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Isola Vicentina

«Aveva la bellezza negli occhi». La salma di Pietro De Bernardini verso casa

La seconda vittima della valanga in Norvegia. Funerali fissati per sabato mattina. «Ringraziamo chi ci è stato vicino. Il ricordo non sia di una disgrazia bensì di un’avventura di vita»

«Pietro è partito con la bellezza nello sguardo». Una frase, suggestiva, accompagnata da una foto, altrettanto evocativa, con il ragazzo steso sulla neve, in riva al mare. Sullo sfondo, montagne innevate. Così Barbara Gisolo ricorda il figlio Pietro De Bernardini, lo studente di 25 anni di Isola Vicentina rimasto vittima della valanga in Norvegia, sul massiccio del Kavringtinden. 

Il funerale sabato alle 11 a Isola Vicentina

In base alle previsioni, la salma del giovane dovrebbe arrivare oggi alle 11 all’aeroporto di Milano, per poi proseguire verso Isola Vicentina. Il funerale, salvo imprevisti e variazioni dell’ultim’ora, sarà celebrato sabato alle 10, nella chiesa parrocchiale di Isola. Sembra volgere così al termine la dolorosa attesa dei familiari per poter riavere il figlio a casa e dargli l’estremo saluto. Un lasso di tempo durante il quale, in ogni caso, i genitori spiegano di non essersi sentiti soli, anzi. 

I genitori: «In tanti ci sono stati vicini»

«Vogliamo ringraziare le istituzioni, a partire dal sindaco di Isola Francesco Enrico Gonzo, l’ambasciata e tutte le forze politiche coinvolte durante questi giorni di travagliato lavoro per cercare di portare a casa Pietro - sono le parole di Alberto De Bernardini, il padre dello studente -. È stato bello trovare delle persone che ci sono state così vicine». «Ci ha commosso l’atteggiamento di forze politiche anche di schieramenti diversi che hanno messo davanti a tutto una grande umanità», si associa anche mamma Barbara. «Ora ci preme riuscire ad arrivare a sabato, con la sepoltura di nostro figlio nel cimitero di Torreselle - continua il papà - per trovare, poi, una sorta di nuova quotidianità. Una quotidianità che non sarà più quella di prima, ma che mi auguro potrà essere la più serena possibile».

L'Università in Olanda, il lavoro, l'amore per lo sport

Al momento del tragico incidente il giovane isolano, spirato dopo una settimana di ricovero in ospedale (è stato la seconda vittima dopo il vicentino Matteo Cazzola), si trovava in Norvegia per una vacanza. Da qualche tempo viveva in Olanda, dove frequentava l’università tecnica di Delft; dopo la laurea triennale in ingegneria matematica al Politecnico di Milano, stava per completare quella magistrale in statistica. «Aveva praticamente finito, doveva sostenere l’ultimo esame - continua il papà Alberto -. Il suo professore ci ha chiamati, siamo rimasti molto colpiti dalla sua umanità. Pietro aveva una testa molto fine; con questa laurea sarebbe diventato ingegnere statistico. Stava preparando una tesi sulla probabilità nella distribuzione della caduta dei meteoriti sull’Antartide. Amava poi lo sport, stare all’aria aperta, i contatti umani».
Il giovane, in Olanda, aveva trovato anche lavoro e anche in quest’ambito aveva lasciato il segno. «Per 2-3 giorni la settimana lavorava in una start up che produce protesi per chi ha perso gli arti inferiori - continua il padre del ragazzo -. Il suo datore di lavoro ci ha raccontato di come Pietro gli avesse cambiato la vita».

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Lutto cittadino a Isola Vicentina

Presto la salma potrà rientrare a Isola, dove il sindaco Gonzo ha proclamato il lutto cittadino per il giorno delle esequie. «Non vogliamo che questa sia ricordata come una disgrazia - conclude papà Alberto - bensì come un’avventura di vita. Un’avventura di vita che purtroppo è finita male». 

Matteo Carollo

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