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Oggi il Consiglio dei ministri

Nuovo decreto, in arancione e rosso fino a maggio e quarantena per chi va all'estero a Pasqua. Ma apertura sulle scuole

Nuovo vertice sulle misure anti Covid
Nuovo vertice sulle misure anti Covid
Nuovo vertice sulle misure anti Covid
Nuovo vertice sulle misure anti Covid

Oggi il Consiglio dei Ministri per il varo del nuovo decreto Covid: saranno approvate le nuove disposizioni anti-contagio e le norme sugli operatori sanitari no-vax. Previsto un meccanismo per allentare le restrizioni se migliorano i dati. Fino al 6 aprile tamponi e quarantena obbligatori per i viaggi esteri. Il tasso di positività nazionale cala al 5,3%. Altri 529 i decessi. 

 

QUARANTENA PER CHI VA ALL'ESTERO A PASQUA

Piomba nel bel mezzo di un braccio di ferro tra i ministri sul nuovo decreto Covid, il rapporto dell’Istituto superiore di sanità sulla diffusione delle varianti del Coronavirus. I dati, osservano i ministri più «rigoristi», restano preoccupanti: è la realtà a imporre la linea dura. E l’attenzione resta altissima, tanto che Mario Draghi decide di dare un segnale concordando con il ministro della Salute Roberto Speranza un’ordinanza che dispone la quarantena per chi a Pasqua vada all’estero: un «forte deterrente».

 

NIENTE ZONE GIALLE  FINO A MAGGIO

È la linea dura che sarà confermata nelle prossime ore dal nuovo decreto legge Covid: niente zone gialle per tutto aprile, solo arancioni e rosse. Ma il premier concede uno spiraglio agli «aperturisti», Lega e Fi in testa, che da giorni sono in pressing: dà il via libera allo studio di un meccanismo (non automatico) che preveda la possibilità, in una data intorno alla metà di aprile, per le Regioni con dati bassi di fare parziali allentamenti delle misure.

 

VERTICE NEL POMERIGGIO

Ma la sola ipotesi allo studio e ancora non «blindata», agita i ministri: le loro divisioni rischiano di piombare sul tavolo del Consiglio dei ministri previsto alle 17.30, che potrebbe essere preceduto da una riunione politica. L'obiettivo di Draghi è tenere una linea dura, ma insieme dare il segnale che il governo inizia a programmare la riapertura, avendo come bussola i dati.

 

Gli esperti del Cts hanno spiegato a più riprese al governo che le misure da zona gialla non sembrano in grado di frenare la curva dei contagi, soprattutto in relazione alle varianti Covid. Ecco il perché della scelta di prevedere fino al 30 aprile che l’Italia possa essere solo arancione o rossa.

 

APERTURA SULLE SCUOLE

Il segnale di apertura è quello che arriva sulla scuola, con il ritorno in classe fino alla prima media, che potrebbe essere accompagnato, secondo alcune fonti, da una norma che vieti ai governatori di andare in senso contrario e chiudere le scuole fino alla prima media. L’altro segnale è il meccanismo, a sera ancora allo studio, che dovrebbe consentire un «tagliando» intorno alla metà del mese (si ipotizza una data tra il 15 e il 20), per consentire alle Regioni particolarmente virtuose di aprire.

 

RIGORISTI E APERTURISTI

Il meccanismo in via di definizione prevederebbe dati molto bassi e aperture limitate, come quelle di bar e ristoranti (ma c’è chi ipotizza anche cinema e teatri). I ministri più «rigoristi», Speranza, Dario Franceschini del Pd e Stefano Patuanelli del M5s, sarebbero molto dubbiosi su un meccanismo del genere, in attesa di leggere in concreto la norma.

 

L’ala «aperturista» guidata da Giancarlo Giorgetti per la Lega e Maria Stella Gelmini per FI, confida di incassare il via libera alla norma, anche se a sera ammette di non avere certezze su come funzionerà il meccanismo. La Lega prosegue il suo pressing «per il ritorno al lavoro, allo sport, alla vita». Nessuno si sbilancia, fino alla lettura delle bozze. La norma, secondo qualcuno, potrebbe alla fine anche saltare.

 

Di sicuro, nel centrodestra ci si compiace per l’ordinanza con cui il ministro Speranza dispone la quarantena per chi torni dalla Pasqua all’estero: c’era una lacuna normativa, un errore frutto di decisioni precedenti che andava colmato, affermano, facendo notare le incongruenze. 

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