<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
La conferenza stampa

Luca Zaia: «Restiamo in area gialla ma preoccupano le varianti. Attesa per l'apertura impianti di sci»

di Giorgia Cozzolino
Luca Zaia, diretta 11 febbraio 2021
Luca Zaia, diretta 11 febbraio 2021
Luca Zaia - Punto stampa 11 febbraio 2021

Veneto in area gialla per un'altra settimana. Lo annuncia Zaia, durante la consueta diretta, sostenendo che non ci sono modifiche sostanziali dell'andamento epidemiologico del Veneto tali da far cambiare colorazione alla regione. 

 

Zaia si dice però preoccupato della situazione in centro Italia per via delle varianti del virus e spiega di essere disponibile ad aiutare le altre regioni, con l'invio di personale, qualora il Veneto si trovasse in una condizione migliore dell'attuale.

 

Il presidente torna poi sulla questione dell'acquisto indipendente di vaccini e sottolinea di attendere la proposta contrattuale da un intermediario, ma  anche che ci sono state diverse proposte provenienti dall'Europa e da fuori Europa.

 

Qui di seguito il dettaglio della diretta:

 

BOLLETTINO. «Sono 708 nelle ultime 24 ore i contagi da Coronavirus registrati in Veneto. Sono 25.618 i veneti oggi positivi al coronavirus e 1.708 i ricoverati, di cui 1538 (-29) in area non critica e 170 in intensiva. Sono 31 i decessi nelle ultime 24 ore» 

 

AREA GIALLA. «L'rt è a 0,72 crediamo quindi non ci siano dubbi che oggi saremo classificati ancora in area gialla» 

 

APERTURA TRA REGIONI. «Per l'apertura dei confini tra Regioni, il rinnovo del Dpcm che scade il 15 febbraio è in un limbo: il governo attuale è in carica solo per l'ordinaria amministrazione, quello nuovo ancora non c'è. Per me tra zone gialle gli spostamenti dovrebbero essere consentiti. Nelle altre situazioni bisogna rifarsi a valutazioni epidemiologiche più dettagliate. Ci aspettiamo che si chiarisca questa cosa»

 

PREOCCUPAZIONE. «C'è preoccupazione, abbiamo sentito Brusaferro, sapete che il centro Italia è sotto pressione con una grossa infezione e ci è stato chiesto disponibilità di personale, se l'avessimo lo daremmo volentieri, ma in questa fase non ce la facciamo perché siamo "tirati". La partita delle varianti non è indifferente, quindi andiamo avanti a spron battuto con le sequenzializzazioni per capire quanto pesi le variante inglese» 

 

L'APPELLO «L'appello è il solito di non abbassare la guardia perché le prese in carico di nuovi infettati ci sono ancora, anche se non li vediamo perché abbiamo più dimissioni che ricoveri, ma le prese in carico le abbiamo, vuol dire che le infezioni ci sono.» 

 

VACCINI. «Le proposte di acquisto di vaccini ce ne sono arrivate parecchie, da Europa e fuori Europa. Escludendo quei vaccini non approvati dall'Ema, ne sono rimasti un paio e abbiamo chiesto una proposta scritta che al momento non abbiamo. Leggiamo che adesso pare ci sia uno sblocco a livello europeo di milioni di dosi di vaccini. L'Europa sta certificando, con un comunicato, di aver gestito male la partita vaccini. E non c'è scritto da nessuna parte che non si possono comprare vaccini. Purtroppo noi non abbiamo visto né il contratto europeo fatto con le ditte produttrici né quello con i Paesi membri» 

 

PROGETTO COVID FREE.  «Se riuscissimo ad avere il vaccino vorremmo portare avanti un progetto di turismo covid-free, aziende covid-free. Quello che faremo non appena avremo le dosi ma che noi vorremmo fare il prima possibile» 

 

VIRUS NEI BIMBI. «Nel Veneto il primo caso grave su un bambino? Certo che siamo preoccupati perché questo virus muta e aggredisce categorie sempre più giovani» 

 

BOMBA CARTA. «Totale solidarietà all'onorevole Moretti e condanna senza se e senza ma per questo gesto, so cosa vuol dire essere oggetto di minacce e quant'altro. Mi auguro e auguro a lei di non essere l'oggetto di questo gesto» 

 

APERTURA IMPIANTI. «Stiamo preparando l’ordinanza per la riapertura degli impianti da sci, ma dobbiamo avere la conferma se si apre oppure no. Dal Cts nazionale c’è un pronunciamento ma si deve tradurre in un provvedimento governativo»

 

SCUOLA. «Non sono un addetto ai lavori. Se è vero che i ragazzi hanno studiato in DAD così è stato. Mi metto nei panni dei ragazzi che per tutto il mese di dicembre hanno studiato davanti allo schermo e ora si sentono dire che dicembre non conta e dovranno fare tutto il mese di giugno. Non lo trovo giusto. Se passasse questo principio vorrebbe dire certificare che la DAD non è servita a nulla. Far recuperare un mese perso sì, ma questo non è un mese perso».

 

Suggerimenti