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Polemiche per le parole di Fuortes

L'ad della Rai: stop alla quota di canone all'editoria. Insorge la Fieg: «Sconcertante»

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Carlo Fuortes, ad della Rai
Carlo Fuortes, ad della Rai
Carlo Fuortes, ad della Rai
Carlo Fuortes, ad della Rai

«Desta sorpresa e sconcerto la proposta dell’amministratore delegato della Rai Carlo Fuortes di eliminare la quota del canone assegnata annualmente al Fondo per l’editoria. Si tratta di risorse peraltro limitate, per l’esattezza 110 milioni di euro, a fronte di oltre 1,7 miliardi di finanziamento pubblico incassato dalla Rai che rappresenta una quantità di risorse senza uguali per gli altri operatori». Così il presidente della Fieg, Andrea Riffeser Monti, commenta le dichiarazioni dell’ad Rai in commissione di Vigilanza.

«Un canone - prosegue Riffeser - che dovrebbe servire a garantire il servizio pubblico e che, invece, finanzia una programmazione in gran parte commerciale, sostanzialmente simile a quella delle televisioni commerciali, come qualsiasi cittadino può constatare quotidianamente. Inoltre, come ha rilevato l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, l’entità del finanziamento pubblico della Rai consente da parte del concessionario pubblico forme di dumping sul mercato pubblicitario a danno degli altri media, in primo luogo dei giornali».

«La quota del canone che va al fondo per l’editoria ha come obiettivo il pluralismo dell’informazione, a garanzia di tutti i cittadini come previsto dalla Costituzione e a copertura di un fondamentale servizio al pubblico quale quello offerto dai giornali - sottolinea ancora il presidente Fieg -. Una parte di quelle risorse finanzia i contributi diretti assegnati ad un numero assai limitato di quotidiani e periodici editi dalle cooperative di giornalisti, dalle fondazioni ed espressione delle minoranze linguistiche, ma che contribuiscono comunque a garantire una informazione plurale». «Le improvvide dichiarazioni di Fuortes intervengono peraltro in un momento in cui - continua - giornalisti ed editori sono sotto attacco anche per il fondamentale ruolo di informazione, professionale e di qualità, svolto dai giornali a sostegno della campagna di vaccinazione». «Gli editori - conclude - fanno appello al governo, al Parlamento, alle forze politiche e all’opinione pubblica per respingere gli attacchi contro la libertà d’informazione di qualità, garantendo al settore le risorse necessarie per la sua sostenibilità, gravemente a rischio».

 

«Siamo stati i primi a denunciare, dopo la frase incredibile «trovino altre risorse», la volontà di tagliare le risorse al sistema editoriale eliminando la quota del canone assegnata annualmente al Fondo per l’editoria, risorse volte a sostenere il pluralismo informativo. Ci associamo all’appello della Fieg per il sostegno all’industria editoriale e porteremo avanti atti in ogni sede. Ci preoccupa la reale capacità gestionale di Fuortes che, ad oggi, è stato solo a capo di istituzioni culturali con poche centinaia di dipendenti. La Rai è la principale aziende culturale nazionale, va tutelata e difesa ma non a scapito di altri comparti strategici nazionali come l’editoria cartacea e radiotelevisiva. A Roma "spogli Pietro e vesti Maria"». Lo dichiara il capogruppo in commissione Editoria di FDI, deputato Federico Mollicone.

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