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Il monitoraggio

Sei regioni rischiano l'arancione. Draghi al lavoro per "snellire" il Cts

Foto Marchiori
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Con le varianti ormai da tempo in circolo anche in Italia e i contagi che non accennano a calare, da domenica quasi metà del Paese rischia di finire in arancione, con l’Abruzzo che sembra invece destinato addirittura in zona rossa. La certificazione arriverà però soltanto con la pubblicazione dei nuovi dati del monitoraggio, mentre il nuovo esecutivo guidato da Mario Draghi è già al lavoro per "snellire" il Comitato Tecnico Scientifico e creare una cabina di regia dei ministri che tenga conto non solo dell’aspetto normativo dei provvedimenti ma, contestualmente, anche di quello economico per evitare un nuovo «caso sci». Sul tavolo anche le nuove misure che dovranno essere prese già dalla prossima settimana quando scadrà il decreto che vieta lo spostamento tra regioni, già prorogato una prima volta proprio fino al 25 febbraio.

 

L’attesa è tutta rivolta dunque a domani, venerdì 19 febbraio, quando saranno pubblicati i nuovi dati del monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità. Le regioni più a rischio sono Lombardia (dove da ieri quattro comuni sono in lockdown), Emilia-Romagna, Lazio, Piemonte, Friuli Venezia Giulia e Marche. Non dovrebbero esserci sorprese, invece, per il Veneto, che sarà confermato in zona gialla. La situazione più delicata è quella dell’Abruzzo dove ci sono già due province in zona rossa, quelle di Pescara e Chieti; da venerdì, però, c’è il serio rischio che l’intera regione sfori l’indice Rt 1.25 (il limite per passare in rosso), anche a fronte del record di ricoverati degli ultimi due mesi registrato ieri. Tutt'altra situazione si registra in Valle d'Aosta, che ha i numeri teorici (contagi, pressione sanitaria, terapie intensive) per passare in zona bianca: sarebbe la prima regione in Italia. La decisione definitiva - che tiene conto anche di altri parametri - sarà presa dal ministro della Salute, Roberto Speranza. Con il passaggio in zona bianca decadrebbero divieti e chiusure (palestre, cinema, teatri) oltre che l'efficacia del Dpcm che blocca lo sci amatoriale fino al 5 marzo. 

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