Il boss mafioso Matteo Messina Denaro, arrestato, ieri, alla clinica Maddalena di Palermo, è rinchiuso nel carcere di massima sicurezza dell'Aquila.
Intanto i carabinieri del Ros e la procura di Palermo hanno individuato il covo del boss. Si trova in pieno centro storico a Campobello di Mazara, centro di 11 mila abitanti in provincia di Trapani, paese del favoreggiatore Giovanni Luppino, finito in manette insieme al capomafia.
Nel covo del boss sneakers e pillole per il sesso
Il covo, definito dagli investigatori come «l'abitazione di una persona normale», si trova nel centro di Campobello di Mazara, nel trapanese. Sneakers griffate, vestiti di lusso, un frigorifero pieno di cibo, ricevute di ristoranti, pillole per potenziare le prestazioni sessuali, profilattici sono alcune delle cose trovate all'interno della casa. L’abitazione risultava intestata ad Andrea Bonafede, il geometra che avrebbe prestato la sua identità al padrino e che ora è indagato. Al momento non risulta che nell’immobile vi fossero documenti particolari tanto che gli inquirenti sospettano che possa esserci un secondo immobile in cui cercare il cosiddetto tesoro di Messina Denaro.
Le ricerche sono state coordinate dal procuratore aggiunto Paolo Guido che ha partecipato personalmente alla perquisizione del covo durata tutta la notte.
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Come è stato scoperto il covo di Messina Denaro
La chiave di un’Alfa Romeo 164 ritrovata nel borsello del boss Messina Denaro: è stato questo l’input che ha consentito ai carabinieri e ai magistrati di risalire all’ultima abitazione del boss a Campobello di Mazara, perquisita questa notte. Gli inquirenti, attraverso il codice della chiave, sono risaliti al veicolo e grazie a un sistema di intelligenza artificiale hanno ricostruito, con tanto di immagini, gli spostamenti dell’Alfa. Tra le riprese c’era anche quella del boss che entrava e usciva dall’abitazione di Campobello con le borse della spesa: circostanza che ha portato i magistrati al covo.
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Custode del tesoro di Totò Riina
Campobello è a soli 8 chilometri da Castelvetrano, paese di origine di Messina Denaro e della sua famiglia.
L’individuazione del covo e la sua perquisizione sono tappe fondamentali nella ricostruzione della latitanza del capomafia. E non solo. Diversi pentiti hanno raccontato che il padrino trapanese era custode del tesoro di Totò Riina, documenti top secret che il boss corleonese teneva nel suo nascondiglio prima dell’arresto, fatti sparire perché la casa, a differenza di ora, non venne perquisita.