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IL PERSONAGGIO

La favola di Sheik
addolcisce
la Virtus

Il gambiano Sheik Sibi ha debuttato domenica con la Virtus
Il gambiano Sheik Sibi ha debuttato domenica con la Virtus
Il profugo diventato portiere

Un debutto sperato, una gara amara per una storia tutta da raccontare. Protagonista Sheik Sibi, diciottenne nato in Gambia e fuggito dalla sua patria per cercare una vita nuova. Un lungo viaggio passato per il deserto prima di prendere la via del mare, su uno di quei barconi carichi di gente disperata, e approdare nel giugno del 2015 a Lampedusa. Il tempo di guardarsi attorno, di respirare un’aria di libertà e venire instradato a Verona, alla residenza Costagrande. Da qui il trasferimento alla Vita Virtus, la onlus gestita dalla Virtusvecomp che accoglie e dà ospitalità a diversi migranti.

Il pallone e la porta diventano un’ancora di salvezza per il ragazzone africano che viene seguito dagli osservatori del sodalizio di via Montelungo. L’incontro con il presidente e allenatore Luigi Fresco e nuovi orizzonti sportivi che d’incanto si parano davanti agli occhi del giovane gambiano. Sibi, “Tano” per i Fresco boys, dimostra di saperci fare tra i pali e inizia a farsi le ossa con gli Amatori Castagnè oltre ad essere passato anche dal Rio Valli, la squadra del sindaco di Verona Flavio Tosi. Inserito quest’anno nella rosa della Virtusvecomp si sottopone alle cure del preparatore dei portiere Massimo Costa e domenica scorsa, complice l’infortunio a Guagnetti e la scialba prestazione di Gottardi contro il Cordenons, trova una maglia da titolare. A suo vantaggio anche l’età con l’obbligo, in serie D, di schierare sempre in campo quattro giovanissimi e tra questi due ’97 e un ’98.

«Avevo bisogno di rimescolare le carte e mettere in formazione un attaccante (Sciancalepore) del ‘97 e pertanto Sibi (’98) completava il mosaico dei fuori quota», afferma mister Fresco. «Tano ha sfoderato un’ottima prestazione, peccato solo per quella maledetta palla sfuggitagli in corner dal quale poi si è sviluppato il vantaggio del Feltre. Titolare? La concorrenza non manca. Di certo se la può giocare con gli altri portieri». Lui, Sheik Sibi, ascolta in silenzio. Non tanto per timidezza. L’italiano è ancora un problema, una lingua ostica e le poche parole che rilascia sono solo in inglese. «Devo tutto a Luigi Fresco e a lui voglio dedicare questa mia prima partita in serie D. Si, ero un po’ emozionato ma tutto è svanito con il passare dei minuti. Ringrazio i compagni di squadra che sono stati tutti molto gentili, dispensando consigli utili e incoraggiamenti. Il voto? No, non sta a me dare un giudizio sulla mia prestazione anche se penso di non aver demeritato. Peccato per la sconfitta, meritavamo almeno un pareggio», sorride  Sibi che ovviamente si augura «di difendere il più possibile la porta virtussina».

La sua storia, il suo lungo viaggio, il ragazzo diventato subito uomo, l’aveva già raccontato nel luglio scorso a L’Arena. «In Gambia giocavo in un campionato locale di buon livello, guardavo in tv il calcio italiano, la Juve, il Milan, il Napoli,la Champions League, e sognavo un giorno di poter diventare un professionista. Fresco è come un secondo papà, mi ha aiutato molto come Max Costa».

Stefano Joppi

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