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GIUSEPPE BOZZINI

Le sentenze le dà solo il campo. Il mio favorito? Michele Rigo

Giuseppe Bozzini dà indicazioni dalla panchina
Giuseppe Bozzini dà indicazioni dalla panchina
Giuseppe Bozzini dà indicazioni dalla panchina
Giuseppe Bozzini dà indicazioni dalla panchina

Lo sguardo oltre. Volto a intuire i contorni di un futuro che si promette incerto. Sicuramente al di fuori degli schemi abitudinari: Giuseppe Bozzini, tecnico del Caselle, in Prima Categoria, sindacalista, prova a delineare un concetto spendibile di ripartenza dopo questo periodo di chiusure.

Un filo conduttore: ci si dovrà adattare. Nelle routine, nel lavoro, in campo. Interpretando un cambiamento che, se non sarà epocale, quanto meno avrà incidenza su quell'idea, pur fluida, che poco tempo fa chiamavamo normalità... Contenere il contagio è ancora oggi fondamentale, ma non è minore l'esigenza di pianificare una graduale ripresa delle attività lavorative, scolastiche, ricreative

 L’economia collassa. Con essa, anche il calcio dilettante avrà le sue ripercussioni. Si vocifera di un netto calo di squadre iscritte ai campionati. La sua soluzione? Io penso a due concetti per ripartire: defiscalizzazione totale dei contributi elargiti dai privati e dalle imprese alle società sportive; tracciabilità delle spese per le suddette attraverso l’utilizzo di uno strumento come i voucher per i rimborsi spese concessi ai giocatori.

Anche il mondo del lavoro dovrà adeguarsi all’esigenza di standard di sicurezza maggiori. La sua proposta? L’insegnamento che dobbiamo trarre da questo momento drammatico è che ogni attività deve essere pensata nel rispetto della vita dei cittadini. Sono ancora troppe le discrepanze, nei vari settori del lavoro, tra riconoscimento economico, sicurezza e tutela della salute. Non entro nel merito ma più di un settore dovrà ripensare le modalità di svolgimento del lavoro entro i propri spazi.

Giocoforza, tornando al calcio, anche la normale vita di spogliatoio cambierà... È’ impensabile, a mio avviso, aspettarsi di riprendere l’attività come prima. Sarà grande il lavoro di riorganizzazione delle varie sedute di allenamento per le società, così come la gestione delle partite. Presumo sarà necessario cambiarsi a piccoli gruppi, la cadenza delle partite di campionato potrebbe essere diluita, mi auguro vengano fornite dalle autorità normative chiare a livello igienico.

Campionati sospesi, nessuna decisione in merito alle loro sorti è stata presa. Se dovesse decidere lei? La regola aurea è che il campo decreta vincitori e sconfitti. Io riprogrammerei le partite non giocate della stagione 2019-2020 in quella ventura, traslando l’inizio dei nuovi campionati che sarebbero partiti a settembre. Non mi piace pensare a soluzioni adottate a tavolino.

Il Pallone d’oro prova a dribblare il coronavirus. Qual è, tra i candidati, un profilo che attira la sua attenzione? Direi Michele Rigo dell’Olimpia Ponte Crencano. L’ho allenato a Caselle l’anno scorso, insieme abbiamo vinto il campionato di Seconda. Ha accettato di mettersi a disposizione della mia idea di calcio, lavorando più per la squadra e aspettando meno la palla da punta-boa. Nel ritorno è esploso. Michele ha la mentalità dei grandi giocatori, lo stimo.

Ha vinto due volte la Seconda Categoria. Dov’è che incide un allenatore? Quando propone un’idea di calcio che i ragazzi percepiscono in primis come divertente, poi come utile e facilitante nella partita. A me piace insegnare il fraseggio, ma non sempre è possibile. Nei dilettanti vince l’arte di chi sa adattarsi alle situazioni.

Cosa non le piace del dilettantismo? La volontà diffusa di scimmiottare i pro. Insensata.

L’annata da incorniciare? La prima in Promozione col Dossobuono, 43 punti, a coronamento di un percorso che ci ha portati lì dalla Seconda categoria.

Riccardo Perandini