Carnevale, torna l’incontro su Ponte Pietra: si terrà il «luni pignatar» e a stringersi le mani saranno le maschere della riva sinistra dell’Adige con quelle del lato opposto.
Ad annunciare l’evento che è assente da una quarantina d’anni sono Alberto Recchia, presidente del Comitato carnevale benefico Carega-Centro storico «Cor de Verona», Giuliano Frazza, presidente del Comitato benefico Simeon de l’Isolo, e Giancarlo Adami che impersona la maschera Re Saltucchio di Porto San Pancrazio.
L’occasione sono gli ultimi ritocchi al carro carnevalesco di Re Teodorico, lo storico personaggio del rione Carega e la cui direzione artistica è stata affidata a Luigi Scattolin. Manca davvero poco e il gruppo di costruttori del Comitato sta stringendo i tempi in vista della sfilata del «venardì gnocolar», il prossimo 24 febbraio.
L’inaugurazione del nuovo carro stringe attorno a sé molti volontari e pure numerosi cittadini protagonisti di una iniziativa di raccolta fondi che si è tenuta lo scorso settembre nello storico rione a due passi da Piazza Erbe. Il bilancio della colletta è esposto nella sede del Comitato carnevalesco che ha luogo nei locali del ristorante osteria «A le Petarine». Entusiasmo e tanta voglia di rivivere la tradizione.
È questo anche il significato del rinnovato appuntamento su Ponte Pietra che «riprende i rapporti tra tutti i comitati cittadini», commenta Recchia. «Il nostro intento», continua, «è di rivivere nuovamente l’aspetto tradizionale e culturale del carnevale che da sempre ci ha contraddistinto».
La volontà è di avere un carnevale «pienamente vissuto tra leggende, miti ed usanze» e il suo programma, illustrato recentemente con una conferenza stampa, «era già stato presentato e protocollato in Comune ai primi di novembre dal Comitato carnevale di Verona», dice Recchia.
«Una dimostrazione che la volontà dei sei comitati storici (Ducato di Santo Stefano, Filippini, Carega-Centro storico, Porto San Pancrazio, Sanzeneto e Simeon de l’Isolo) non è di bloccare il carnevale, ma di farlo e portarlo avanti». «Forse», dice Recchia, «quanto sta accadendo al di fuori della manifestazione, e in modo parallelo, può pure “fare bene”, perché fa crescere la conoscenza dello stesso carnevale. Al di là delle liti, che ci possono essere, dobbiamo ricordarci della tradizione».
Se il 1531 è una data storica e da ricordare, essendo il tempo di Tommaso Da Vico indicato come istitutore del «Baccanale del Gnocco», ci sono anche tempi bui dove il carnevale non è stato organizzato. Ma anche anni, quelli del Podestà Giovanni Orti Manara, che rividero ai fasti di un tempo il Baccanale.
Le maschere, poi, e i loro cortei spesso «leggono» nella storia i loro volti e percorsi.
È il caso del Ballo in Maschera che si terrà martedì 28 febbraio in Piazza dei Signori e che trae la sua origine nel triplice giro a figura di chiocciola, in veronese noto con il nome «El bogon», che si animava nello stesso luogo. Era il 1700 e lo ricorda un’antica stampa. «Un altro momento legato alla tradizione con il fine di invitare le autorità a seguire il corteo sino a San Zeno. Se il ballo fosse fatto altrove andrebbe contro la storia», conclude Recchia.