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il protagonista

La svolta sull'autonomia, Calderoli: «L’Italia è un treno ad alta velocità: parte la locomotiva»

Il ministro festeggia e dice: «È difficile fare previsioni sui tempi parlamentari, comunque dovrebbero essere necessari 10-12 mesi»
Il ministro Roberto Calderoli ha rilanciato l’idea che entro un anno  il decreto possa arrivare a diventare legge
Il ministro Roberto Calderoli ha rilanciato l’idea che entro un anno il decreto possa arrivare a diventare legge
Il ministro Roberto Calderoli ha rilanciato l’idea che entro un anno  il decreto possa arrivare a diventare legge
Il ministro Roberto Calderoli ha rilanciato l’idea che entro un anno il decreto possa arrivare a diventare legge

Un disegno di legge «equilibrato, che rispecchia appieno il dettato costituzionale in tema di autonomia differenziata, garantendo il sistema dei livelli essenziali di prestazione e forme di perequazione tra le Regioni». Questo il pensiero del ministro Roberto Calderoli dopo l’approvazione all’unanimità del consiglio dei ministri del suo decreto, voto accolto da un applauso di tutti i ministri del centrodestra. «Con il via libera in Consiglio dei Ministri inizia ufficialmente il percorso del ddl per l’attuazione dell’autonomia differenziata, è un giorno storico - ha rimarcato Calderoli -. Una riforma necessaria per rinnovare e modernizzare l’Italia, nel segno dell’efficienza, dello sviluppo e della responsabilità. L’Italia è un treno che può correre se ci sono regioni che fanno da traino ed altre che aumentano la propria velocità, in una prospettiva di coesione. Dopo l’ok compatto del governo, lavoriamo insieme a Regioni ed enti locali con l’obiettivo di far crescere tutto il Paese e ridurre i divari territoriali».

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Dopo l'approvazione del disegno di legge sull'autonomia differenziata adesso si prospetta un impegnativo iter parlamentare. A scandirne i tempi è lo stesso ministro per gli Affari regionali e le Autonomie. «È difficile fare previsioni sui tempi parlamentari, comunque dovrebbero essere necessari 10-12 mesi, quindi potremmo avere la legge sull'autonomia differenziata entro la fine del 2023 - ha precisato Calderoli che conta di riuscire approvare la legge sull'autonomia e i costi standarsi entro 10-12 mesi -. La tempistica prevista fino a oggi è stata rispettata. Il testo ora andrà in conferenza unificata per il parere e tornerà in consiglio dei ministri per l'approvazione definitiva. Ragionevolmente per l'esame di una legge ordinaria si prevede che nell'arco di 10-12 mesi possa essere realizzato. Che è il tempo assegnato alla cabina di regia per la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni, dei costi e dei fabbisogni standard».

Insomma, se tutto viaggerà sul medesimo binario alla fine del 2023 si arriverà all'approvazione della legge, dei Lep, dei costi e dei fabbisogni standard. «Mi auguro, è sempre un auspicio, che all'inizio del 2024 inizieremo a considerare le proposte di richieste di ulteriori forme di autonomia, e quindi all'esame preliminare e definitivo dell'intesa», ha spiegato Calderoli. «Alla fine voglio citare le parole che ha detto il presidente Meloni lunedì 30 gennaio - ha detto -: “Non ci rassegniamo che ci siano cittadini di serie A e B” e “vogliamo una sola Italia con servizi uguali per tutti”. Bene, ho fatto miei i principi enunciati dalla Meloni allora sull'autonomia differenziata. E sono contenuti nell'articolo uno di questo disegno di legge approvato oggi dal Cdm: unitarietà, uguaglianza e diritti garantiti su tutto il territorio nazionale, superando le diversità». Tutto ricordando sempre che la legge non creerà due o più Italie ma una «unico Paese».

«L'esistenza di cittadini di serie A e B - ha sottolineato - è una realtà, in cui la sperequazione non riguarda solo le differenze tra Nord e Sud, ma anche tra diversi territori: un problema che va risolto e che non può essere attribuito all'autonomia differenziata, ma è frutto di una gestione centralista». Sulle materie la posizione è chiara e senza dubbi: «Le 23 materie possono piacere o no, ma sono il contenuto del testo della Costituzione in vigore, approvato 22 anni fa e sottoposto al referendum. La Costituzione si rispetta, spetterà alla saggezza e al buon senso delle Regioni fare le loro richieste, e con altrettanta saggezza risponderà il governo dopo il Parlamento. Il numero di materie da devolvere spetterà alla volontà delle regioni di richiederle, alla volontà del governo di rispondere e del Parlamento che approva a maggioranza assoluta l'intesa».

Di più. In merito alle polemiche innescate dalle opposizioni Calderoli ha rilanciato la necessità di conoscere la materia prima di criticare: «Mi spiace ancora una volta, a fronte di un testo che è stato definito nelle ultime ore, vedere già dei toni di rivolta... Pregherei di leggere il testo prima di scatenare contrarietà. Era d'accordo anche uno dei candidati alle primarie del Pd». Inizia così il percorso dell'ultimo progetto leghista di autonomia differenziata. Il ddl delinea la cornice entro la quale le Regioni potranno, in futuro, chiedere allo Stato il trasferimento delle funzioni e competenze definite dagli articoli 116 e 117 della Costituzione. Ora il testo dovrà passare all'esame della Conferenza unificata e poi del Parlamento. Nel frattempo la cabina di regia istituita in manovra avrà un anno di tempo per definire i livelli essenziali delle prestazioni e dei servizi (Lep), «nucleo invalicabile» per calcolare le risorse da destinare a ogni Regione per coprire le spese sostenute per il trasferimento dei servizi.

Sui tempi del ddl e della definizione dei Lep, il ministro ha aggiunto un pensiero chiaro e delineato: «Ci siamo prefissati 12 mesi per definire i livelli essenziali di prestazioni, costi e fabbisogni standard che non sono mai stati scritti da nessuno, indipendentemente dal fatto che la materia venga gestita dallo Stato o dalla Regione». Sul rischio che il binario parallelo con le riforme rallenti l'autonomia, Calderoli non pare avere dubbi, così come rimarcato anche nelle scorse settimane prima del voto di ieri: «Alla fine dell'anno in corso, inizio 2024, inizieremo a parlare di proposte, di richieste, di intesa da parte delle Regioni; poi i successivi passaggi parlamentari. Potrebbe essere che l'arrivo in porto avvenga contemporaneamente». Per la Lega l'autonomia è una questione primaria ma la stessa linea pare essere stata sposata anche dagli altri partiti di centrodestra senza distinzioni. «Dato che ieri sera i delegati delle forze politiche di maggioranza hanno dato un via libera convinto all'autonomia, non mi pongo nemmeno il problema - ha sottolineato Calderoli -. E non è solo un problema Lega, ci sono 8 regioni a statuto ordinario oltre il 62 per cento della popolazione che hanno chiesto ulteriori forme di autonomia. Sono tante, anche del Mezzogiorno, e non vedo perché non dovrebbero essere ascoltate. Al Nord ci sono stati i referendum dove milioni di cittadini della Lombardia e Veneto hanno votato sì a questa autonomia e non necessariamente erano tutti elettori della Lega».

Non solo. «Abbiamo un treno che si chiama Italia e se una parte dovesse essere rallentata viene rallentato tutto il Paese, perciò io mi auguro che con questa legge ci sia un locomotore che tira e un locomotore che spinge perché se tutti e due spingeranno nella stessa direzione avremo un'Italia ad alta velocità che è il mio punto di arrivo», ha chiuso ogni polemica sul decreto che le opposizioni hanno già ribattezzato «spacca Italia». Il testo, preparato dal ministro, delinea la cornice entro la quale le singole Regioni potrebbero in futuro chiedere il trasferimento di maggiori competenze allo Stato, in base all'articolo 116 della Costituzione.

Dopo l'approvazione in Cdm, il ddl sarà sottoposto al parere della Conferenza Stato-Regioni, per tornare sul tavolo dell'esecutivo per l'approvazione definitiva, e poi passare all'esame delle Camere. Il disegno di legge Calderoli di fatto è ultima variazione del progetto autonomista che la Lega avviò senza mai riuscire a realizzare su input di Roberto Maroni e Luca Zaia a partire almeno dal 2015, rafforzato dai referendum lombardo e veneto del novembre 2017. 

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Giuseppe Spatola

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