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Il richiamo di Francesco all’onestà
«La corruzione genera assuefazione»

CITTÀ DEL VATICANO

«Il percorso della vita comporta una scelta tra due strade: tra onestà e disonestà, tra fedeltà e infedeltà, tra egoismo e altruismo, tra bene e male. Non si può oscillare tra l’una e l’altra, perché si muovono su logiche diverse e contrastanti».

Lo ha detto il Papa all’Angelus, osservando poi che «qualcuno si comporta con la corruzione come con le droghe: pensa di poterla usare e smettere quando vuole. Invece anche la corruzione produce assuefazione, e genera povertà, sfruttamento, sofferenza». Francesco ha poi osservato che «la corruzione è una catena, un peccato tira l’altro, ed è importante decidere quale direzione prendere e poi, una volta scelta quella giusta, camminare con slancio e determinazione, affidandosi alla grazia del Signore e al sostegno del suo Spirito».

La riflessione del Papa nasceva dal brano evangelico sull’amministratore corrotto, e papa Francesco ha invitato a rispondere alla «astuzia mondana con l’astuzia cristiana, che è dono dello Spirito Santo».

Concetti analoghi Bergoglio aveva espresso nella messa che ieri mattina ha celebrato per i duecento anni della fondazione della Gendarmeria vaticana. «Il vostro compito - ha detto il Papa ai gendarmi - è difendere e promuovere l’onestà. Io vi ringrazio per il lavoro che fate. So che dovete lottare contro tentazioni di quelli che vogliono comprarvi, e mi sento orgoglioso di sapere che il vostro stile è dire: no, in questo non c’entro».

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