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Pallone d'oro 2024

Guccione in volo tra i professionisti, Zanetti ha lasciato il suo graffio: «La vittoria di tutti i miei tifosi»

di Stefano Joppi
L’attaccante del Montorio e l’esperienza con Juric «Un gran lavoratore. Ci faceva correre a mille. Una persona squisita fuori dal campo»
Vincitore nel 2018 Niccolò Zanetti e la giornalista Paola Ferrari
Vincitore nel 2018 Niccolò Zanetti e la giornalista Paola Ferrari
Vincitore nel 2018 Niccolò Zanetti e la giornalista Paola Ferrari
Vincitore nel 2018 Niccolò Zanetti e la giornalista Paola Ferrari

Il Pallone d’Oro nasce con l’intento di offrire una vetrina di primo piano ai calciatori dilettanti della nostra provincia. Un palcoscenico che parte dai campi di calcio di paese e viene via via amplificato sui mezzi di comunicazione per fare da volano alle carriere dei singoli giocatori. Certo il talento c’è o non c’è, difficile inventarlo o fabbricarlo: è indubbio però che a volte certi aiutini, agli osservatori di calcio in giro per la Provincia, possano essere utili. Difficile avere un quadro a 360 gradi del panorama dilettantistico veronese senza una rete di informazioni e in questa direzione va l’iniziativa editoriale de L’Arena.

Un rito

Il Pallone d’Oro è un rito primaverile che ha preso piede tra i ragazzi di Verona e provincia e che sprigiona sempre nuovi entusiasmi e rincorse verso l’olimpo. Nel lungo elenco dei vincitori c’è anche chi ha fatto il grande balzo tra i professionisti com’è il caso di Filippo Guccione partito da Cerea a attualmente in forza all’Arezzo, in serie C nel girone B. Al suo attivo sei reti con la fantastica tripletta a Fermo nel novembre scorso. Ma prima d’approdare in Toscana Filippo Guccione, classe 1992 originario di Ostiglia, è stato la bandiera del Mantova. Un cammino non facile per il Pallone d’Oro del 2011. Il bomber è partito dalle giovanili dell’Hellas Verona, compagno di Jorginho, prima del trasferimento al Cerea per guadagnarsi la fascia di capitano della rappresentativa della serie D. A ventiquattro anni pensava che il treno fosse passato ma poi è arrivato l’ingaggio della Pro Sesto e la promozione in Serie C a Sesto San Giovanni prima del passaggio nella città di Virgilio: quattro stagioni consecutive sul prato del Martelli, oltre 130 presenze, 45 gol e 26 assist.

Non si dimentica

Chi era già approdato nei professionisti ma che ha dolci ricordi del Pallone d’Oro conquistato nel 2018 è Niccolò Zanetti. «Come non dimenticare quel trofeo», racconta con voce entusiasta il trentasettenne centravanti del Montorio in Eccellenza. «Ero al Legnago in serie D e il gruppo di tifosi locali diede vita ad una vera e propria raccolta dei tagliandi de L’Arena. Sono soddisfazioni perché ti fa capire l’attaccamento della gente che viene allo stadio alla sua squadra», continua Zanetti che è stato il gemello del gol di “Ciccio” Brighenti, ex capitano della Cremonese e ora in forza alla Clivense. «Due stagioni fantastiche alla Sambonifacese e al Renate, sempre in serie C», sorride Niccolò che ha vestito anche la casacca del Mantova, sempre tra i professionisti. «Arrivai al “Martelli” via Renate grazie ad uno score realizzativo sempre in doppia cifra». Con la casacca biancorossa ottenne sempre la salvezza nonostante acque societarie traballanti. Come mister Ivan Juric. «Un gran lavoratore. Testardo. Ci faceva correre a mille. Una persona squisita fuori dal campo. Mi ricordo che a quei tempi la Spal aveva chiesto il mio trasferimento ma lui si oppose alla cessione», saluta Zanetti sempre pronto a correre dietro un pallone con la casacca del Montorio.

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