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«Isola ed Erbè al mio fianco
Quella la gioia più grande»

di DAV. C.
Sgarbossa in campoSgarbossa premiato nel 2016 da Luca Cecchin dell’Hellas
Sgarbossa in campoSgarbossa premiato nel 2016 da Luca Cecchin dell’Hellas
Sgarbossa in campoSgarbossa premiato nel 2016 da Luca Cecchin dell’Hellas
Sgarbossa in campoSgarbossa premiato nel 2016 da Luca Cecchin dell’Hellas

La settima puntata di «Road to… Pallone d’Oro» potrebbe essere considerata quasi una sorta di guida per i partecipanti all’iniziativa. Protagonista assoluto Riccardo Sgarbossa, Pallone d’argento 2016 con quasi 78 mila punti raccolti, ed i suoi consigli. Lui, che il premio l’ha vinto e lo conserva in bella vista a casa, sa come si fa. «Ma il merito non è mio», sorride in collegamento video con lo studio di TeleArena. «Bisogna ringraziare tutti quelli che hanno lavorato alla raccolta perché, credetemi, è stato un vero lavoro. Pensate che ogni tagliando è stato compilato a mano, niente timbri o stampatrici». Una faticaccia ripagata dalla premiazione finale, dalla soddisfazione di aver scritto il proprio nome nell’albo dell’iniziativa «e di essere riuscito ad unire tanta gente», assicura Riccardo mentre riguarda le immagini della serata al Museo Nicolis. «Non uno ma due paesi interi si erano dati da fare per aiutarmi. Isola della Scala, dove abito e dove gioco da nove anni ormai, ed Erbè, dove sono nato e cresciuto. Ma anche altri paesi più piccoli dove, magari, ho giocato nelle giovanili. Figuratevi che grazie a quell’iniziativa ho riscoperto delle parentele che si erano un po’ perse per strada. Ecco, queste sono state le soddisfazioni più belle». La storia di Riccardo è una delle tante che vale la pena di raccontare perché dietro ad un candidato c’è un mondo che ruota anche attorno al calcio, ma non solo. Sgarbossa nel 2016 era un giovane papà, «ora di figlie ne ho due e sono in attesa di un maschietto», annuncia felice. Con una famiglia così nutrita non c’è bisogno di allenarsi a casa, come siamo costretti a fare tutti. «Sono loro la mia preparazione atletica quotidiana», scherza. Il momento non è facile per nessuno. Il calcio era ed è uno svago per chi gioca nei dilettanti «e speriamo tutti di poter tornare in campo presto, ma ora il pensiero è rivolto ai cari, al lavoro e ad altre questioni. Certo che, quella del Pallone d’Oro, è veramente un’iniziativa sana». Usa proprio questo termine Sgarbossa per descriverla. «Si, per tutti i motivi che ho elencato prima. Fa capire a chi partecipa che ci sono tante persone attorno a lui, non è poco». No, per nulla. E infatti anche l’edizione 2020 prosegue. A suo modo, naturale, in attesa di tempi migliori. «Non dev’essere facile raccogliere i tagliandi in questo periodo», assicura ancora Riccardo, «l’unico consiglio che mi sento di dare a tutti i ragazzi in lizza è quello di provare a godersi il più possibile quest’esperienza». Una testimonianza non banale, quella di Sgarbossa. Il suo intervento è stato in qualche modo fondamentale per dare voce a chi ha vissuto in prima persona questa iniziativa e può spiegarne il valore a chi, invece, sta partecipando ora. • DAV. C. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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