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Coronavirus

Altre cinque regioni in zona arancione, non c'è il Veneto

Runner e ciclisti lungo il Po a Torino
Runner e ciclisti lungo il Po a Torino
Runner e ciclisti lungo il Po a Torino
Runner e ciclisti lungo il Po a Torino

AGGIORNAMENTO ORE 19

«Il ministro Speranza mi ha anticipato poco fa l’esito della riunione che ha stabilito il passaggio dell’Abruzzo, insieme ad altre quattro Regioni - Umbria, Basilicata, Liguria e Toscana - nella zona arancione. Gli effetti del provvedimento che il ministro si appresta a firmare in serata avranno decorrenza dalla giornata di mercoledì».

Le dichiarazioni del Presidente dell’Abruzzo, Marco Marsilio, sembrano decretare la permanenza del Veneto in zona gialla. Ulteriori restrizioni quindi potrebbero essere prese soltanto direttamente dal presidente del Veneto Zaia.

Per la Campania potrebbe arrivare nelle prossime ore il passaggio in area rossa, mentre l'Alto Adige ha già deciso autonomamente di attuare le stesse restrizioni della zona rossa.

 

Al momento sono dunque in Zona rossa Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, Calabria.

In Zona arancione Liguria, Toscana, Abruzzo, Basilicata, Umbria, Puglia, Sicilia.

In Zona gialla  Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Marche, Molise, Provincia di Trento, Sardegna,  Veneto.

 

 

 

 

 

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ORE 8

Si riunirà questa mattina la cabina di regia per l’emergenza Covid, rinviata ieri su richiesta di alcune Regioni. E le anticipazioni sul rapporto settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità sembrano preludere a cambiamenti nella mappa tricolore.

 

L’Alto Adige gioca d’anticipo e si autoproclama zona rossa. Campania, Veneto e Toscana rischiano di cambiare status  - in arancione o  persino direttamente in rosso - al termine di un fine settimana che in alcune città ha visto le strade dello shopping e della movida prese d’assalto, in molti senza mascherine. Un migliaio le persone multate in tutta Italia, anche locali aperti in violazione delle norme. Nuovi focolai nelle Rsa. In Toscana positivo un anziano su 10.

 

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«Abbiamo oltre 1.500 persone ricoverate e almeno 200 in terapia intensiva, sono dati importanti, non abbiamo i picchi di marzo ma è pur vero che l’allerta sanitaria c’è ed è giusto prendere le cose per il verso giusto. È inutile fare i negazionisti», dice stamattina il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, a RaiNews24.

 

Il Veneto in zona arancione? «Io non contesto nulla, la salute viene prima di tutto, ho qualche perplessità che qualcuno possa pensare che esiste un ufficio dove si mettono insieme i 21 parametri e si decide il colore della Regione», ha aggiunto Zaia. «Nel Veneto vedo la necessità di garantire sugli assembramenti, è stato un fine settimana complicato, evidentemente c’è qualcuno che pensa che non ci sia un problema. Ho l’impressione che qualcuno non si renda conto che ci sono gli ospedali e un sistema sanitario in crisi - ha evidenziato - qualcuno che vive un’altra realtà. La stragrande maggioranza dei cittadini in Veneto si comporta in maniera rispettosa, ma c’è ancora qualche negazionista, qualcuno che non indossa la mascherina e questi sono temi che incidono sulla diffusione del virus».

 

 

 

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