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«I playoff erano ad un
passo. Che rebus ora...»

Nicolò Boni, scuola Chievo, ora è punto di forza del Garda
Nicolò Boni, scuola Chievo, ora è punto di forza del Garda
Nicolò Boni, scuola Chievo, ora è punto di forza del Garda
Nicolò Boni, scuola Chievo, ora è punto di forza del Garda

L’attesa è estenuante, la voglia di ricominciare tanta anche se in questo momento prevalgono sensazioni negative. «Spero tanto di sbagliarmi ma ho la percezione che i campionati non riprenderanno». Parole e pensieri di Nicolò Boni, esterno offensivo del Garda, in Eccellenza. Il ventenne di Bardolino però è pronto a sfoderare il dribbling risolutivo. «Sia chiaro, auspico di cuore di sbagliare ogni previsione e tornare a correre dietro a un pallone, insieme ai miei compagni di squadra. Ora però non abbiamo alternative se non allenamenti individuali in giardino. La società e il mister ci hanno assegnato i compiti a casa: quattro sedute alla settima giusto per rimanere in una forma accettabile». Cresciuto nelle giovanili del Chievo, fino agli Allievi, Boni ha avuto il modo di giocare spalla a spalla con Andrea Pinamonti, attuale attaccante del Genoa. «Un bravo ragazzo, meritava il salto nel calcio professionistico. Aveva già allora i numeri per emergere». Della stessa nidiata Massimo Bertagnoli, da poco passato alla Fermana dopo la prima parte di stagione nel team della Diga. «Per me dopo il Chievo c’è stato il passaggio alle giovanili del Castelnuovo per poi approdare in prima squadra dove abbiamo vinto il campionato di Prima Categoria. Da lì la chiamata al Garda per quello che è il mio secondo campionato in Eccellenza. L’obiettivo? Inizialmente era la salvezza e la Coppa Italia. In quest’ultima competizione siamo arrivati fino alla finale persa contro il Sandonà. In campionato, prima della sosta forzata, eravamo in una posizione di buona classifica con la possibilità di entrare nei playoff. Adesso è tutto un enigma. Ambizioni? L’età è ancora buona per sperare di salire di qualche gradino. L’obiettivo imminente rimane la Serie D ma non ho l’assillo o la fissa del pallone. Ovvio, il sogno è quello di arrivare più in alto possibile ma concretamente penso che sia, per la vita, più importante laureami in Scienze motorie e trovare un posto di lavoro», ammette Boni, giocatore coriaceo e sempre pronto a dare un aiuto ai compagni di squadra. Tra le sue caratteristiche la capacità di coprire tutta la fascia grazie a un’invidiabile tenuta atletica. «Mi aiuta aver giocato per molto tempo come terzino e questo mi permette di capire le difficoltà della difesa, quando si è... martellati dagli avversari. Ecco perché non perdo mai l’occhio sulla fase di ripiegamento», continua Nicolò, primo di tre fratelli. «Papà di solito mi segue alla domenica ma adesso che ho la patente vado al campo anche da solo. Il Pallone d’oro? Mi fa piacere esser stato inserito dal Garda tra i candidati ma non penso che mi darò troppo da fare. Per carità, non farei nemmeno fatica visto che a casa L’Arena la compriamo sempre. Magari se qualche compagno di squadra vuole i punti posso pure girarglieli...».

Stefano Joppi

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