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Pallone d'Oro

Ambrosi, il gigante ragazzino. «Il mio segreto? Papà Davide»

A tu per tu con l'attaccante dell'Ambrosiana
Oro Giuseppe Ambrosi, Ambrosiana in Eccellenza
Oro Giuseppe Ambrosi, Ambrosiana in Eccellenza
Oro Giuseppe Ambrosi, Ambrosiana in Eccellenza
Oro Giuseppe Ambrosi, Ambrosiana in Eccellenza

È abituato al gioco di squadra. Per forze di cose visto che è l’ultimo di sette fratelli. Giuseppe Ambrosi, attaccante dell’Ambrosiana, ha festeggiato le diciannove primavere poco più di un mese fa insieme alla sua nutrita famiglia tra un occhio sui libri di scuola, frequenta il Liceo sportivo Gallileo Galilei a Borgo Roma, e gli allenamenti in Valpolicella.

Il punto centrale rimane la casa allo Stadio a Verona, crocevia di presente e futuro. «L’anno scorso ho giocato nella Primavera della Virtus Verona e questa estate è arrivata la chiamata all’Ambrosiana. Il direttore sportivo Mattia Bergamaschi punta molto sui giovani e diciamo che l’inizio stagione è stato per me davvero spettacolare. Ho segnato due reti in coppa Italia contro il Villafanca e il Mozzecane e poi ho trovato anche la via del gol in campionato sempre contro il Villafranca», racconta il gigante di un metro e ottantasei centimetri con il volto di ragazzino.

Una struttura fisica importante ma l’esatto opposto del centravanti da area di rigore. «Mi piace venire incontro alla squadra, uscire alla ricerca della palla e sfruttare il dribbling e la velocità. No, il colpo di testa non è la mia specialità. Me lo dice sempre mio papà che devo migliorare nel gioco aereo», confida Ambrosi che ha nella figura paterna un’arma in più.

«Si chiama Davide e in passato ha giocato da discreto attaccante nel Castelnuovo, suo paese d’origine. Per me è anche il miglior amico. Mi viene sempre a prendere alla fine degli allenamenti serali. In andata invece sfrutto il passaggio in auto di qualche amico», racconta Giuseppe tifoso dell’Inter e grande estimatore del talento del Bologna Zirkzee. Non nasconde la sua delusione per le poche partite racimolate dopo il promettente avvio. «In tutto una quindicina di presenze, molte partendo dalla panchina. Il motivo? Beh questa è una domanda da rivolgere al mister», afferma con rispetto dei ruoli il giovane calciatore rossonero, che ama le biografia dei grandi sportivi come quella del tennista Andre Agassi. «In estate mi piace giocare a tennis, sport che seguo alla tv ancor prima dell’esplosione del fenomeno Sinner», continua Ambrosi che nella corsa al Pallone d’Oro può contare su una squadra di cacciatori di tagliandi.

Stefano Joppi

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