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IL TRAGUARDO

Alessandra, nel team della missione Artemis: «Il mio nome sulla Luna. Un’emozione fantastica»

La firma dell'ingegnera sul progetto e su una placca dei satelliti lanciati nello spazio: «Per me un grandissimo orgoglio»
La Nasa è tornata vicino alla Luna con una missione esplorativa nel quale c’è pure una firma bresciana
La Nasa è tornata vicino alla Luna con una missione esplorativa nel quale c’è pure una firma bresciana
La Nasa è tornata vicino alla Luna con una missione esplorativa nel quale c’è pure una firma bresciana
La Nasa è tornata vicino alla Luna con una missione esplorativa nel quale c’è pure una firma bresciana

Attorno alla luna ora orbitano il nome e la firma della bresciana Alessandra Babuscia. Sono infatti incisi su una placca della missione LunaH-Map. «È un CubeSat, un piccolo satellite di 6 unità - spiega Babuscia, 39 anni , telecommunication engineer al jet propulsion laboratory della NASA, in una call da Pasadena, dove l’ingegnere lavora da 2013 -. È uno dei 13 che sono stati lanciati come Payload secondari della missione Artemis».

Il via lo scorso 16 novembre

Quest’ultimo ha preso il volo lo scorso 16 novembre e dopo poche ore un anello di deployment ha rilasciato i CubeSat su 3 dei quali Alessandra lavora da molti anni: davvero un’esperienza lavorativa e di vita incredibile per una ragazza partita dal quartiere Don Bosco e adesso arrivata...quasi sulla Luna. «Abbiamo impiegato molti anni per lanciare - prosegue Babuscia -. E da allora mi ero scordata di nome e firma, poi ho visto postata questa placca ed ero molto contenta ed estremamente orgogliosa».

II Payload è ora in crociera ed è passato dalla Luna. «Stiamo ancora cercando di accedere le propulsioni, per alcuni problemi alla valvola, e riiniettarci nell’ orbita lunare». L’obiettivo: avvicinarsi gradatamente alla superficie lunare dove uno spettrometro a neutrini andrà ad analizzare la mineralogia della superficie a livello di singolo elemento. «Osserveremo i singoli elementi: dall’idrogeno, al contenuto di acqua e ghiaccio che si può trovare sulla superficie lunare».

Attraverso il Flyby, quindi il volo ravvicinato, è già stata effettuata una prima misurazione che dimostra come lo strumento sia funzionante e sia in grado di identificare correttamente i neutrini. La Base Line, ovvero la strategia originaria della missione prevedeva una crociera di circa 9-10 mesi per raggiungere l’altitudine desiderata, 2 mesi di discesa e 2 mesi di misurazioni: «Questo assumeva che le propulsioni si accendessero subito - spiega Alessandra Babuscia -, ma è normale i CubeSat sono una tecnologia molto nuova, molto inesplorata e poi sono rimasti chiusi nel deployer per quasi un anno aspettando Artemis. Ora in base a quando sbloccheremo le propulsioni potremo ricalcolare le tempistiche».

Il sistema sta funzionando al meglio

Le previsioni vedono la possibilità della riaccensione delle propulsioni entro la fine dell’anno e da lì verrà poi ricalcolata la traiettoria. Per adesso quindi ci si gode l’orgoglio di avere il proprio nome e la firma vicino alla luna: «La cosa importante è che le telecomunicazioni funzionino e il JPL per cui ero project manager ha contribuito in questo senso. Abbiamo mandato anche Iris, una radio, le antenne e i servizi a terra delle antenne della Deep Space Network e tutto sta funzionando molto bene - prosegue Alessandra Babuscia -. Siamo riusciti ad acquisire praticamente fin da subito il segnale, è stabile, le funzioni di navigazione e le comunicazioni funzionano». In altre parole il lavoro di Alessandra, dal punto di vista della contribuzione del JPL, è stato eccellente infatti il sistema sta funzionando al meglio.

Ci vuole impegno, ma è ripagato da grandi soddisfazioni

Oltre alla missione Artemis per cui Alessandra prosegue il lavoro anche con altre due Biosentinel Luna RiseCube, collabora con altre importanti missioni. Ad esempio per Europa Clipper si occupa delle analisi a radiofrequenza per il sistema di telecomunicazioni. Poi è manager delle telecomunicazioni per Veritas, la nuova Discovery Mission che andrà su venere per la quale gestisce anche le contribuzioni internazionali. «Questo è il mestiere più bello del mondo - chiosa Babuscia -. È per tutti i giovani che intendono affacciarsi allo spazio vi dico: persistete, abbiate pazienza, non è sempre facile, ci vuole tanto impegno, lavoro, delle volte anche creatività, tante volte ci sono ostacoli inaspettati, ma è tutto enormemente ripagato da queste grandissime soddisfazioni». Dunque un viaggio bellissimo per questa donna che vede arrivare sempre più lontani i suoi sogni, per un progetto davvero fantastico concretizzato in una missione seguita in tutto il mondo. E altri progetti potrebbero presto nascere.•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Giada Ferrari

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