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la mamma in carcere da 20 giorni

Bimba ferita con lo spray, la difesa della madre chiede perizia sulle foto delle lesioni

Secondo l'accusa la donna spruzzava del deodorante a distanza ravvicinata provocando lesioni e ustioni sulla pelle della piccola

La difesa della 27enne arrestata il 3 febbraio per maltrattamenti aggravati sulla figlia di soli 17 mesi punta a chiedere «una perizia» sul «contenuto del cellulare» sequestrato alla donna nel quale, «secondo quanto risulta dal verbale di ispezione, si trovano, oltre ad altri dati, 7.000 immagini di cui 80 rappresentanti le lesioni sulla cute della minore».

Foto queste ultime che, per i difensori, «erano state realizzate dalla madre per inviarle nel tempo alla propria pediatra, la quale monitorava costantemente le lesioni cutanee al fine di individuarne una causa».

Lo comunicano i legali della giovane, gli avvocati Vincenzo Sparaco ed Emmanuele Panza. Stando alle indagini della Squadra mobile e del pm di Milano Pasquale Addesso, la giovane spruzzava dello spray deodorante a distanza ravvicinata provocando lesioni e ustioni sulla pelle della piccola.

La bimba negli ultimi 6 mesi era stata ricoverata in tre ospedali, tra Varese e Pavia, e poi al Policlinico di Milano dove i medici si sono accorti che quelle lesioni potevano essere state causate dalla madre.

Gli investigatori a quel punto hanno piazzato delle microcamere che hanno registrato i momenti in cui la donna causava quelle ferite alla bimba. Ed è scattato l’arresto.

La stessa difesa sta lavorando per effettuare una consulenza psichiatrica sulla donna per valutare il profilo della capacità di intendere e volere e che potrà servire sia nel procedimento penale che in quello davanti ai giudici dei minori, che dovranno decidere sulla adottabilità della piccola.

La donna è in carcere

Due giorni fa, spiegano i legali, «la difesa ha formulato riserva di chiedere, entro i prossimi dieci giorni, l’incidente probatorio sul contenuto del cellulare» e «la Procura ha sospeso l’accertamento tecnico irripetibile consistente nel fare la copia forense» del telefono.

Nei giorni scorsi il Riesame aveva confermato la custodia in carcere per la donna. «Per quanto attiene al contenuto dell’ordinanza - chiariscono gli avvocati - la difesa rispetta la decisione ma ovviamente non la condivide, in quanto ritiene che ad oggi non sussista evidenza circa il nesso causale tra il deodorante sequestrato e le tracce di alluminio presenti nei capelli della bambina».

Inoltre, «ad oggi in atti non vi è neppure una documentazione medica che comprovi tale nesso ma vi sono solo le dichiarazioni di una pediatra dell’ospedale».

E con riferimento alla «sussistenza delle esigenze cautelari» la difesa sostiene «che non esista alcun rischio di inquinamento probatorio e tantomeno il rischio di reiterazione del reato, siccome la minore ad oggi si trova in una comunità sotto costante sorveglianza. Proprio per tale ragione - aggiungono - sarebbe stata compatibile anche la misura meno afflittiva degli arresti domiciliari».

I legali, inoltre, hanno segnalato alla presidenza del Tribunale di Milano di aver saputo della decisione del Riesame dai media, senza che il provvedimento fosse stato notificato alla difesa. Difesa che «ringrazia il Presidente del Tribunale di Milano per essere prontamente intervenuto in seguito alla segnalazione». Il Presidente, proseguono i legali, «ha comunicato ai difensori di aver svolto un’indagine interna e di non aver riscontrato anomalie nelle procedure, tuttavia si scusa per lo spiacevole accaduto».

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