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La Conferenza stampa

Zaia: «Nuovo Dpcm, per il Veneto sarà un lockdown: lo stop tra comuni non ha senso. Spero il Governo ci ripensi»

Luca Zaia, diretta 3 dicembre 2020
Luca Zaia, diretta 3 dicembre 2020
Luca Zaia, diretta 3 dicembre 2020

Luca Zaia  torna in diretta per fornire nuove indicazioni sull'emergenza coronavirus anche alla luce del decreto approvato nella notte dal Consiglio dei ministri che anticipa il Dpcm di domani. Decreto che trova Zaia più che perplesso per due questioni: la mancata deroga per i ricongiungimenti familiari il giorno di Natale e la mancata considerazione delle differenze tra piccoli centri e grandi metropoli nel divieto di spostamenti tra comuni annunciata per il 25 e il 26 dicembre e il 1° gennaio. Norma che per Zaia metterebbe il Veneto in  una sorta di lockdown totale.  Di seguito i punti salienti della diretta di oggi. 

 

IL BOLLETTINO REGIONALE

«Abbiamo fatto  51.362 tamponi, tra molecolari e rapidi nelle ultime 24 ore. I positivi da inizio pandemia sono 154.490, quelli attualmente positivi sono 763.603 e 3.581 positivi nelle ultime 24 ore. Sono 3.068 i ricoverati di cui 336 in terapia intensiva. Morti 3.982, +95» 

 

BOZZA DPCM

«Ho ricevuto questa notte alle 2.30 la bozza del Dpcm. Un Dpcm che lascia non poche perplessità. Allora, prima viene la salute, certo è che questo Dpcm è talmente incisivo sugli aspetti degli spostamenti che il Governo si è visto costretto ad approvare un Decreto legge. Questo Dpcm qualche guaio ce lo dà. Dal 21 dicembre al 6 gennaio non si possono fare spostamenti tra regioni. Stabilisce poi che 25 e 26 dicembre e 1° gennaio anche divieto anche spostamento tra Comuni, questo significa che si aprono due scenari: uno la mancata ricongiunzione dei parenti di primo grado genitori-figli se non abitano nello stesso comune, un aspetto umano che viene prima di tutti. Ci sono mille altre soluzioni per garantire il ricongiungimento familiare.  In secondo luogo l'effetto di questa decisione sui nostri territori in quei giorni è di fatto un lockdown totale. Penso sia evidente la sperequazione, prima viene la salute, ma capite che se il tema è sanitario, tu chiudi Badia Calavena, Badia Polesine, Ceresa e lasci che 4 milioni di persone che sono grandi come una regione, vedi Roma, possano spostarsi come vogliono. Non ce l'ho con Roma, non ce l'ho con le metropoli, ma la norma non sta in piedi. Spero che in queste ore il governo riveda il Dpcm. Se il concetto è evitare gli spostamenti allora sia valido per tutti»  

 

AFFETTI FAMILIARI

«Immaginate  che a Natale non potete vedere i figli o i genitori, poi vi affacciate alla finestra e vedete le piazze piene di gente che fanno lo spritz. Se il tema è scoraggiare gli assembramenti bisogna ragionare scoraggiandoli con i controlli non pensando alle piste da sci. Non dico che non servono misure, dicono che devono essere perequative, non penso che il pranzo di Natale con i parenti rovini il piano di salute pubblica» 

 

TRASPORTI E PREFETTI

«Capisco che ci siano regioni che hanno problemi, ma noi siamo pronti, non si può esautorare la Regione affidando ai prefetti il coordinamento dei trasporti scolastici. La procedura è: il tavolo prefettizio decide tutto, se non  se ne viene fuori, il presidente della Regione fa una ordinanza. E allora cosa me ne faccio io del tavolo prefettizio? Noi, rispetto alla riapertura delle scuole siamo pronti. Dal 7 gennaio dovrebbero riaprire al 50 per cento (di quelle che attualmente sono chiuse) e impone i trasporti al 50 per cento della capacità». 

 

RISTORI? SI CREA GUERRA TRA POVERI

«Ristori? Non c'è traccia dei ristori nel decreto. Abbiamo ristoratori che ci chiamano dicendo che alla luce di questi dati è meglio chiudere e avere un ristoro, non perché non vogliano lavorare ma perché sono allo stremo. E penso a tutto il mondo degli spettacoli, le palestre. Così si crea una guerra tra poveri» 

 

ORDINANZA REGIONALE

«Decade l'ordinanza regionale e ci adeguiamo al Dpcm. Decade quindi la chiusura dei negozi nel fine settimana. Ricordo che le grande strutture di vendita le ho chiuse io per tre settimane, poi le ho riaperte il sabato. In Italia ad oggi, chi ha la restrizioni più alta rispetto alle grandi strutture di vendita. Decade il contingentamento negli ingressi e ci adeguiamo al Dpcm» 

 

ATTEGGIAMENTO SCORRETTO

«Ormai quello del Dpcm è un cerimoniale di corte, si dice "sentite le Regioni", ma di fatto vengono prese delle scelte e veniamo informati di queste. Ci viene inviato il Dpcm, le osservazioni formali che il Governo ci ha chiesto entro le 12 (ma siamo in ritardo) verranno inviate oggi e se il Governo è magnanimo le prenderà in considerazione altrimenti no. Per noi sono chiari due fattori da riconsiderare: il tema degli affetti familiari, la sperequazione tra comuni di diverse dimensioni» 

 

LE NOSTRE RICHIESTE

«Abbiamo chiesto di rivedere l'aspetto umano del ricongiungimento familiare natalizio, con finalità umane, poi di valutare la sperequazione tra comuni, il tema dei ristori e la revisione dell'incarico ai prefetti sulla riapertura delle scuole. Non abbiamo fatto proposte, abbiamo semplicemente fatto delle osservazioni. Forse varrebbe la pena di agire in modo molto più severo sugli assembramenti negli spazi pubblici» 

 

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Giorgia Cozzolino

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