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Zaia: «Chiesta la conferma allo Spallanzani»

Coronavirus, il primo
morto in italia
è un 78enne veneto

Adriano Trevisan
Adriano Trevisan
Zaia sul Coronavirus

Ci sono i primi casi di coronavirus accertati in Veneto e c'è anche il primo morto: si tratta di Adriano Trevisan, 78 anni, uno due anziani di Vo' Euganeo, risultati positivi al test effettuato a Padova. I pazienti sono stati ricoverati nel reparto Malattie Infettive dell'Azienda Ospedaliera patavina.

I tamponi, già risultati positivi, sono stati inviati per riscontri all'Istituto Spallanzani di Roma.

 

 

 

 Zaia aveva confermato che «sono due cittadini di Vò Euganeo, uno del ’42 e uno del ’53, uno in condizioni critiche in terapia intensiva». Sono due pensionati settantenni, di Vò Euganeo, un piccolo paese ai piedi dei Colli Euganei ( Padova), le due persone risultate positive in Veneto ai primi test sul Coronavirus. Lo riferisce all’ANSA il sindaco, Giuliano Martini. «L’ho saputo dal direttore dell’azienda Usl 6 di Padova, Scibetta, mezzora fa - afferma - Mi ha comunicato la positività ai test dei miei due concittadini e l’attivazione a Padova dell’Unità di crisi». I due, che hanno in comune la frequentazione di due locali pubblici a Vò Euganeo, vivono entrambi con familiari. Sono ricoverati in isolamento all’ospedale di Schiavonia, vicino ad Este ( Padova).

Il sito del Governo sull'emergenza coronavirus (difficile da raggiungere per l'altro numero di persone collegate), il numero d'emergenza è 1500.

 

A VO' EUGANEO TUTTO CHIUSO

«Siamo preoccupati, ho parlato col sindaco di Vò Euganeo per adottare tutte le misure: chiusura delle scuole, degli esercizi commerciali, cercando di ricostruire tutte le attività sociali e i contatti che queste persone hanno avuto per capire qual è il livello di cordone sanitario da mettere in atto».

Lo ha detto  Zaia. «Non bisogna diffondere il panico - ha aggiunto - ma prima regola è l’isolamento».

 

TAMPONI SUI MEDICI DI SCHIAVONIA

Verranno effettuati tamponi per tutti i dipendenti dell’ospedale di Schiavonia (Padova), dove inizialmente sono stati ricoverati i due pazienti veneti risultati positivi al Coronavirus. Lo ha detto Luca Zaia. «I due - ha aggiunto Zaia - erano all’ospedale di Schiavonia e uno ci è rimasto una decina di giorni. È un contagio secondario, perchè arriva da un’altra persona. Ora il tavolo della task force sta lavorando unicamente per cercare di definire il cordone sanitario da creare, ovviamente con la massima tutela per gli operatori della sanità che hanno avuto contatti diretti. La mia volontà è di fare i tamponi a tutti per questa verifica». (aggiornamento ore 19.30)

 

 

(aggiornamento ore 18)

 

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Dopo i sei casi di coronavirus accertati in Lombardia, sulla questione è intervenuto il presidente della regione Veneto Luca Zaia, che ha spiegato: «Seguiamo ora dopo ora l’evolversi della situazione, in contatto con il Commissario Borrelli e il ministro Speranza. Per noi l’allerta è massima e ci stiamo preparando a un’eventuale emergenza più importante. Combattiamo un virus, per cui l’attenzione è totale! In caso di necessità siamo pronti a intervenire su più piani e a tutti i livelli, anche in modo drastico se ve ne fosse bisogno».

 

La Direzione Prevenzione dell’Area Sanità e Sociale della Regione ha ricordato che il laboratorio di riferimento regionale è Padova, che riesce a fornire il risultato del test in sole 3 ore (e si sta lavorando perché tutti gli ospedali Hub della Regione utilizzino lo stesso tipo di test).

Prima dei due casi positivi, erano stati effettuati 137 test per la conferma diagnostica, che erano risultati tutti negativi. Finora sono stati ricoverati nei reparti ospedalieri di malattie infettive nove casi sospetti, riferiti a soggetti che presentavano lieve sintomatologia respiratoria e che rientravano da aree a rischio della Cina. Tutti sono risultati negativi ai test di laboratorio.

 

I bambini che frequentano i servizi educativi dell’infanzia e gli studenti fino alla scuola superiore di secondo grado che, nei 14 giorni precedenti il loro arrivo in Italia siano stati nelle aree della Cina interessate dall’epidemia, sono stati sottoposti ad una sorveglianza sanitaria attiva ed è stata favorita l’adozione della permanenza volontaria fiduciaria a domicilio.

Finora i bambini e adulti in isolamento fiduciario sono 77.

 

È stata inoltre predisposta un’apposita sezione del sito web regionale dedicata all’epidemia di Nuovo Coronavirus (2019 - nCoV) con lo scopo di informare la popolazione sulla situazione internazionale e le precauzioni da adottare.

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