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I pm: «Archiviazione per Conte e Speranza»

di Paolo Cittadini
L’ex premier Giuseppe Conte  insieme al «suo» ministro Roberto SperanzaL’arrivo a palazzo di Giustizia, lo scorso 10 maggio,  di Conte e Speranza quando erano stati interrogati dal tribunale dei ministri per la vicenda Covid
L’ex premier Giuseppe Conte insieme al «suo» ministro Roberto SperanzaL’arrivo a palazzo di Giustizia, lo scorso 10 maggio, di Conte e Speranza quando erano stati interrogati dal tribunale dei ministri per la vicenda Covid
L’ex premier Giuseppe Conte  insieme al «suo» ministro Roberto SperanzaL’arrivo a palazzo di Giustizia, lo scorso 10 maggio,  di Conte e Speranza quando erano stati interrogati dal tribunale dei ministri per la vicenda Covid
L’ex premier Giuseppe Conte insieme al «suo» ministro Roberto SperanzaL’arrivo a palazzo di Giustizia, lo scorso 10 maggio, di Conte e Speranza quando erano stati interrogati dal tribunale dei ministri per la vicenda Covid

«Archiviare per l’infondatezza della notizia di reato». Questo il motivo che ha portato la procura di Brescia a «chiedere» l’archiviazione per Giuseppe Conte e Roberto Speranza, finiti nel registro degli indagati per la gestione della prima ondata della pandemia di Covid in Val Seriana. Il parere dei magistrati bresciani, depositato la scorsa settimana, è ora finito negli atti a disposizione del tribunale dei Ministri, che dovrà decidere se accogliere la valutazione relativa all’ex premier e al «suo» ministro della Salute o chiedere l’autorizzazione a procedere nei loro confronti. Un parere motivato in una cinquantina di pagine in cui la procura di fatto scagiona Conte e Speranza, accusati dalla procura di Bergamo di epidemia colposa e omicidio colposo plurimo. La procura, rifacendosi alla Cassazione, sostiene infatti che mancherebbe la condotta attiva necessaria per poter contestare a Speranza il reato di epidemia colposa. Secondo l’accusa della procura di Bergamo l’ex ministro Speranza sarebbe responsabile della mancata applicazione del piano pandemico, ma per i colleghi bresciani si tratterebbe di una attività che non rientrerebbe tra quelle previste dal suo ruolo di ministro. La procura di Brescia ha chiesto l'archiviazione di Speranza anche per il reato di omicidio plurimo colposo (57 le vittime per cui i magistrati di Bergamo hanno iscritto l’ex ministro nel registro degli indagati) perché mancherebbe la prova che una diversa condotta avrebbe evitato quei decessi. A Conte, invece, la procura di Bergamo contesta il non avere creato una zona rossa nei comuni di Nembro e Alzano all’insorgere dei primi casi di Covid. Secondo i colleghi bresciani, invece, l’ex premier avrebbe fatto quello che era nelle proprie possibilità nei tempi giusti sostenendo che l’immediata istituzione della zona rossa a Codogno non ha comunque impedito i decessi. La procura di Brescia ha, di fatto, accolto la tesi difensiva dei due ex esponenti del Governo che lo scorso 10 maggio erano stati interrogati a Brescia dal tribunale dei ministri. I due avevano infatti respinto tutte le accuse difendendo le proprie scelte. «Speranza - aveva spiegato l’avvocato Guido Calvi, il legale che con il collega Danilo Leva, assiste l’ex ministro della Sanità -ai magistrati ha ricordato di avere fatto tutto quello che doveva. Il piano pandemico non era efficace per affrontare il Covid». La questione non è chiusa. Quello della procura, del resto, resta solo un parere. La palla torna ora ai magistrati che compongono il tribunale dei Ministri (la presidente Maria Rosa Pipponzi insieme ai colleghi Michele Stagno e Vincenzo Domenico Scibetta) che entro la metà di giugno (se non qualche giorno prima) dovranno sciogliere la propria riserva e decidere se fare proprio il parere dei pm bresciani oppure trasmettere al Parlamento la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti del leader del Movimento Cinque Stelle e del segretario di Articolo Uno. Sul parere espresso dalla procura di Brescia è intervenuto Gian Antonio Girelli, il parlamentare bresciano del Pd e membro della XII Commissione Affari Sociali della Camera. «La richiesta di archiviazione nei confronti di Conte e Speranza è la riprova che ciò che chiediamo in merito alla commissione d'inchiesta trova conforto anche nella richiesta avanzata dalla magistratura - sottolinea -. Crediamo infatti che qualsiasi tentativo di esasperare i toni e portare avanti un'indagine inquisitoria sia ciò che più lontano possa esserci dalla ricerca di giustizia per un dramma quale è stato la pandemia. Forme di giustizialismo «variabile» non possono e non devono mai trovare giustificazioni politiche su eventi drammatici».•.

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