<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Ore decisive

Draghi fra governo tecnico e politico: tutti i nodi del nuovo esecutivo

.
Sergio Mattarella e Mario Draghi
Sergio Mattarella e Mario Draghi
Mario Draghi al Quirinale

AGGIORNAMENTO 4 FEBBRAIO

La sfida è il rilancio dell’economia e l’uscita dalla pandemia. E Mario Draghi è persuaso che troverà in Parlamento l’unità necessaria ad affrontarle. Dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha avuto carta bianca e tutto il tempo necessario a formare il suo governo.

Ma se c’è chi ipotizza il giuramento già nel fine settimana, c’è anche chi non esclude servano due giri di consultazioni per comporre il difficile intreccio tra maggioranza parlamentare e formazione della squadra di ministri. L’ex presidente della Bce avrebbe in mente un Cdm composto da tecnici di alto profilo ma il pressing dei partiti della ex maggioranza è fortissimo perchè l’esecutivo sia tecnico-politico, sul modello Ciampi: solo così, fanno sapere i pentastellati più dialoganti che ipotizzano anche un ingresso diretto dei leader politici, il M5s potrebbe dire di sì.

Draghi resta un’ora a colloquio con Mattarella, vede a tu per tu i presidenti delle Camere, incontra l’uscente Giuseppe Conte. Non è accompagnato da un suo staff, che non avrebbe ancora composto. A verbale lascia la dichiarazione pronunciata al Quirinale, che è già un programma politico. Ma nulla di più, non un a margine, non un tweet (sui social, del resto, non è presente).

Dalle consultazioni con i partiti, che potrebbero essere affiancate da colloqui con i rappresentanti delle parti sociali, emergerà la sua maggioranza. Di sicuro, sottolineano dal Quirinale, sarà il governo di Draghi, non quello di Mattarella: il presidente della Repubblica, che con la sua decisione di affidare subito l’incarico avrebbe spiazzato tutti, non gli ha dettato paletti, non gli ha indicato un perimetro. Sarà l’ex governatore e presidente della Bce a valutare quale sarà la formula in grado di garantirgli la maggioranza più ampia e unitaria. Per governare, sottolineano fonti parlamentari, senza una scadenza, anche se c’è già chi ipotizza che un termine possa essere sengato, nel 2022, da una sua eventuale elezione alla presidenza della Repubblica. Una squadra di tecnici di alto profilo sarebbe la scelta in grado di garantire a Draghi la più ampia autonomia e anche, in ipotesi, il sostegno più ampio, se anche la Lega rompesse gli indugi e virasse verso l’astensione. Ma il nodo è il M5s, che conta quasi 300 parlamentari. Secondo i rumors, non confermati, di traverso si sarebbe messo anche Conte, anche se fonti Dem il premier uscente starebbe semplicemente alla finestra e potrebbe intervenire in una seconda fase per spingere sulla linea del Sì. La condizione che però alcuni «big» pentastellati considerano indispensabile per far virare il truppone M5s sul voto di fiducia, è un governo politico, con Draghi premier e dentro ministri politici. È lo schema a cui lavora anche il Pd (si ipotizzano anche conferme per nomi come Franceschini, Guerini, Boccia) e la parte dialogante di Leu. Una delle ipotesi è che entrino i leader, dall’uscente Conte agli esteri a Di Maio, da Zingaretti o Orlando a Speranza e Renzi (ma smentisce lui e non vorrebbe il M5s). La controindicazione è che la maggioranza in Parlamento sarebbe quella potenziale dell’ultimo governo Conte (con defezione di una piccola parte del M5s). A quel punto è infatti difficile - ma c’è chi non lo esclude - che possa entrare anche Forza Italia (con nomi come Antonio Tajani), perchè vorrebbe dire rompere con la coalizione. La «maggioranza Ursula» dal Leu a Fi sarebbe più facile per gli azzurri se i politici restassero fuori dal governo, almeno fuori dalle caselle di ministri. Un governo tecnico, secondo fonti di centrodestra, potrebbe spingere a una forma di sostegno (magari con astensione) anche della Lega, dov’è forte la pressione dei ’draghianì come Giancarlo Giorgetti. Draghi sarà in ogni caso, sottolineano più fonti, un premier ’pesantè ma una squadra di non politici gli darebbe più libertà di manovra e autonomia rispetto ai partiti. Di sicuro, secondo i rumors parlamentari, dovrebbero essere affidati a tecnici ministeri cruciali come l’Economia, dove dovrebbe arrivare un nome di fiducia del presidente del Consiglio (si cita Daniele Franco, mentre a Roberto Gualtieri potrebbe essere chiesto di correre da sindaco di Roma), la Giustizia (si citano Marta Cartabia e Paola Severino), l’Interno (potrebbe essere confermata Luciana Lamorgese). Solo ipotesi, per ora. Prima deve formarsi una maggioranza. Il Pd lavora perchè ci siano i Cinque stelle, anche in chiave futura alleanza. Sul sostegno a Draghi i Dem si compattano: lavorano tutti per evitare di ritrovarsi nella stessa maggioranza con la Lega. Sottotraccia tra i parlamentari emerge però molto malumore, dall’area di Franceschini a Base riformista, per come la crisi del governo Conte 2 è stata gestita e per la scelta della linea «Conte o voto», che ancora nelle ultime ore Goffredo Bettini evocava.

Non è questo il momento - dicono fonti di minoranza - di mostrare divisioni o criticare la linea della segreteria ma se la missione di Draghi fallisse o anche se i Dem restassero fuori dal governo, si riaprirebbe quella partita interna che potrebbe tornare a galla nei prossimi mesi: potrebbe aprirla già chi lo scorso anno evocava il congresso e il nome di Stefano Bonaccini.

 

 

-------------

Ore 15.20. Il presidente del Consiglio incaricato Mario 
Draghi è uscito da Palazzo Giustiniani dopo aver incontrato la presidente del Senato Elisabetta Casellati. Il colloquio è durato quasi un’ora. Successivamente il presidente incaricato è arrivato a Palazzo Chigi per incontrare il presidente del Consiglio dimissionario Giuseppe Conte.

 

Ore 13. Il professor Mario Draghi si è riservato di accettare l'incarico di formare il Governo, conferitogli dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Lo ha annunciato il segretario generale della Presidenza della Repubblica, Ugo Zampetti, al termine del colloquio, durato un'ora e dieci circa. Draghi accetta l'incarico «con riserva» in attesa delle consultazioni. 

«Vincere la pandemia, la campagna vaccinale, rilanciare Paese sono le sfide che ci attendono», ha detto Draghi. «Sono fiducioso che dal confronto con i partiti, con i gruppi parlamentari e le forze sociali emerga unità e capacità di dare una risposta responsabile», ha aggiunto Mario Draghi dopo l’incontro con il presidente Sergio Mattarella al Quirinale. «Scioglierò la riserva al termine delle consultazioni».

 

Ore 12. Mario Draghi è salito al Quirinale per ricevere dal presidente della Repubblica Mattarella l’incarico di formare un nuovo governo. Iv festeggia alla svolta e Renzi sostiene che «ora è il momento dei costruttori». Il Pd apre al confronto, ma Orlando avverte: «Non basta dire "Viva DraghI", bisogna dargli una mano». Fratoianni (LeU) ammette: «È difficile sostenerlo». Il M5s ufficializza il no, ma rischia la spaccatura. Oggi vertice del centrodestra: FI ricorda «l’antica stima» fra Berlusconi e l’ex n.1 della Bce, Salvini sottolinea che «il problema non è il nome, ma che cosa vuole fare e con chi», ma la prospettiva resta il voto a giugno. FdI resta ferma sul ritorno alle urne. Toti prospetta un esecutivo in cui siano coinvolti i leader politici.

 

CARTA DRAGHI. «La carta Draghi giocata dal Quirinale dopo il nulla di fatto dell'«esploratore» Roberto Fico è l’ultima prima della deriva elettorale, ma scuote la politica. «Non voteremo un esecutivo tecnico guidato da Draghi» - ufficializza il M5s - «per noi l’unico governo possibile è politico». Ma si adombra la possibilità di una spaccatura interna. Per Meloni «è meglio il voto», Salvini avverte: «Il problema non è il nome della persona, ma che cosa vuole fare e con chi». Cauta Forza Italia, che ricorda la «stima antica» tra Berlusconi e l’ex presidente della Bce. Renzi plaude a Mattarella. Zingaretti attacca Iv e dichiara che il Pd è «pronto al confronto per il bene del Paese». La Borsa festeggia: i futures sul Ftse Mib segnano un balzo del 3,26%, lo spread scende a quota 107

 

Ieri, alle  21,30. Mattarella ha convocato per le 12 di mercoledì 3 febbraio Mario Draghi, ex presidente della Bce.

 

CRISI DI GOVERNO. Il presidente della Camera Roberto Fico, al termine del colloquio con il presidente della Repubblica Mattarella al Quirinale, ha comunicato che, dopo i giorni di consultazioni, «non c'è unanime disponibilità» alla formazione di un nuovo governo. Rimettendo quindi nelle mani di Mattarella la gestione della crisi. Italia Viva ha rifiutato di partecipare ancora ad un governo con i 5 Stelle.

 

Il presidente Sergio Mattarella, in una dichiarazione di 7 minuti, ha sottolineato il periodo delicato per la pandemia e la necessità di un governo in grado di gestire l'emergenza Covid e il piano da presentare all'Europa, cosa incompatibile con una campagna elettorale. «Conferirò presto un nuovo incarico per formare un governo che faccia fronte con tempestività alle emergenze», ha detto.

 

Leggi anche
Crisi di Governo, Zaia: «Situazione drammatica»

Suggerimenti