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la polemica

Zaia contro Martina:
«Non ci paragoni
all'Emilia Romagna»

La polemica
Zaia contro il ministro Martina
Zaia contro il ministro Martina
Zaia contro il ministro Martina
Zaia contro il ministro Martina

«Il dato del Veneto è sicuramente un messaggio chiaro: è un mandato degli elettori, di cui ho grande rispetto, ad aprire una trattativa. Ma per quanto riguarda la Lombardia parlerei, al contrario, di una sconfitta. Nello specifico, di una sconfitta di Maroni». Così il ministro e vice segretario del Pd, Maurizio Martina, in un’intervista a la Repubblica spiegando che «le materie fiscali — e anche altre, come la sicurezza — non sono e non possono essere materia di trattativa né con il Veneto, né con la Lombardia e neanche con l’Emilia Romagna, che ha avviato un’interlocuzione con il governo senza passare da un referendum. Non lo dico io: lo dice la Costituzione, con gli articoli 116 e 117 che indicano chiaramente gli ambiti su cui ci può essere una diversa distribuzione delle competenze».

 

Quindi, Zaia e Maroni «potranno avviare lo stesso percorso di confronto aperto dal presidente emiliano Bonaccini. Partirà una discussione e, in caso di accordo, questo andrà votato dal Parlamento con una legge. Credo sia giusto discutere con alcune regioni su chi deve gestire determinate materie: ma nell’ambito di una idea federalista equilibrata, cooperativa. E con un referendum consultivo da fare magari a valle del percorso, avendo già lavorato a un testo chiaro». Infine, su quanto possa incidere il voto sui prossimi appuntamenti elettorali, Martina chiosa: «Il referendum è un passaggio a sè. Noi dobbiamo continuare a lavorare per offrire una alternativa forte alle derive populiste di destra e 5 Stelle».

 

 

LA REPLICA DI ZAIA. «Io ero rimasto al punto - e lo dico anche da ex ministro - che Martina si occupa dell’agricoltura e penso che il nostro interlocutore sia il presidente del Consiglio. Non c’è alcuna volontà di cercare la rissa, ma sentirci dire che con una chiamata del popolo come questa la trattativa deve essere come quella dell’Emilia-Romagna, che ha chiesto solo cinque materie e a tutt’oggi non ha firmato nulla di valido giuridicamente, vuol dire disconoscere il popolo veneto. Se questa è la scelta del Governo ne prendiamo atto, ma me lo dica ufficialmente il presidente del Consiglio».

 

Così il governatore del Veneto, Luca Zaia, ai microfoni di Rtl 102.5. «Oggi approviamo la piattaforma negoziale, per cui vuol dire che tratteremo su questa base direttamente con questo Governo. Il problema - ha aggiunto - è che le cose vanno fatte bene, con tutta un procedura chiara e sancita dalla legge, per questo ho detto che l’Emilia-Romagna non ha firmato un’intesa come prevede la legge ma una dichiarazione di intenti, così è titolata perchè tale è, perciò non è vero che l’Emilia-Romagna ha fatto la trattativa. Noi tifiamo per l’Emilia-Romagna affinchè porti a casa tutte le competenze scritte in Costituzione, non 5 ma 23, tifiamo per loro. Per quanto riguarda la richiesta è una richiesta di 23 materie e 9/10 delle tasse, esattamente quello che la Costituzione prevede», ha concluso.

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