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Il caso

Stop della Rai al monologo: scontro Scurati-Meloni, la premier posta il discorso. Protesta dei giornalisti

Antonio Scurati
Antonio Scurati
Antonio Scurati
Antonio Scurati

 Non c'era Antonio Scurati in studio a CheSarà, ieri sera su Rai3. Ma il suo monologo sul 25 aprile bloccato dalla Rai a 24 ore dalla messa in onda viene letto integralmente, in apertura di puntata, dalla conduttrice Serena Bortone: «Me lo ha regalato lo scrittore».

Il post di Meloni

Un testo diventato intanto virale e condiviso perfino da Giorgia Meloni sul suo profilo Facebook, «perché chi è sempre stato ostracizzato e censurato dal servizio pubblico non chiederà mai la censura di nessuno».

«In un'Italia piena di problemi, anche oggi la sinistra sta montando un caso. Stavolta è per una presunta censura a un monologo di Scurati per celebrare il 25 aprile. La sinistra grida al regime, la Rai risponde di essersi semplicemente rifiutata di pagare 1.800 euro (lo stipendio mensile di molti dipendenti) per un minuto di monologo. Non so quale sia la verità, ma pubblico tranquillamente io il testo del monologo (che spero di non dover pagare)», scrive Meloni.

 

La replica dello scrittore

Parole alle quali replica lo scrittore: «La informo che quanto lei incautamente afferma, pur ignorando per sua stessa ammissione la verità, è falso sia per ciò che concerne il compenso sia per quel che riguarda l'entità dell'impegno», sottolinea Scurati. «Non credo di meritare questa ulteriore aggressione diffamatoria».

E continua: «Il mio pensiero su fascismo e postfascismo, ben radicato nei fatti, doveva essere silenziato. Continua a esserlo ora che si sposta il discorso sulla questione evidentemente pretestuosa del compenso. Pur di riuscire a confondere le acque, e a nascondere la vera questione sollevata dal mio testo, un capo di governo, usando tutto il suo straripante potere, non esita ad attaccare personalmente e duramente con dichiarazioni denigratorie un privato cittadino e scrittore suo connazionale tradotto e letto in tutto il mondo. Questa, gentile presidente, è una violenza. Non fisica, certo, ma pur sempre una violenza. È questo il prezzo che si deve pagare nella sua Italia per aver espresso il proprio pensiero?».

Il caso si apre con un post su Instagram in cui Serena Bortone spiega di aver appreso «casualmente» venerdì sera che era stato «annullato il contratto» con Scurati, «senza spiegazioni plausibili». Una scelta subito criticata dall'opposizione, che grida alla «censura», mentre Repubblica.it anticipa il testo del monologo in cui Scurati accusa la premier di non aver mai ripudiato «nel suo insieme l'esperienza fascista».

La risposta di Viale Mazzini è affidata a Paolo Corsini, direttore dell'Approfondimento: «Nessuna censura. La partecipazione di Scurati non è mai stata messa in discussione», spiega, invitando a «non confondere aspetti editoriali con quelli di natura economica e contrattuale, sui quali sono in corso accertamenti a causa di cifre più elevate di quelle previste e altri aspetti promozionali da chiarire connessi al rapporto tra lo scrittore e altri editori concorrenti». Nel mirino, quindi, la richiesta economica - si dice 1.800 euro - e il rischio di fare indirettamente pubblicità alla serie di Sky tratta da M. Il figlio del secolo, il libro premio Strega 2019 di Scurati.

La reazione dei giornalisti della Rai

Il comunicato con la quale l'Usigrai annuncia cinque giorni di sciopero.

 

 

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