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In tribunale

Strage di Erba, parola alla difesa di Olindo e Rosa: «Nuove prove incompatibili con la presenza dei coniugi sulla scena»

Nuova udienza sulla richiesta di revisione delle condanne definitive all'ergastolo dei due coniugi. Per il procuratore e l'avvocato generale l'istanza è inammissibile
Processo Olindo e Rosa/2

Si torna in aula e anche per questa seconda udienza della Corte d'Appello, decine di persone questa mattina, 16 aprile, si sono messe in coda fuori dai cancelli del tribunale per essere tra i primi e unici 50 "fortunati" a poter assistere alla nuova udienza sull'istanza di revisione delle condanne definitive all'ergastolo dei coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi, responsabili della Strage di Erba.

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Oggi a parlare sarà la difesa della coppia. Lo scorso 1 marzo, invece, la parola spettò al procuratore generale e all'avvocato generale definendo "inammissibile" il ricorso. Era l'11 dicembre del 2006 quando in un condominio di Erba furono massacrate quattro persone: Raffaella Castagna e suo figlio di due anni, la mamma Paola Galli e la vicina Valeria Cherubini. Per l'accusa furono Olindo e Rosa e per questo condannati nel 2011 all'ergastolo.

La richiesta di revisione 

La richiesta di revisione da parte della difesa punta su alcuni aspetti: la confessione di Olindo e Rosa, che secondo la difesa sarebbe stata indotta; la testimonianza di Mario Frigerio, morto di recente e unico testimone della strage, considerato dalla difesa non idoneo per le sue condizioni psicofisiche al momento della testimonianza; le tracce di sangue di Valeria Cherubini nell'auto di Olindo, che sempre secondo la difesa non ci sarebbero mai state; la pista alternativa del regolamento di conti tra bande che si contendevano la zona di spaccio a Como e la via di fuga, che secondo la difesa sarebbe stata dal tetto o dal balcone dell'appartamento di via Diaz dove si consumò la strage.

***

La cronaca della giornata

Ore 11,45 

Le cosiddette nuove prove risultano "incompatibili" per quanto riguarda la dinamica con la presenza di Olindo Romano e Rosa Bazzi sulla scena della strage di Erba. E' uno dei capisaldi della difesa dei coniugi condannati all'ergastolo.

Tra le "prove nuove" il fatto che la vicina di casa, Valeria Cherubini, tra le vittime, sarebbe stata uccisa nella sua abitazione e non colpita mortalmente al piano di sotto per poi morire nel suo appartamento, come riscostruito nelle sentenze. "I soccorritori non avrebbero potuto non vedere" i coniugi una volta intervenuti, ha detto il legale.

Ore 11,30 Screzi in aula tra accusa e difesa

Qualche screzio in aula della Corte d'appello di Brescia quando uno dei legali dei coniugi Romano, Nico D'Ascola, ha invitato i rappresentanti dell'accusa a "non mostrare segni plateali di dissenso" durante il suo intervento (i magistrati scuotevano la testa) dal momento che i difensori, quando lo scorso primo marzo il pg e l'avvocato dello Stato erano intervenuti per chiedere l'inammissibilità dell'istanza di revisione, non avevano fatto alcun commento.

Ore 10,30 parla la difesa: "Il riconoscimento da parte di Frigerio è una prova sospetta"

L'avvocato della difesa, Nico D'Ascola, dichiara che "il riconoscimento da parte di Mario Frigerio è una prova sospetta". Inizialmente l'uomo aveva detto di aver visto "uno sconosciuto con la pelle olivastra, estraneo alla cerchia di conoscenze" poi invece puntò il dito contro la coppia. Secondo la difesa "l'intossicazione da monossido di carbonio scaturito dall'incendio appiccato dagli assassini avrebbe procurato il decadimento delle funzioni cognitive di Frigerio". Mario Frigerio, è l'unico sopravvissuto alla strage del 10 dicembre del 2006.

Ore 10 Olindo e Rosa arrivano in aula: non vogliono essere ripresi

Olindo Romano e Rosa Bazzi arrivano nell'aula della Corte d'appello di Brescia: come nella scorso udienza hanno richiesto di non essere né inquadrati dalle telecamere e né fotografati. 

Ore 9 arriva l'avvocato della famiglia Castagna: "La verità è già scritta"

L'avvocato della famiglia Castagna, Massimo Campa, prima di entrare in aula rimarca la sua convinzione: "La verità è già scritta, spero solo che venga confermata e che si ricordino le vittime senza dover rimettere in discussione quanto già stabilito". 

Ore 9 arriva Azouz Marzouk: "Troppe cose non tornano"

Intorno alle 9 arriva in tribunale il marito e padre di due delle vittime della strage, Azouz Marzouk. Secondo l'uomo "molte cose non tornano" e rimarcando quanto aveva già dichiarato durante la scorsa udienza ai giornalisti: "Inizialmente pensavo che Olindo e Rosa fossero colpevoli, ora credo che non è stata fatta giustizia" 

Redazione web

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