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Giornalista picchiato a Ostia Roberto Spada in carcere

L’arresto di Roberto Spada, che ha picchiato un giornalista televisivo durante un’intervistaLuca Marsella, candidato di Casapound a Ostia, con Roberto SpadaIl giornalista Piervincenzi
L’arresto di Roberto Spada, che ha picchiato un giornalista televisivo durante un’intervistaLuca Marsella, candidato di Casapound a Ostia, con Roberto SpadaIl giornalista Piervincenzi
L’arresto di Roberto Spada, che ha picchiato un giornalista televisivo durante un’intervistaLuca Marsella, candidato di Casapound a Ostia, con Roberto SpadaIl giornalista Piervincenzi
L’arresto di Roberto Spada, che ha picchiato un giornalista televisivo durante un’intervistaLuca Marsella, candidato di Casapound a Ostia, con Roberto SpadaIl giornalista Piervincenzi

ROMA

Lesioni e violenza privata aggravate dal metodo mafioso. Di questo dovrà rispondere Roberto Spada, l’esponente dell’omonimo clan di Ostia fermato ieri per aver pestato il giornalista Rai Daniele Piervincenzi e il suo operatore, Edoardo Anselmi. Secondo chi indaga, la plateale aggressione di tre giorni fa, davanti a testimoni e telecamere, sarebbe stata anche un modo da parte di Spada di riaffermare il predominio sul suo territorio, quella Nuova Ostia abbandonata a se stessa, sommersa da degrado e illegalità.

«Non vi fate più vedere qui», le minacce alla troupe televisiva. Una «intimidazione» secondo gli inquirenti «propria delle organizzazioni mafiose». Con lui, secondo quanto ricostruito, c’era anche quello che viene considerato il suo guardaspalle che ora gli inquirenti stanno cercando di individuare e rintracciare. Oggi i pubblici ministeri titolari degli accertamenti su Roberto Spada, portato nel carcere di Regina Coeli, chiederanno la convalida del fermo al giudice per le indagini preliminari, mentre domani, probabilmente, dovrebbe esserci l’interrogatorio di garanzia.

«Il fermo di Roberto Spada» ha commentato il ministro dell’Interno, Marco Minniti «è la dimostrazione che in Italia non esistono zone franche». L’esponente del clan criminale, che fino a mercoledì era ancora nella sua palestra di via Forni, è stato prelevato ieri dai carabinieri nella sua abitazione. Entrando in auto, qualcuno dalle finestre dei palazzi vicini ha insultato i giornalisti chiamandoli «avvoltoi». L’amara conferma di quanto registrato anche sui social network, dove in molti hanno espresso solidarietà a Spada. «Ho provato orrore nel leggere quei commenti», è stato il commento del sindaco di Roma Virginia Raggi che ha lanciato l’hashtag #FuoriLaMafiaDaRoma. Il mondo politico e le istituzioni in coro hanno chiesto una «punizione esemplare», con il capo della Polizia, Franco Gabrielli, che ha ammesso quanto «quel territorio abbia bisogno ancora di essere oggetto di attenzioni, di misure significative che abbiamo preso e continueremo a prendere con particolare incisività».

Il decimo Municipio è stato il primo nella storia della Capitale ad essere stato commissariato per mafia in seguito allo scandalo del Mondo di Mezzo, nel quale era finito anche il minisindaco del Pd, Andrea Tassone, successivamente arrestato. Il prefetto Domenico Vulpiani, per quasi 24 mesi commissario sul litorale, ha spiegato che sarebbero serviti altri «dieci anni di commissariamento. È come se fosse cessata la tregua che abbiamo avuto in due anni» ha spiegato. Pensavamo anche che fosse migliorata la situazione ma in realtà hanno aspettato forse la nostra scadenza». L’aggressione di Ostia potrebbe avere anche ripercussioni sportive su Roberto Spada, che gestisce proprio una palestra di pugilato. La procura della Federboxe ha aperto un’inchiesta.

Numerose le manifestazioni antimafia promosse nei prossimi giorni. Oggi reporter e cameraman si troveranno davanti alla palestra «per intervistare gli Spada e chiedere al quartiere la loro opinione». Domani pomeriggio associazioni e istituzioni saranno alla stazione Lido Centro per un corteo apartitico, rilanciato dalla sindaca Virginia Raggi e al quale mancherà il Pd e, forse, anche parte del centrodestra. Di certo non sarà in piazza Casapound, che ha respinto le accuse di vicinanza al clan Spada, nonostante il sostegno in campagna elettorale manifestato da Roberto Spada a Luca Marsella, candidato a Ostia per Casapound, e ieri ha invitato i suoi elettori a non votare al ballottaggio del 19 novembre. «Chiediamo alla magistratura che apra un fascicolo su di noi» la provocazione del vicepresidente, Simone Di Stefano, «per appurare se esistono rapporti criminosi tra noi e gli Spada e chiediamo un’inchiesta parlamentare».

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