<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
i primi risultati

Runner morto in Trentino, l'autopsia conferma l'orso. Fugatti: «Dimezzare gli esemplari»

La conferma dai primi rilievi autoptici: era vivo quando è stato aggredito
Andrea Papi, il runner trovato morto in Trentino
Andrea Papi, il runner trovato morto in Trentino
Andrea Papi, il runner trovato morto in Trentino
Andrea Papi, il runner trovato morto in Trentino

Ad uccidere Andrea Papi, il runner trovato morto in Trentino, è stato un orso. La vittima era viva al momento dell’aggressione. Lo confermano i primi rilievi a seguito di operazioni peritali eseguiti presso la sala autoptica. Lo apprende l’Ansa da fonti investigative.

E non si placa la polemica. «Il progetto Life Ursus oggi è sproporzionato rispetto alla sua originaria impostazione, che prevedeva una cinquantina di orsi sul territorio trentino. Ora ne abbiamo circa un centinaio su una parte del Trentino. Se vogliamo garantire la convivenza uomo-animale, dobbiamo fare in modo che il progetto torni alle sue origini». Lo ha ribadito il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, a margine dell’incontro svoltosi a Malè con i sindaci della valle. «Gli esemplari problematici, come abbiamo deciso ieri, vanno abbattuti velocemente. Ci attendiamo la giusta collaborazione da parte delle autorità competenti: mi riferisco allo Stato, ai Ministeri, Ispra, che in qualche situazione hanno dimostrato un certo ostracismo nella storia di questo progetto rispetto alle posizioni della Provincia autonoma di Trento».

Fugatti spiega che sono tre i casi di orsi problematici, dei quali è già stata informata Ispra. «Nei prossimi giorni verrà fatta richiesta di abbattimento di questi tre esemplari, tra cui Mj5 (responsabile dell’aggressione del 5 marzo scorso), Jj4 (di cui già chiesto abbattimento) e M62. Abbiamo avuto già rassicurazioni da parte Ispra di dell’accoglimento di queste richieste».

 

***

6 aprile

È stato trovato morto in un bosco della val di Sole, forse ucciso da un animale selvatico, il runner di 26 anni che ieri pomeriggio (5 aprile) non ha fatto rientro a casa. Si chiamava Andrea Papi.

Sono in corso accertamenti a Caldes dove nella notte il corpo dell'uomo è stato trovato. I carabinieri, la scientifica e le autorità investigative stanno effettuando i rilievi, operazione che sta coinvolgendo anche i forestali della Provincia.

Tra le ipotesi al vaglio infatti anche quella legata all'aggressione da parte di un animale selvatico.

Sul posto si è recato anche il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti assieme al dirigente della protezione civile Raffaele De Col. 

 

Gli aggiornamenti 

 Gli abitanti di Caldes danno per scontata l’aggressione da parte di un orso. Da tempo si parla di avvistamenti in zona. Solo un mese fa l’aggressione in valle di Rabbi di un escursionista da parte dell’esemplare Mj5. «Vi sono state aggressioni ad animali di allevamento nell’ultimo mese, tra cui una pecora sbranata a margine dell’abitato di Caldes lo scorso 19 marzo», raccontano in paese ai cronisti. «Ci sono state diverse aggressioni nella zona. Bisognava solo attendere la morte di una persona», questo il commento amaro.

La polemica

 «Ragazzo ucciso in Trentino da un orso mentre faceva jogging? Sarebbe - purtroppo - l’inevitabile risultato di decenni di ottusità e demagogia degli estremisti animalisti e dei loro complici politici che non hanno cultura della montagna, non hanno rispetto della vita umana, non hanno cuore. Tanto lo sappiamo: per loro l’orso è sacro e non si tocca, mentre un ragazzo può pure crepare. Che vergogna!». Lo scrive su Twitter la deputata di FdI eletta in Trentino-Alto Adige Alessia Ambrosi.

 

 

Intanto l’Ente Nazionale Protezione Animali esprime profondo cordoglio per la scomparsa del runner 26enne, il cui corpo è stato trovato tra i boschi di Caldes, nel Trentino. L’associazione «segue con estrema preoccupazione gli sviluppi di questa tragica vicenda, restando in attesa dell’esito delle indagini e del referto del medico legale. Al momento non c’è nessun elemento che permetta di stabilire con assoluta certezza le cause del decesso del giovane, ciononostante - rileva la Protezione Animali - alcuni esponenti politici locali non hanno perso tempo per strumentalizzare il fatto ed alimentare un clima di intolleranza, paura, odio nei confronti degli orsi. Orsi che già da ora, e senza alcun riscontro fattuale, vengono accusati di essere responsabili della morte del giovane, con l’evidente obiettivo di scatenare una vera caccia alle streghe».

«È bene ribadire che allo stato attuale ogni ipotesi sulle cause del decesso può risultare non solo infondata ma anche fuorviante. È possibile, ad esempio, che i presunti segni trovati sul corpo del runner e ricondotti ad un animale selvatico, siano successivi al decesso, le cui cause potrebbero anche essere dovute ad un malore. In attesa che le indagini facciano il loro corso - dichiara Enpa - chiediamo a tutti la massima responsabilità, evitando speculazioni e strumentalizzazioni finalizzate soltanto ad accrescere i consensi in vista della prossima campagna elettorale».

 

 

Suggerimenti