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Crisi di governo

Conte incassa la fiducia al Senato: 156 sì e 140 no, 16 gli astenuti fra cui Renzi

Il Senato durante la votazione
Il Senato durante la votazione
Dibattito in Senato 19 gennaio 2021

AGGIORNAMENTO ORE 22.30

Dopo uno stop di diversi minuti per capire se due senatori (Ciampolillo e Nencini) potevano votare, ecco il risultato del voto di fiducia. Non c'è la maggioranza assoluta (fissata a 161), ma quella relativa con 156 sì alla fiducia. 140 i no e 16 gli astenuti, fra i quali Matteo Renzi.

Giorgia Meloni e Matteo Salvini chiedono che si vada alle urne.

 

 

AGGIORNAMENTO ORE 21.30

In corsa la conta al Senato. Con l'astensione di Italia viva, Conte non rischia la sfiducia, ma per aver una maggioranza che gli dia una certa agibilità deve stare sopra i 155 voti.

 

 

AGGIORNAMENTO ORE 19.45

«Noi pensiamo che il suo governo non sia il più bello e il migliore del mondo» e «lei ha cambiato tre maggioranze per rimanere dove è». Matteo Renzi mette subito le carte in tavola. E al contrario di Conte, che non lo ha mai nominato in Parlamento, il leader di IV guarda in faccia il premier e «in modo liberatorio e tranquillo», prende la parola al Senato e affonda: «Lei ha avuto paura di salire al Quirinale, perchè ha scelto un arrocco che farà comodo a lei ma certo non alle istituzioni».

Invece «ora o mai più» bisognava scegliere, «fare un passo in avanti» invece di «preoccuparsi di piazzare qualcuno al posto giusto o garantire qualche poltrona», non risparmia colpi Renzi, di certo anche parlando al Pd. Senza però nulla dire su quello che farà Iv di qui a breve - come aveva fatto stamattina l’ex ministra Bellanova annunciando l’astensione - Renzi gela Conte: «Non avrete 161 voti, ma vi auguro di avere una maggioranza. Che sia raccogliticcia è sicuro, perchè dovete fare presto»

 

L’attesa è ora tutta per la strada che sceglierà di prendere Conte, che ha ammesso: «Se i numeri non ci sono il Governo va a casa». 

 

 

 

 

AGGIORNAMENTO ORE 10.50.

Terminato il discorso di Conte, è iniziato il dibattito. Un lungo applauso durato più di un minuto ha segnato la fine dell’intervento di premier Giuseppe Conte nell’aula del Senato. I senatori del Pd e dei 5 Stelle si sono alzati in piedi, brusio dall’opposizione tanto che la presidente Elisabetta Casellati ha richiamato all’ordine e al silenzio, per far cominciare la discussione.

È previsto intorno alle 12:30 un vertice del centrodestra per fare il punto della situazione in vista del voto a palazzo Madama.

 

Conte al Senato - diretta

 

AGGIORNAMENTO ORE 9.30

DISCORSO DI CONTE. «Mi associo, a nome del governo, a questo ricordo del senatore Macaluso. Io credo che anche chi non ha condiviso le idee politiche possa condividere che è stato un grande protagonista della vita politica e culturale italiana». Lo dice il premier Giuseppe Conte  in apertura del suo intervento al Senato.

 

Di fronte alla pandemia il governo ha dovuto «operare delicatissimi, faticosissimi, bilanciamenti dei princìpi e dei diritti costituzionali. In questi mesi così drammatici, pur a fronte di una complessità senza precedenti, questa maggioranza ha dimostrato grande responsabilità, raggiungendo - certamente anche con fatica - convergenza di vedute e risolutezza di azione, anche nei passaggi più critici». È uno dei passaggi delle comunicazioni del premier Giuseppe Conte nell’Aula del Senato, un discorso che ricalca quello già pronunciato ieri in Aula alla Camera.

 

«Abbiamo coltivato - sottolinea - un costante e serrato dialogo con tutti i livelli istituzionali, a partire dalle Autorità regionali sino a quelle comunali, nella consapevolezza che solo praticando indefessamente il principio di "leale collaborazione" sarebbe stato possibile perseguire strategie di intervento efficaci, considerato - a tacer d’altro - che le competenze in materia di gestione sanitaria sono rimesse primariamente alle Regioni».

 

In questi giorni ci sono state «continue pretese, continui rilanci concentrati peraltro non casualmente sui temi palesemente divisivi rispetto alle varie sensibilità delle forze di maggioranza. Di qui le accuse, a un tempo di immobilismo e di correre troppo, di accentrare i poteri e di non aver la capacità di decidere. Vi assicuro che è complicato governare con chi mina continuamente un equilibrio politico pazientemente raggiunto dalle forze di maggioranza». 

 

«Il Governo ha bisogno della massima coesione possibile e del più ampio consenso in Parlamento. Per fare tutto questo servono un Governo, infatti, e forze parlamentari volenterose, consapevoli delle difficoltà che stiamo attraversando e della delicatezza dei compiti, servono persone disponibili a riconoscere l’importanza della politica

 

«Quando la politica si eclissa le istanze finiscono per restare ai margini con il rischio che rimangano afone e inascoltate o che si traducano in rabbia e sfocino nello scontro violento. Abbiamo l’urgenza di fare politica, solo la politica ci offre la possibilità di interpretare il malessere della società impedendo che esploda in contrapposizioni distruttive»

 

«Ancora più importante è la qualità del progetto politico. Chiediamo a tutte le forze politiche e ai parlamentari che hanno a cuore il destino dell’Italia: aiutateci a ripartire con la massima celerità. Aiutateci a rimarginare al più presto la ferita che la crisi in atto ha prodotto nel "patto di fiducia" instaurato con i cittadini. Con il voto di oggi confido - ribadisce - che anche le istituzioni sappiano ripagare la vostra fiducia, in modo da porci alle spalle il più rapidamente possibile il grave gesto di irresponsabilità che ci ha precipitato in questa condizione di oggettiva incertezza».

 

 

FIDUCIA ALLA CAMERA Forte del risultato ottenuto alla Camera, 321 sì alla fiducia, oltre la maggioranza assoluta, Giuseppe Conte sarà oggi, alle 9.30, al Senato, dove il passaggio sarà più delicato. Alla prima prova dell’Aula Iv si è astenuta, 259 i contrari. Votano sì cinque deputati ex M5S, il dissidente Andrea Colletti e l’azzurra, ora ex, Renata Polverini.

 

Conte ha chiesto di voltare pagina, appellandosi ai «volenterosi» di area europeista, impegnandosi per una nuova legge elettorale in senso proporzionale. Per il Pd "la maggioranza assoluta è un fatto politico importante". Renzi: «è risicata, tra due mesi sono daccapo». Il centrodestra continua a sperare nel voto anticipato o in un’alternanza in corsa.

 

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