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Vinitaly in grande:
4.600 aziende
e versione 4.0

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Degustazioni al Vinitaly
Degustazioni al Vinitaly
Degustazioni al Vinitaly
Degustazioni al Vinitaly

Sarà un Vinitaly dei grandi numeri, a partire da quello degli espositori, 4.600 aziende da 35 nazioni su centomila metri quadrati netti e oltre 17mila etichette a catalogo, una manifestazione che, giunta all’edizione numero 53, si svolgerà dal 7 al 10 aprile in Fiera a Verona, e proporrà circa 400 eventi.

 

Si annuncia un’edizione che vedrà una fitta presenza di parlamentari ed esponenti di Governo, a partire dal ministro delle politiche agricole Gian Marco Centinaio, mentre si parla di una possibile partecipazione del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dei vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Come ha sottolineato il presidente di Veronafiere Maurizio Danese, «il vino oggi è un prodotto bandiera del made in Italy che per il nostro Paese vale alla produzione 13 miliardi di euro. E nel 2018 ha raggiunto un export prossimo ai 6,15 miliardi di euro, in aumento del 3,3 per cento rispetto all’anno precedente. La Cina fa parte della più ampia disamina del mercato Asia che proponiamo oggi. A fronte di 400 milioni di Millenial, potenziali consumatori, ancora oggi i nostri vini rappresentano meno del sei per cento dell’offerta nel Paese del Dragone. Vuol dire che c’è ancora molto lavoro da fare per superare insieme le difficoltà legate alla penetrazione su un mercato complesso e vasto come quello cinese, e non solo. Non mi riferisco solo a barriere doganali, ma anche di problemi legati alla riconoscibilità immediata di un brand italiano forte o alla creazione di una domanda, partendo dal presupposto che il vino non fa parte della cultura locale. È qui che entra in gioco Vinitaly, confermandosi la piattaforma leader per la promozione internazionale del vino».

 

L’Asia Orientale, che non è solo Cina ma molto di più, ha ricordato il direttore generale Giovanni Mantovani: «Essa rappresenta una area commerciale di circa un terzo della popolazione mondiale, con un valore delle importazioni di vino per 6,45 miliardi di euro l’anno e una crescita media annua registrata negli ultimi 10 anni del 12,6 per cento. Secondo il nostro Osservatorio, la domanda di vino del Far East supererà entro tre anni quella del Nord America (Usa e Canada), prima area geoeconomica extraUe con un controvalore importato di 6,95 miliardi di euro».

 

Nella giornata inaugurale sarà presentata una ricerca sui consumi di vino, e non solo, in Italia, che vede un boom di amanti dello spritz, mentre la Coldiretti, come ha annunciato il presidente nazionale Ettore Prandini, amplierà il suo stand in Fiera presentando tutte le biodiversità. Matilde Poggi, presidente di Fivi, la Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti che rappresenta 1.200 aziende nazionali, aumenterà la sua partecipazione al Salone del vino con oltre 200 espositori nel padiglione 8.

 

VINITALY 4.0.  Lo ha ribadito il dg di Veronafiera Giovanni Mantovani: «Lo faremo digitalizzando e profilando sempre più Vinitaly, che già oggi conta sulla più grande wine library del vino italiano al mondo, con i contenuti di 4.600 aziende e 17.000 etichette tradotti in nove lingue. Una directory che sotto evento registra 1,2 milioni di pagine viste. Lo step successivo su cui stiamo lavorando è tradurre in valore, in favore delle aziende, l’enorme patrimonio di informazioni generate dai buyer sulla directory. Flussi informativi, incrociati anche con quelli generati sugli altri canali digitali Vinitaly, che saranno processati per fornire a ogni produttore la mappa precisa del proprio pubblico. Su questa rotta, terminata la manifestazione avvieremo il nuovo progetto digitale testando alcune decine di aziende e dando appuntamento con i risultati al prossimo wine2wine. Una digital transformation liquida, che abbraccerà tutti i target, dal trade al consumer. Per esempio, attraverso un contenitore dedicato all’enoturismo e ai suoi wine lover. Il brand Vinitaly è ormai uno straordinario vettore su più livelli, non solo quello in favore del trade che è il nostro core business, ma anche in ottica consumer. Basti pensare, e qui anticipo un solo dato della survey sui consumi interni oggetto di presentazione a Vinitaly, che in Italia il marchio è conosciuto da tre italiani su quattro».

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Elena Cardinali