il Governo, i benzinai confermano lo sciopero

I gestori delle pompe di benzina al momento rilanciano la protesta proclamata per il 25 e 26 gennaio e che era stata congelata.
Lo sciopero dei benzinai per il 25 e 26 gennaio al momento è confermato
Lo sciopero dei benzinai per il 25 e 26 gennaio al momento è confermato
Lo sciopero dei benzinai per il 25 e 26 gennaio al momento è confermato
Lo sciopero dei benzinai per il 25 e 26 gennaio al momento è confermato

Aggiornamento 17 gennaio: «In attesa delle valutazioni del Governo lo sciopero previsto per i giorni 25 e 26 gennaio è confermato. Per fare emergere serietà e competenza richiesta c’è tempo fino al minuto prima della chiusura degli impianti». Lo affermano in una nota congiunta di Fegica e Figisc/Anisa dopo l’incontro con il governo.

 

L'incontro al Mimit

Ai gestori delle pompe di carburanti di Fegica e Figisc Confcommercio non piace il decreto sulla trasparenza dei prezzi pubblicato sabato dal governo, soprattutto nella parte relativa alle sanzioni che rischiano i benzinai, e affermano che «a queste condizioni è confermato lo sciopero» già indetto per il 25 e 26 gennaio.

«Sul caro carburanti continua lo scaricabarile del Governo» afferma il presidente della Fegica, Roberto Di Vincenzo mentre il presidente nazionale della Figisc Bruno Bearzi avverte che «se domani nell’incontro al Mimit non si riparte dal decreto si conferma lo sciopero».

Il commento dei gestori delle pompe di benzina

Bearzi spiega che l’incontro di domani era già previsto per affrontare i problemi della filiera ma alla luce del dl pubblicato e della notizia dell’Antitrust «bisogna ripartire dal decreto», deve affrontare queste due ultime emergenze perchè «all’opinione pubblica viene rimandato che non siamo corretti ed è un messaggio che non ci piace».

Di Vincenzo spiega che dopo che il governo ha «certificato formalmente il comportamento assolutamente corretto dei gestori nell’incontro della scorsa settimana, prima la pubblicazione di un decreto pasticciato e senza alcuna efficacia sui prezzi» arriva oggi la notizia dell’avvio di «una istruttoria Agcm che indagherebbe sui petrolieri non per le loro eventuali responsabilità ma perchè non avrebbero sorvegliato i benzinai evidentemente rei di aver speculato sui prezzi».

Per il rappresentante della Fegica «è una situazione grave, se non fosse ridicola. Il Governo non può continuare ad avere sette anime l’una contro l’altra armata e sette posizioni diverse che finiscono inevitabilmente per scaricarsi sui cittadini di questo Paese e pure su una intera categoria di lavoratori. Non può dire oggi che i gestori si sono comportati correttamente e domani evocare l’intervento della Gdf e dell’Agcm».

Domani un incontro al ministero

L’incontro previsto per domani al ministero delle Imprese del made in Italy, «che peraltro non è stato ancora convocato - spiega Di Vincenzo - non nasce certamente sotto i migliori auspici, né ci mette in uno stato d’animo sereno. Al presidente del Consiglio facciamo appello direttamente perchè riassuma alla responsabilità collegiale del Governo la direzione del negoziato e perchè cessi questo continuo stillicidio di iniziative e provvedimenti assunti da singoli esponenti, i quali sembrano giocare ciascuno una propria partita. Lo sciopero al momento è confermato. La soluzione è nelle mani di un negoziato specifico che non può partire se non in condizioni di assoluta serietà e competenza sui problemi di un settore che attendono risposte da troppo tempo».

L'obbligo di esporre i prezzi medi regionali e le sanzioni

Bearzi spiega che il decreto non piace ai gestori soprattutto nella parte relativa alle sanzioni, che sono «sproporzionate, non fanno deterrenza», peraltro «i cartelli sono dannosi e inutili» e dovrebbero essere «tarati sull’area circostante non a livello regionale».

La mancata esposizione dei prezzi medi regionali porta a sanzioni di seimila euro che vuol dire «vendere 180mila litri di benzina, pari a sei autobotti», e il carburante di un’autobotte viene venduto in una settimana, precisa il presidente della Figisc. La sanzione può arrivare sino alla «risoluzione del contratto e la richiesta di danni da parte della compagnia» petrolifera con «la chiusura dell’azienda» di distribuzione «e non lo possiamo accettare».

 

Aggiornamento 13.30

Lo sciopero dei benzinai del 25 e 26 gennaio «è congelato». Lo tengono a precisare i rappresentanti dei sindacati dei gestori Faib Fegics e Figisc all'uscita da Palazzo Chigi al termine dell'incontro con il Governo.

Apprezzato il chiarimento avuto con l'Esecutivo e per quello che riguarda le organizzazioni dei benzinai, «le polemiche finiscono qui», affermano.

Già nei prossimi giorni, le organizzazioni dei gestori si rendono disponibili ad affrontare i temi sul tavolo e a individuare strumenti anche normativi utili ad affrontare sia la contingenza che soprattutto la prospettiva.

Un percorso che può portare a rivalutare anche lo sciopero proclamato per fine mese, al momento congelato seppure con la riserva per una sua sospensione in funzione dell'esame del testo del decreto una volta emanato.

 

***

13 gennaio

Le accise per ora non scendono. Ma il governo è pronto ad intervenire quando ci saranno maggiori incassi dall’Iva. Lo annuncia la premier Giorgia Meloni cercando di placare la tensione salita alle stelle dopo le misure decise dall’esecutivo contro i rincari.

Gli interventi non vanno giù ai gestori che scelgono la strada dello scontro aperto: vanno all’attacco contro l’ «ondata di fango», lamentano, gettata sulla categoria e proclamano due giornate di sciopero a fine mese. Il governo difende le scelte fatte con il decreto sulla trasparenza dei prezzi, ma è costretto a correre ai ripari, convocando per domani un incontro con il settore.

Meloni: «Non faccio scaricabarile»

Appuntamento su cui si spende in prima persona la stessa premier: «Domani incontro la categoria e dirò loro che non c’è nessuna volontà di fare scaricabarile», dice intervenendo ieri in serata al Tg1. «Tutti i nostri interventi sono per calmierare l’inflazione», aggiunge quasi contemporaneamente al Tg5, e sulla benzina assicura: «Quello che che lo Stato incassa in più di Iva verrà utilizzato per abbassare il prezzo».

Leggi anche
Carburanti, nel Veronese prezzi da record: tra i più alti d'Italia

Al momento nel decreto non è previsto alcun intervento, scandiscono fonti dell’esecutivo, dopo le parole del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti su un possibile taglio nel caso di aumento dei prezzi. Ma il cdm interviene «aggiustando» una norma che già esiste e consente di ridurre le accise se il prezzo supera almeno il 2% del valore indicato nel Def: in caso di aumento del prezzo del greggio e quindi dell’Iva in un quadrimestre di riferimento, il maggiore introito incassato in termini di imposta dallo Stato potrà essere utilizzato per finanziare riduzioni del prezzo finale alla pompa.

In cdm sono state inoltre approvate alcune modifiche al decreto varato appena due giorni fa sulla trasparenza, garantendo che i buoni benzina saranno esentasse fino a fine anno. Ora l’osservato speciale del governo sono i prezzi: l’esecutivo «monitorerà attentamente» il livello non solo della benzina, ma anche dei beni di largo consumo, spiega Giorgetti. Solo a valle del monitoraggio si valuteranno ulteriori iniziative. E comunque oggi, puntualizza, i prezzi sono sui livelli di agosto 2022, lontano dai picchi (sopra i 2 euro) toccati quando il governo Draghi decise gli sconti. Nel frattempo si attende ancora di vedere nero su bianco il decreto su cui, secondo quanto si apprende, sarebbero sorti dubbi sull’idea di fissare un tetto per i prezzi applicati nelle autostrade.

I benzinai: «Ondata di fango, sciopero di due giorni»

Intanto i gestori hanno annunciato la decisione che era nell’aria da ieri: sciopero per il 25 e 26 gennaio, con presidio sotto Montecitorio. L’obiettivo è «porre fine a questa "ondata di fango" contro una categoria di onesti lavoratori e cercare di ristabilire la verità», spiegano unitariamente Faib-Confesercenti, Fegica, Figisc-Confcommercio, che accusano il governo di aumentare il prezzo dei carburanti, scaricando «la responsabilità sui gestori».

Il governo ha però replicato immediatamente alle accuse. Le misure adottate sono contro i fenomeni speculativi e «quindi a tutela dei distributori», spiega il sottosegretario alla presidente del consiglio Giovanbattista Fazzolari. «Non c’è nessuna ondata di fango nei confronti dei titolari delle pompe di benzina e del settore», cerca di svelenire il clima l’altro sottosegretario alla presidenza, Alfredo Mantovano, che a metà giornata ha annunciato la decisione di convocare un incontro con i sindacati del settore. «Per ascoltare le loro ragioni e confrontarle con le misure che il governo intende adottare e ha adottato», spiega Mantovano che sarà al tavolo insieme ai ministri Giorgetti e Urso.

Un impegno, quello del governo, che comunque già soddisfa i gestori. «Vediamo domani come evolve la situazione», dice il presidente della Faib-Confesercenti Giuseppe Sperduto. Il tema anima il dibattito anche dentro la maggioranza, dove si registra qualche distinguo. Il responsabile energia di Forza Italia Luca Squeri considera le misure di Palazzo Chigi «populiste». E il ministro dell’ambiente azzurro Pichetto Fratin commenta asciutto lo sciopero: «è un diritto legittimo». E mentre le opposizioni si scagliano contro l’esecutivo, i consumatori criticano la scelta dei benzinai: «assurdo e immotivato» lo sciopero, dice il Codacons, che presentare una istanza urgente al Garante per gli scioperi perchè blocchi la mobilitazione.

Suggerimenti