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Conferenza di fine anno

Draghi: «Per ora niente lockdown per vaccinati. Mai escluso l'obbligo di vaccinazione»

Draghi alla conferenza di fine anno
Draghi alla conferenza di fine anno
Draghi, conferenza di fine anno

«Per ora non parliamo di lockdown per i non vaccinati ma ogni risposta è sul tavolo, voglio però far presente che i due terzi delle terapie intensive sono occupate da non vaccinati». Così il premier Mario Draghi nella conferenza stampa di fine anno. «Per ora non parliamo di lockdown per i vaccinati. Tutto è sul tavolo, ma non penso si parlerà di questo domani in cabina di regia. Il punto però che è che la maggioranza delle persone che finiscono in terapia intensiva e muoiono di Covid sono non vaccinati. È questa la tragedia, bisogna convincere le persone a vaccinarsi». Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel corso della conferenza stampa di fine anno.

OBBLIGO VACCINALE

«L’obbligo vaccinale resta sempre sullo sfondo, non è stato mai escluso» ricordando che è stato già esteso ad alcune categorie e che «valuteremo se estenderlo ad altre, non so se sarà discusso domani nella cabina della regia, ma specie se i dati continueranno a peggiorare, sarà in discussione in tempi brevissimi».  E ha aggiunto: «L’approccio seguito finora fu seguito perché all’epoca trovava conferma nei dati dell’epidemia, Oggi valuteremo».

TAMPONI

«Va capito che nel periodo tra seconda e terza dose, quando la durata dei vaccini tende a scadere, occorre fare il tampone per contrastare la diffusione del virus».

STATO D'EMERGENZA

«Lo stato di emergenza come stato di rassegnazione? No, come atto di necessità. Con i dati di inizio ottobre si poteva cominciare a ragionare di non prorogare tutto il contesto legato allo stato di emergenza ma di valutare misura per misura. L’evoluzione dei dati ha dimostrato che non valeva la pena farlo e che tutto il blocco sanitario e normativo andava prorogato. La proroga è un atto di necessità e buon senso». 

SPERARE IN MEGLIO, PREPARARSI AL PEGGIO

«L’esperienza di questi mesi e anni insegna che uno può sperare che le cose vadano per il meglio ma in realtà deve prepararsi al peggio. Uno degli errori in altri paesi è stato credere che l’epidemia non arrivasse da loro o non con la stessa intensità e che certe precauzioni non fossero necessarie. Io non sono scienziato ma sono incline a prevedere il peggio e quindi ad agire di anticipo proprio per difendere quel poco di normalità conquistata»

ITALIA E LA RIPRESA

«Avere un debito pubblico oltre il 150% è stata una riflessione che ha accompagnato tutta l’azione di governo fin dall’inizio. La risposta è che da un debito pubblico alto si esce con un crescita, equa e sostenibile, ma soprattutto forte cui il nostro paese non era più abituato. Quest’anno è stato un anno di grandi problemi e sfide ma gli italiani hanno reagito in maniera straordinaria» facendo ben capire «a quanto tengano alla stabilità politica».

ELEZIONE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

«Quello di una maggioranza che si spacchi nell’elezione del presidente della Repubblica certamente è uno scenario da temere. Avendo detto che ci vuole una maggioranza ampia anche più ampia della attuale perchè l’azione di governo contini, è immaginabile una maggioranza che si spacchi sulla elezione del presidente della Repubblica e si ricomponga nel sostegno al governo? È la domanda che dobbiamo farci. Berlusconi al Colle? Non sta a me dare queste valutazioni, non l’avrei fatto nemmeno da presidente della Bce e non avrei dato valutazioni di questo tipo che esondavano dal mio compito allora e oggi»

«Voto anticipato? È essenziale, per continuare l’azione di contrasto della pandemia, di rilancio della crescita e l’attuazione del Pnnr, che la legislatura vada avanti fino al suo termine naturale»

RIFORMA CSM

«Più che un problema di credibilità c’è un problema di riforma del Csm che può portare a una sua credibilità diversa. Il meccanismo di elezione del Csm verrà cambiato certamente. Non credo che riusciremo a farlo nel Cdm di domani». 

PENSIONI

«La partita del tavolo con i sindacati sulle pensioni era intenzione manifestata da me uno o due mesi fa. I provvedimenti sulle pensioni presi nella legge di bilancio sono provvedimenti di tipo transitorio per affrontare i prossimi anni. Che servisse una riforma più ampia a me pareva normale, i sindacati hanno accolto questa proposta e perciò il tavolo è cominciato ieri. Oltre alla certezza e alla stabilità della politica, c’è anche quella per cui bisogna dare la certezza ai pensionati che il sistema non cambi ogni 3 anni. Questo è il motivo per iniziare la discussione con i sindacati, ma il vincolo è di non rimettere in discussione il sistema contributivo».

IMMIGRAZIONE

«Il governo ha approvato il provvedimento flussi: 70mila persone potranno lavorare legalmente nell’industria italiana rispondendo a una richiesta che, specie nell’edilizia, è anche maggiore»

 

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